venerdì 5 ottobre 2012

STALIN un altro punto di vista

REDAZIONE NOICOMUNISTI

A cura di Guido Fontana Ros

STALIN Un altro punto di vista 

di

Ludo Martens

Zambon Editore






INTRODUZIONE 
Il 20 agosto 1991, l’eco del colpo di Stato sui generis di Janaev risuonò in tutte il mondo come il dissonante preludio alla liquidazione delle ultime vestigia del comunismo in Unione Sovietica. Le statue di Lenin furono abbattute e le sue idee rinnegate. Questo avvenimento provocò numerosi dibattiti all'interno del movimento comunista.

Abbattimento di una statua di Lenin in Russia
Alcuni dissero che era accaduto in modo del tutto inatteso. 
Nell’aprile 1991 avevamo pubblicato il libro L’URSS et la contre—révolution de velours, che tratta essenzialmente dell’evoluzione politica e ideologica dell’URSS e dell’Europa orientale dopo il 1956. Dopo il colpo di Stato professionale di Eltsin e la sua chiassosa proclamazione della restaurazione capitalista, non abbiamo niente da cambiare. 
In effetti, le ultime confuse scaramucce tra Janaev, Gorbacèv ed Eltsin non erano che le convulsioni di un sistema moribondo, l’esteriorizzazione di decisioni già prese nel corso del XXVIII Congresso del luglio 1990. 
"Questo congresso — avevamo scritto allora — segna nettamente la rottura con il socialismo ed il passaggio all'economia capitalista." 
Un’analisi marxista dei precipitosi sconvolgimenti in URSS aveva portato, già dal 1989, alla seguente conclusione: "Gorbacèv caldeggia l’evoluzione lenta, graduale ma sistematica verso la restaurazione del capitalismo. Trovandosi con le spalle al muro, cerca sempre nuovi appoggi, sia politici che economici, da parte del mondo imperialista. In cambio lascia che gli Occidentali facciano praticamente tutto ciò che vogliono in Unione Sovietica."

La m....a Gorbachev 
Un anno dopo, alla fine del 1990, avevamo concluso la nostra analisi nei termini seguenti: "Dopo il 1985, ondata dopo ondata, la destra ha attaccato e, ad ogni nuova tappa, Gorbacèv è stato trascinato sempre più verso destra. Di fronte ad una raddoppiata aggressività dei nazionalisti e dei fascisti, spalleggiati da Eltsin, non è impossibile che Gorbacèv scelga di indietreggiare ulteriormente. Ciò provocherà senza dubbio la disgregazione del Partito Comunista e dell’Unione Sovietica." 
"La balcanizzazione dell’Africa e del mondo arabo ha garantito le condizioni ottimali per il dominio imperialista. Le menti più creative dell’Occidente cominciano a sognare, oltre la restaurazione del capitalismo in URSS, il suo assoggettamento economico e politico." 
Abbiamo ricordato di proposito queste conclusioni a cui molti marxisti-leninisti erano arrivati nel 1989 e 1990. In effetti, l’abbattimento delle statue di Lenin è stato accompagnato da un’esplosione di propaganda che proclamava il fallimento del marxismo—leninismo.Eppure è stato provato che l’analisi marxista è in fondo la sola valida, la sola che ha permesso di scoprire le forze sociali reali che operano dietro le parole d’ordine demagogiche "democrazia e libertà", "glasnost" e "perestrojka".

Isterici filoamericani durante la Rivolta di Budapest
Nel 1956, durante la sanguinosa controrivoluzione in Ungheria, furono abbattute le statue di Stalin; trentacinque anni dopo, le statue di Lenin sono state ridotte in polvere. Le distruzioni delle statue di Stalin e di Lenin segnano i due punti di rottura con il marxismo. Nel 1956, Chruscev attaccò l’opera di Stalin per cambiare la linea fondamentale della direzione del Partito Comunista. La progressiva degenerazione del sistema politico ed economico che ne seguì portò alla rottura definitiva con il socialismo, rottura consumata, nel 1990, da Gorbacèv.
Certamente, i mezzi di comunicazione ci informano ogni giorno della sconfitta definitiva del comunismo nel mondo. Ma noi dobbiamo sottolineare che, se si può parlare di un fallimento in Unione Sovietica, questo è il fallimento del revisionismo, introdotto in Unione Sovietica da Chruscèv trentacinque anni or sono. È il revisionismo che ha portato all'affossamento del sistema politico, alla capitolazione nei confronti dell’imperialismo, alla catastrofe economica. L’esplosione attuale del capitalismo selvaggio e del fascismo in URSS dimostra fin troppo bene a che cosa conduce in definitiva il rigetto dei principi rivoluzionari del marxismo—leninismo.



