mercoledì 24 ottobre 2012

Troskij fu il mandante dell'omicidio di M. Gorkij

REDAZIONE NOICOMUNISTI


A cura di Guido Fontana Ros






Dal "PROCESSO CONTRO IL “BLOCCO ANTISOVIETICO DELLA DESTRA E DEI TROTZKISTI” davanti al Tribunale Militare della Corte Suprema dell’URSS, Mosca 2–13 marzo 1938 


Seduta antimeridiana dell’8 marzo 1938 

(NDR: Nell’interrogatorio d G. Iagoda, ex direttore dell’OGPU, dopo aver chiarito il ruolo degli esecutori dell’omicidio di Gorkij e del figlio Peskhov, viene il momento di gettare luce sui mandanti e sugli organizzatori…

Vishinskij: È quello che vi chiedo. Adesso diteci, prego, quale è stato, secondo gli elementi a vostra disposizione, il ruolo degli imputati Rikov e Bukarin nella condanna a morte di A.M. Gorkij? 
Iagoda: Da quel che me ne aveva detto Jenukidze, sapevo che avevano partecipato all’esame di questo problema. 
Vyshinskij: Per quel che riguarda Rikov, avevamo chiarito la questione. Rikov ha dichiarato che nel corso di un colloquio con Jenukidze si era prospettata la possibilità di un atto terroristico. 
In proposito desidererei interrogare Bukarin. 
Bukarin: Non vi ho preso alcuna parte. 
V.: Non vi ho ancora fatto la domanda e voi vi affrettate a rispondere. 
B.: Avete detto di volermi interrogare a questo proposito. 
V.: Ho detto che vi volevo interrogare a questo proposito, ma non vi ho ancora posto la domanda e ho quasi ricevuto la risposta. Io vi voglio domandare questo: qual era l’atteggiamento di Gorkij nei riguardi di Trotzkij? 
B.: Nettamente negativo. 
V.: E sapete qual era l’atteggiamento di Trotzkij nei riguardi di A.M. Gorkij? 
B.: Lo stesso, il più nettamente negativo. Volete che esponga maggiori dettagli? 
Vyshinskij: No, per il momento non è necessario. Vorrei interrogare Bessonov. Imputato Bessonov, confermate che l’atteggiamento di Trotzkij nei riguardi di A.M. Gorkij era decisamente negativo? 
Bessonov: Sì, lo confermo. 
V.: In base a che cosa? 
Be.: In base a ciò che ha detto Trotzkij in un colloquio personale con me. 
V.: Confermate ciò che avete dichiarato alla Corte, che Trotzkij aveva trasmesso vostro tramite la direttiva di sopprimere fisicamente Gorkij? 
Be.: Sì, ho trasmesso questo ordine di Trotzkij a Pyatakov. 
V.: Trotzkij aveva scelto Pyatakov come uno dei capi del “blocco”: è così? 
Be.: Sì. 
V..· Eravate affiatato con Pyatakov nel vostro lavoro clandestino di cospiratore? 
Be.: Perfettamente. 
Vyshinskìj: Imputato Bukarin, sapevate che questo atteggiamento ostile verso Gorkij era non solo di Trotzkij ma anche dei trotzkisti? 
Bukarin: Sì, certamente, perché Trotzkij e i trotzkisti fanno una sola unità. I cospiratori obbedivano militarmente. 
V.: Sapevate che questo atteggiamento negativo da parte dei trotzkisti nei riguardi di Gorkij aveva un indirizzo preciso? 
B.: Volete parlare del colloquio che avevo avuto con Tomskij? 
V.: Se è una prova di ciò di cui parliamo. 
B.: Ebbi un colloquio con Tomskij. 
V.: Dove e quando ebbe luogo questo colloquio? 
B.: Nel 1935 Tomskij mi aveva detto che Trotzkij preparava una azione ostile o un atto ostile contro Gorkij. 
V.: Voi avete saputo da Tomskij che Trotzkij preparava un atto ostile contro Gorkij; e non avete domandato a Tomskij da chi lo aveva saputo? 
B.: No. Suppongo che ne fosse stato informato dai membri trotzkisti del “blocco”. 
V.: E non vi ha detto perché i trotzkisti preparavano questa azione o questo atto ostile contro Gorkij? 
B.: Non me lo ha detto. Mi ha detto che c’era una azione contro lo “stalinista Gorkij”, come difensore dell’edificazione socialista in generale e della politica di partito staliniano in particolare. Io penso che la ragione fosse la grande risonanza che ogni parola di A.M. Gorkij aveva nel campo internazionale in generale e presso gli intellettuali in particolare. 
V.: Tomskij non ne ha parlato in riferimento al proposito di rovesciamento del potere dei soviet? 
B.: No, Cittadino Procuratore. 
V.: Ve ne ricordate bene? 
B.: Me ne ricordo bene. 
V.: Permettetemi di ricordare ciò che ha detto Bukarin durante l’istruttoria (T. 5, f. 117): <<I trotzkisti, mi disse Tomskij, giustificavano in questo modo la loro posizione: se si pone seriamente la questione del rovesciamento della direzione staliniana, non si può non tener conto del fatto che l’organizzazione della destra e dei trotzkisti si scontrerà con un avversario attivo e molto influente nella persona di A.M. Gorkij. Tomskij mi disse che i trotzkisti insistevano vivamente sulla loro proposta e sulla sua realizzazione>>. 
B.: Vedete, Cittadino Procuratore, quando sono stato interrogato a proposito del mio colloquio con Tomskij, mi è stato domandato quale significato attribuissi a quelle brevi osservazioni di Tomskij e quale impressione mi fosse rimasta di quel colloquio: così io l’ho esposto in modo più dettagliato. Aggiungo che questa era l’impressione di cui mi ero ricordato quando sono stato interrogato sul colloquio con Tomskij. 
