sabato 27 ottobre 2012

Ragioni per cui penso che la Cina non sia più socialista

REDAZIONE NOICOMUNISTI

di Guido Fontana Ros 


Non è forse vero che Lenin nella sua opera trattante l’imperialismo, ne ha indicato le sue caratteristiche in: 
  • CONCENTRAZIONE MONOPOLISTICA
  • FUSIONE TRA CAPITALE FINANZIARIO E CAPITALE INDUSTRIALE 
  • PREVALENZA DELL’ESPORTAZIONE DI CAPITALI SU QUELLA DI MERCI
  • SPARTIZIONE DEL MONDO IN ZONE DI INFLUENZA IN ORDINE AL CONTROLLO DELLE MATERIE PRIME
I primi 2 punti si possono applicare alla Cina? 
La risposta è sì. A questo riguardo è sufficiente digitare sul motore di ricerca google 2 parole: chinese corporations. I primi 10 risultati forniscono un quadro impressionante della grandezza del giro di affari e degli utili di queste ultime (per qualcuno milioni e milioni di dollari di profitti sono bagatelle insignificanti… peccato che Marx, Engels e Lenin facessero ricorso alla brutale forza esplicativa dei numeri . Del resto non erano forse scienziati della Rivoluzione?). Cito solamente il fatto che nella classica delle maggiori 500 corporation (o diciamo monopoli per usare la terminologia leninista), ben 73 sono cinesi. FONTE
Inquinamento a Chonquing

Mi è stato detto: “queste corporation o sono sotto il controllo statale o sono a capitale misto, per cui si finanzia il socialismo utilizzando i profitti del capitalismo”. Ragionamento già di per sé risibile, in quanto si fonda su motivi di ordine sentimentale piuttosto che su un’analisi scientifica marxista – leninista (dimenticavo, ah le cifre, i dati di fatto sono pinzillacchere trascurabili, pensiamo invece alla sublime bellezza del finanziare il socialismo attraverso il capitalismo. A questo punto sguardo ispirato verso il cielo, una lacrimuccia e l’Internazionale come sottofondo). 
L'acqua del fiume a Chonquing