La m....a Krushev
Per trentacinque anni i revisionisti si erano affannati a demolire Stalin. Una volta screditato Stalin, Lenin tu liquidato senza grandi sforzi. Cruscèv si era accanito contro Stalin. Gorbacèv raccolse il testimone conducendo, nei cinque anni della sua "glasnost", una vera e propria crociata contro lo stalinismo.


Cruscèv cominciò la sua opera distruttiva affermando che criticava gli errori di Stalin allo scopo di "ristabilire il leninismo nella sua purezza originale" e di migliorare il sistema comunista. Gorbacèv fece le stesse promesse demagogiche per disorientare le forze di sinistra.
Oggi ci si deve arrendere all'evidenza: con il pretesto di "ritornare" a "Lenin", si è fatto ritornare lo zar; con il pretesto di migliorare il comunismo, si è risuscitato il capitalismo selvaggio. 

Lenin e Stalin
La maggior parte delle persone di sinistra ha letto qualche opera dedicata alle attività della CIA e dei servizi segreti occidentali. Queste persone hanno imparato che la guerra psicologica e politica è una branca separata e straordinariamente importante della guerra totale moderna. La calunnia, l’intossicazione, la provocazione, lo sfruttamento delle divergenze, l’esasperazione delle contraddizioni, la demonizzazione dell’avversario, la perpetrazione dei crimini addossata all'avversario sono le tattiche abituali a cui fanno ricorso i servizi segreti occidentali. 
Dopo il 1945 l’imperialismo "democratico" ha investito risorse colossali nelle guerre anticomuniste, guerre militari, guerre clandestine, guerre politiche e guerre psicologiche. Non è evidente che la campagna contro Stalin è stata al centro di tutte le lotte ideologiche condotte contro il socialismo? I portavoce ufficiali della macchina da guerra americana, Kissinger e Brzezinski, hanno fatto l’elogio delle opere di Solzenicyn e di Conquest, che sono anche — vedi caso due autori in voga tra i socialdemocratici, i trozkisti e gli anarchici. Questi ultimi, invece di "scoprire la verità su Stalin" negli scritti di quegli specialisti dell’anticomunismo, non avrebbero fatto meglio a scoprirvi le manovre della guerra psicologica e politica condotta dalla CIA? 

Generalleuttnant ed Atamano Helmuth von Pannwitz
nell'edizione russa di Signal
Non è davvero un caso se al giorno d’oggi in quasi tutte le pubblicazioni borghesi e piccolo-borghesi "in voga" si ritrovano le calunnie e le menzogne su Stalin che si potevano leggere sulla stampa nazista durante la guerra. È un segno che la lotta di classe a livello mondiale diviene sempre più aspra e che la grande borghesia mobilità tutte le sue forze, a trecentosessanta gradi, in difesa della sua “democrazia”. In occasione di alcune conferenze che abbiamo tenuto sul periodo staliniano, abbiamo letto un lungo testo antistalinista ed abbiamo chiesto alle persone presenti che cosa ne pensassero. Quasi sempre gli intervenuti sottolineavano che il testo, benché violentemente anticomunista, mostrava chiaramente l’entusiasmo dei giovani e dei poveri per il bolscevismo, come pure le realizzazioni tecniche dell’URSS, e che era, tutto sommato, abbastanza sfumato. A quel punto rivelavamo all'uditorio che il testo che avevano appena commentato, era un testo nazista, pubblicato in Signal n 24 del 1943, in piena guerra... Le campagne antistaliniste condotte dalle "democrazie" occidentali negli anni 1989—1991 erano a volte più violente e calunniose di quelle orchestrate, nel corso degli anni Trenta, dai nazisti. Ai giorni nostri non ci sono più le grandi realizzazioni comuniste degli anni trenta a fare da contrappeso alle calunnie. Non ci sono più forze politiche significative che prendano le difese dell’esperienza sovietica sotto la direzione di Stalin.