V.: Dite, Tomskij collegava il compimento di un atto ostile contro Gorkij alla questione del rovesciamento del governo sovietico? 
B.: Lo collegava come questione di fondo. 
V.: Come questione di fondo? 
B.: Ho già risposto: sì. 
V.: È la questione di fondo che mi interessa. 
B.: Ma voi interrogate in concreto... 
V.: Il vostro colloquio con Tomskij vi ha fatto pensare che l’atto ostile contro Gorkij fosse concepito in rapporto con il rovesciamento della direzione staliniana? 
B.: Sì, si può dire così, fondamentalmente. 
V..· Di conseguenza, sapevate che si trattava di un atto ostile 
contro Gorkij? 
B.: Sì. 
V.: Secondo voi, di quale atto ostile si trattava? 
B.: In quel momento non ci pensavo affatto e l’idea non mi era neanche venuta... 
V.: A che cosa pensavate, ditemi? 
B.: Quasi non pensavo a niente. 
V.: Ma si trattava di cose serie? Di che cosa si trattava? 
B.: Permettetemi di spiegarmi in due parole. Adesso, a fatto concluso, in questo processo, posso dire... 
V.: Non in questo processo, ma nel corso del colloquio che avete avuto con Tomskij. 
B.: È stata una breve conversazione, una conversazione durante una seduta dell’Ufficio politico, che durò solo pochi secondi. 
V.: Non mi interessa sapere quanto è durato il colloquio: avreste potuto chiacchierare con Tomskij un’ora intera, da qualche parte, in un angolo; la vostra argomentazione non ha importanza. Ciò che importa sono i fatti che voglio accertare. E i fatti sono i seguenti: nel 1935, al principio del 1935 (se avete detto la verità durante l’istruttoria preliminare) avete avuto un colloquio con Tomskij, il quale vi ha fatto sapere che il gruppo trotzkista-zinovievista del “ blocco della destra e dei trotzkisti” intraprendeva un atto ostile contro Gorkij, in quanto partigiano della direzione staliniana. È esatto? 
B.: Si può dire in questo modo. 
V.: È un fatto? 
B.: È un fatto. 
V.: Come avete giudicato questa comunicazione? 
B.: Non vi ho fatto attenzione. 
V.: Non vi avete fatto attenzione? 
B.: No. 
V.: Quando si parla di atti ostili si può intendere anche atti seri, anche atti terroristici. 
B.: Sì; ma fra una dichiarazione sulla stampa, una conversazione spiacevole e un atto terroristico, la differenza è grande. 
V.: E in quel momento qual era il vostro atteggiamento al riguardo? 
B.: Non mi sono intrattenuto su questo. In quel momento non c’era niente nel mio spirito. 
V.: Era dunque una dichiarazione così insignificante che non valeva la pena di soffermarvisi? 
B.: Era una osservazione di sfuggita. 
V.: Ammettiamolo. Vi si dice che si prepara un atto ostile contro A.M. Gorkij... 
B.: Ecco all’incirca come è avvenuto. Ho già descritto seriamente la cosa in istruttoria, perché volevo ricordare se questo momento del nostro colloquio potesse far luce sui documenti di cui disponeva l’istruttoria; ed è alla luce di questi documenti che tutto ha preso contorni precisi. Ma in quel momento non ci pensavo; non avevo fatto caso al senso che si poteva attribuire a 
questa cosa. 
V.: Non è escluso che in quel momento preciso si trattasse di soppressione fisica, dell’assassinio di Gorkij? 
B.: Ora penso che non fosse escluso. 
V.: Cioè: ciò che Tomskij diceva faceva capire che si trattava di un atto terroristico contro Gorkij? 
B.: Adesso penso di sì. 
V.: Ma allora non l’avevate capito? 
B.: Allora non avevo capito assolutamente nulla. 
Vyshinskij (rivolgendosi alla Corte). Non ho altre domande da fare. 
Presidente (rivolgendosi agli imputati): Qualcuno ha domande da fare a Iagoda? 
Rikov: Iagoda ha nominato Vinetskij come qualcuno che sarebbe stato mio complice e sarebbe servito da tramite fra me e non so chi. Io chiedo che mi si dica come lo si è saputo e chi fosse questo Vinetskij; se Iagoda ha saputo questo da Vinetskij o da un’altra fonte. Personalmente non ho visto nessun ispettore. 
Iagoda: Vinetskij è ispettore di collegamento del Commissariato del popolo alle PTT e, nello stesso tempo, ispettore di collegamento del Commissariato del popolo agli Affari Interni. Un giorno mi telefonò per dirmi che Rikov gli chiedeva di portare un plico a Nikolaevskij, all’estero, e se poteva prenderlo. Io dissi: <<Parlatene a Rikov e, se ve lo dà, prendetelo>>. Da ciò conclusi che Vinetskij era un agente di collegamento fra Nikolaevskij e Rikov. 
Presidente: (a Vyshinskij): Avete altre domande da fare? 
Vyshinskij: No. 
Presidente: La Corte non ha altre domande da fare. Sedete, prego.

Gorkij e Jagoda: la vittima e l'assassino






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