Vediamo la quisquilia di come sono reinvestiti i profitti delle corporation cinesi. Sono investiti per migliorare la condizione di vita del popolo cinese? Sì, ma di alcuni: infatti i milionari cinesi sono al 2° posto nella lista compilata da Forbes. Curioso paese socialista pieno di milionari. In realtà gli utili vengono reinvestiti nel mercato finanziario internazionale e per l’espansione degli stessi monopoli. Chi è il maggior proprietario di bond del Tesoro USA? E qui arriviamo a corrispondere al punto della lista estratta dalla fondamentale opera del buon vecchio Vladimiro, citato sempre più spesso a sproposito, concernente il prevalere dell’esportazione di capitali. La Cina detiene bond del tesoro USA per la cifra di 1153 bilioni di dollari…Toh un paese socialista che ha investito soldi nel Tesoro del governo più imperialista che la storia abbia mai conosciuto (di nuovo dimenticavo, non sono i fatti che contano, sono i sogni e le pie illusioni a contare). Per esemplificare ulteriormente il carattere capitalista del governo cinese riporto dal Sole 24 ore questa affermazione del premier cinese, Hu Jintao:” La Cina sostiene fermamente gli sforzi europei per superare la crisi del debito e sostiene anche il ruolo che il Fondo Monetario Internazionale e le altre istituzioni stanno giocando nel risolvere la questione del debito europeo. Il veloce recupero finanziario è utile al recupero della stabilità della economia mondiale oltreché alla crescita della Cina”. Detto semplicemente, pieno appoggio alla feroce politica economica liberista che sta distruggendo i popoli europei. Veramente una scelta politica perfettamente antimperialista e internazionalista, quella del governo cinese!
Inquinamento da quarzo nella provincia di Zheijang 
Potrei già finire di tediare il lettore a questo punto, tanto è evidente il carattere capitalista della Cina odierna appena delineato nelle precedenti note. Basterebbe vedere con quale accanimento viene perseguito il profitto di impresa per essere fuori dalla concezione marxista di stato socialista, ma vediamo se la Cina aderisce anche al quarto punto della lista iniziale. Per quanto attiene alla lotta per il controllo delle aree ricche di materie prime o alla conquista di nuovi mercati lo scontro, in virtù della “legge dello sviluppo ineguale dei paesi imperialisti” , attualmente il confronto della Cina con le altre potenze imperialiste non è ancora arrivato al piano militare ma si esplica sul piano economico. Infatti la Cina “investe” nei paesi del terzo mondo, si badi bene ho detto “investe” quindi si presuppone un profitto, praticando condizioni più favorevoli rispetto a quelle praticate dalle altre potenze imperialiste. In campo marxista non si è sempre sostenuto che la politica estera di un paese socialista dovesse essere caratterizzata dai principi della non interferenza, del commercio su base paritaria anche con paesi con regime sociale diverso, dell’aiuto internazionalista ai paesi in via di sviluppo (mediante l’invio gratuito di tecnici in quei paesi ,la formazione di studenti stranieri nelle università, il dono di capitali e merci, la concessione di prestiti senza interessi, ecc.), dell’equilibrio della bilancia commerciale?
Fabbrica di scarpe della Nike
Nessun valore ha parimenti l’obiezione che si tratti di un paese socialista poiché lo stato deterrebbe il controllo di gran parte dell’economia e che esisterebbe una pianificazione centralizzata; la proprietà statale non basta a connotare tale società come socialista, anziché come capitalismo di stato. Si deve ricordare come in Italia, fino a venti anni fa, le imprese controllate dallo stato incidevano fino al 50% del PIL e le stesse banche erano per la stragrande maggioranza di proprietà pubblica. Accidenti siamo vissuti in un paese socialista e non ce ne siamo accorti! Del resto una certa misura di pianificazione non è incompatibile con il capitalismo (mai sentito parlare di Keynes, del New Deal roosveltiano e orrore, della politica economica pianificata della Germania nazista?). Devo essere pedante e ricordare da che cosa è caratterizzato il modo di produzione capitalista? E’ forse caratterizzato dalla proprietà privata dei mezzi di produzione? Oppure più correttamente possiamo dire che, quando ci troviamo di fronte all'esistenza di una forza lavoro, apparentemente libera, che si vende come merce e che viene espropriata del plusvalore ci troviamo in un sistema capitalista. Non sono forse notizia di questi giorni, scioperi degli operai in Cina, contadini espropriati senza indennizzo che si suicidano, incidenti nelle miniere di carbone per mancanza di misure per la sicurezza (sono costose, diminuiscono il profitto)? Non vi sono state enormi migrazioni di lavoratori dalle campagne, in spregio alla politica maoista di integrazione tra industria e agricoltura nel sistema delle Comuni? E, come già detto precedentemente, l’enorme surplus commerciale viene forse reinvestito nel paese per il benessere dei lavoratori? 
Polizia presidia una fabbrica durante uno sciopero

Viene ancora detto che la Cina non è capitalista poiché non è colpita dalla crisi attuale, ma questo non lo si può spiegare forse con “la legge dello sviluppo ineguale dei paesi imperialisti”? Anche il Brasile, l’India o l’Indonesia a questo punto sarebbero paesi socialisti? Non è per caso che la Cina sia competitiva per i bassi salari, per lo sfruttamento selvaggio degli operai e per la grande diffusione di conoscenze tecniche e scientifiche di cui erano state poste le basi nel periodo maoista? 
Si dice ancora che la Cina non abbia ancora raggiunto uno sviluppo sufficiente delle forze produttive per creare una società compiutamente socialista e che l’esistenza della proprietà privata sarebbe una condizione necessaria per passare allo stadio successivo. Quindi Stalin era in errore quando definiva l’URSS uno stato socialista? Infatti l’URSS degli anni '30 aveva forze produttive largamente inferiori a quelle della Cina odierna. 
Per tutte queste ragioni, la mia opinione è che la Cina non sia un paese socialista.

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