Stalin
Quando la borghesia proclama il fallimento definitivo del comunismo, essa utilizza la pietosa bancarotta del revisionismo per riaffermare il suo odio verso l’opera grandiosa di Lenin e di Stalin. Ma nel far ciò, essa si preoccupa più del futuro che del passato. La borghesia vuole far credere che il marxismo-leninismo sia definitivamente sotterrato, perché si rende perfettamente conto dell’attualità e della validità dell’analisi comunista. La borghesia dispone di un gran numero di quadri capaci di fare una valutazione scientifica dell’evoluzione del mondo. Inoltre essa prevede crisi sempre maggiori, sconvolgimenti di dimensioni planetarie e guerre di ogni specie. Dopo la restaurazione del capitalismo in Europa orientale e in Unione Sovietica, si sono esacerbate tutte le contraddizioni del sistema imperialista mondiale. Di fronte all'abisso della disoccupazione, della miseria, dello sfruttamento e della guerra che si apre davanti alle masse lavoratrici di tutto il mondo, soltanto il marxismo-leninismo può indicare la via della salvezza. Soltanto il marxismo-leninismo può offrire alle masse lavoratrici dei paesi capitalisti e ai popoli oppressi del terzo mondo le armi per conquistare la loro libertà. Tutto il clamore sulla fine del comunismo ha quindi lo scopo di disarmare, in previsione delle grandi lotte future, le masse oppresse del mondo intero. 
La difesa dell’opera di Stalin, che è in sostanza la difesa del marxismo-leninismo, è un compito attuale e urgente per affrontare la realtà della lotta di classe nel Nuovo Ordine mondiale. 
L’opera di Stalin è di una bruciante attualità nei paesi ex socialisti come nei paesi che conservano un orientamento socialista, nei paesi del terzo mondo come nei paesi capitalisti. 
Stalin è al centro dell’attualità nei paesi ex socialisti. 
Dopo la restaurazione del capitalismo in URSS, l’opera di Stalin ha assunto una grande importanza per comprendere i meccanismi della lotta di classe nel socialismo. 
Esiste un legame tra la restaurazione del capitalismo e la virulenta campagna contro Stalin che l’aveva preceduta. Le esplosioni di odio contro un uomo scomparso nel 1953 possono, di primo acchito, sembrare strane se non incomprensibili. Nei venticinque anni che precedettero l’avvento di Gorbacev, Breznev aveva incarnato la burocrazia, la stagnazione, la corruzione e il militarismo, Ma né in Unione Sovietica né nel mondo "libero" si è assistito a quella critica violenta, accanita, rabbiosa contro Breznev che aveva caratterizzato la crociata antistalinista. E’ evidente che, nel corso degli ultimi anni, tutti i fanatici apologeti del capitalismo e dell’imperialismo, pur di farla finita con ciò che restava del socialismo in URSS, hanno preso Stalin come bersaglio. 
Leonid Breznev

La disastrosa deriva messa in moto da Chruscèv mostra, per contrasto, la validità della maggior parte delle idee enunciate da Stalin. Stalin aveva affermato che la lotta di classe continua nel socialismo, che le vecchie forze feudali e borghesi non cessano di lottare per la restaurazione e che gli opportunisti in seno al partito, i trozkisti, i buchariniani e i nazionalisti borghesi aiutano le classi e gli strati di classe antisociali a radunare le loro forze. Chruscev dichiarò che queste tesi erano aberranti e portavano all'arbitrio. Ma nel 1992, la figura massiccia dello zar Boris si erse come un monumento a testimoniare la giustezza dell’analisi di Stalin. 
I nemici della dittatura del proletariato non hanno mai smesso di affermare che Stalin incarnava non la dittatura dei lavoratori, ma la sua personale dittatura autocratica. La parola Gulag è divenuta sinonimo di "dittatura stalinista". Orbene, quelli che erano nel Gulag ai tempi di Stalin ora fanno parte della nuova borghesia al potere. Si disse che demolire Stalin significava far rinascere la democrazia socialista. Ma sepolto Stalin, Hitler è risorto dalla sua tomba. Si sono riabilitati in Russia, in Ucraina, in Romania e in Slovacchia tutti gli eroi neri, i Vlasov, i Bandera, gli Antonescu, i Tiso e altri collaboratori dei nazisti. La caduta del muro di Berlino ha segnato la crescita dei neo-nazisti in Germania. Oggi, dinanzi allo scatenarsi del capitalismo e del fascismo in Oriente, si comprende meglio come Stalin abbia effettivamente difeso il potere operaio. 
Stalin è al centro del dibattito politico nei paesi che mantengono un indirizzo socialista. 
I mezzi di comunicazione non mancano di ricordarci continuamente che, disgraziatamente, esiste ancora un ultimo residuo di stalinismo sul pianeta. Fidel Castro resiste nella sua piccola isola come un dinosauro stalinista. Kim Il Sung ha superato Stalin nel campo del culto della personalità. I carnefici cinesi di piazza Tien An Men sono i degni eredi di Stalin. Alcuni dogmatici vietnamiti espongono ancora le foto di Ho Chi Minh e di Stalin. In breve, i quattro paesi che seguono, anche con percorsi diversi, la via socialista sono scomunicati dal mondo “civile” nel nome di Stalin. Questo incessante clamore ha anche lo scopo di suscitare e rafforzare le correnti "antistaliniste", cioè borghesi e piccolo-borghesi in questi paesi. 
L’opera di Stalin diventa sempre più attuale nei paesi del terzo mondo. 
Attualmente, nel terzo mondo tutte le forze che si oppongono alla barbarie imperialista sono perseguitate e combattute in nome della lotta contro lo stalinismo. 
Così il Partito Comunista delle Filippine, secondo i termini usati dal giornale Le Monde è recentemente caduto in preda del demone stalinista delle "purghe". Secondo un volantino del gruppo Meisone, gli "stalinisti" del Fronte Popolare di Liberazione del Tigré hanno preso il potere ad Addis Abeba. Anche in Perù si sentono ancora le tesi mao-staliniste, "questo politichese", sentenzia il signor Marcel Niedergang in Le Monde. Ci è toccato anche leggere che il Baath siriano dirige "una società chiusa, quasi stalinista"! In piena guerra del Golfo, un giornale riportava le rivelazioni di una pubblicazione sovietica che, confrontando le foto di Stalin con quelle di Saddam Hussein, avanzava l’ipotesi che Saddam fosse un figlio illegittimo del grande georgiano e gli energumeni che hanno cacciato il bravo padre Aristide da Haiti, affermano, con tutta serietà, che quest’ultimo aveva instaurato "una dittatura totalitaria"! 
L’opera di Stalin è di un’assoluta attualità per tutti i popoli che sono impegnati nella lotta per la loro emancipazione dalla dominazione imperialista. 
Stalin, così come Lenin, è il simbolo della fermezza nelle lotte di classe più accanite e spietate. Stalin dimostrò che, nelle situazioni più difficili, soltanto un atteggiamento fermo e inflessibile verso il nemico di classe permette di risolvere i problemi fondamentali delle masse lavoratrici. L’atteggiamento conciliante, opportunista, disfattista e capitolazionista conduce inevitabilmente alla catastrofe e alla rivincita sanguinaria delle forze reazionarie. 
Oggi, le masse lavoratrici del terzo mondo si trovano in una situazione difficilissima, apparentemente senza uscita, che assomiglia alla situazione dell’Unione Sovietica negli anni 1920-1933. In Mozambico, le forze più retrograde della società sono state utilizzate dalla CIA e dai servizi segreti sudafricani per massacrare 900.000 Mozambicani. I fondamentalisti indù, protetti da lungo tempo dal partito del Congresso e sostenuti da una parte della grande borghesia indiana, sprofondano l’India nel terrore. In Colombia la collusione-rivalità tra l’esercito e la polizia reazionari, la CIA e i trafficanti di droga provoca bagni di sangue tra le masse popolari. In Iraq, dove un’aggressione criminale ha provocato 200.000 morti, l’embargo imposto dai nostri grandi difensori dei diritti dell’uomo continua ad uccidere a fuoco lento decine di migliaia di bambini. 
In tutte queste situazioni estreme, l’esempio di Stalin indica la necessità di mobilitare le masse per una lotta senza tregua e vittoriosa contro un nemico pronto a tutto. 
Ma un certo numero di partiti rivoluzionari del terzo mondo, già impegnati in una lotta accanita contro l’imperialismo, ha gradualmente deviato verso il disfattismo e la capitolazione e questo processo di degenerazione è quasi sempre cominciato con un attacco contro l’opera di Stalin. La recente evoluzione dei partiti che compongono il FMLN [Fronte Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale] del Salvador ne è un esempio. All'interno del Partito Comunista delle Filippine si è sviluppata, dopo il 1985, una tendenza opportunista che voleva porre fine alla guerra popolare e aprire un processo di "riconciliazione nazionale". I testimoni di Geova, sostenitori di questa linea, si accanivano contro Stalin. Questo stesso opportunismo si è manifestato in una forma di "sinistra": volendo arrivare rapidamente al potere, alcuni hanno proposto una linea militarista ed una politica di insurrezione urbana. Alcuni responsabili di questa tendenza hanno organizzato un’epurazione del Partito a Mindanao, per mettere fine a delle infiltrazioni poliziesche: essi hanno giustiziato molte centinaia di persone in condizioni contrarie a tutte le regole del Partito. Ma quando il Comitato Centrale ha deciso di condurre una campagna di rettifica, tutti questi opportunisti si sono opposti alle "purghe staliniste"! 
José Maria Sison scrive: 
"Coloro che si oppongono più aspramente al movimento di rettifica, sono gli stessi che portano la maggiore responsabilità per le tendenze militariste, per la considerevole riduzione della nostra base di massa, per la caccia alle streghe che ha assunto proporzioni mostruose e per la degenerazione verso il gangsterismo. Essi da lungo tempo si erano impegnati in campagne di calunnie e di intrighi. Questi rinnegati si sono di fatto affiancati agli agenti segreti e agli specialisti della guerra psicologica del regime U.S.-Ramos nel tentativo di impedire al Partito Comunista delle Filippine di rafforzarsi ideologicamente, politicamente e organizzativamente." 
Il giornale Democratic Palestine, del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha aperto una discussione su Stalin. 
"Gli aspetti negativi dell’epoca di Stalin che sono stati evidenziati comprendono: la collettivizzazione forzata; la repressione della libera espressione e della democrazia nel partito e nella società; la supercentralizzazione nell’assunzione delle decisioni nel partito, nello Stato sovietico e nel movimento comunista internazionale." 
Tutte queste cosiddette "critiche" a Stalin non sono altro che la ripetizione, tale e quale, dei vecchi attacchi anticomunisti della socialdemocrazia. Imboccare questa strada e seguirla fino in fondo comporta, a breve termine, la morte del FPLP in quanto organizzazione rivoluzionaria. La traiettoria di tutti quelli che hanno intrapreso questa strada non lascia alcun dubbio in proposito. 
La recente evoluzione del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) è istruttiva a questo riguardo. Nella sua conversazione con Fidel Castro, Thomas Borge se la prende, con termini molto vivaci, con lo "stalinismo": è sotto questa maschera che si è compiuta la trasformazione del FSLN in organizzazione socialdemocratica borghese. 
L’opera di Stalin assume un nuovo significato nella situazione creatasi in Europa dopo la restaurazione capitalista nell'Est europeo. 
La guerra civile in Jugoslavia mostra in quale carneficina l’insieme del continente europeo potrebbe nuovamente precipitare se le crescenti rivalità tra le potenze imperialiste dovessero provocare una nuova grande guerra. Una tale eventualità non può più essere esclusa. L'odierna carta geografica mondiale mostra una certa somiglianza con la situazione esistente tra il 1901 e il 1914, quando le potenze imperialiste rivaleggiavano per il dominio economico sul mondo. Oggi, i rapporti tra i sei grandi centri capitalisti, Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Germania, Russia e Francia, sono divenuti molto instabili. 
Siamo entrati in un periodo nel quale le alleanze si fanno e si disfano e nel quale le battaglie economiche e commerciali si conducono con crescente vigore. La formazione di nuovi blocchi imperialisti pronti ad affrontarsi con le armi entra nel campo delle possibilità. Una guerra tra potenze imperialiste trasformerebbe tutta l’Europa in una gigantesca Jugoslavia. Di fronte ad una tale eventualità, l’opera di Stalin merita un nuovo studio. 
La lotta ideologica sulla questione di Stalin nei partiti comunisti di tutto il mondo presenta numerose caratteristiche comuni. 
In tutti i paesi capitalisti, la pressione economica, politica ed ideologica esercitata dalla borghesia sui comunisti è estremamente forte. Essa è una sorgente perenne di degenerazione, di tradimento, di lento slittamento verso il campo avverso. Ma ogni tradimento ha bisogno di una giustificazione ideologica agli occhi dello stesso soggetto che lo commette. In generale un rivoluzionario che si è messo sul piano inclinato dell’opportunismo "scopre la verità sullo stalinismo". Egli riprende, tale e quale, la versione borghese della storia del movimento rivoluzionario sotto la guida di Stalin. In effetti, i rinnegati non fanno alcuna scoperta, essi copiano semplicemente la borghesia. Perché tanti rinnegati hanno "scoperto la verità su Stalin" (naturalmente per migliorare il movimento comunista), ma nessuno di loro "ha scoperto la verità su Churchill"? Una scoperta che sarebbe d’altra parte più importante per "migliorare" la lotta antimperialista! Avendo al suo attivo mezzo secolo di crimini al servizio dell’Impero britannico (guerra in Sudafrica, terrore in India, Prima Guerra mondiale interimperialista seguita dall'intervento militare contro la Repubblica Sovietica, guerra contro l’Iraq, terrore in Kenya, scatenamento della guerra fredda, aggressione contro la Grecia antifascista, ecc.), Churchill è senza dubbio il solo politico di questo secolo paragonabile ad Hitler. 
Qualsiasi scritto politico e storico è caratterizzato dalla collocazione di classe del suo autore. Dagli anni Venti fino al 1953, la maggior parte delle pubblicazioni occidentali sull'Unione Sovietica era al servizio della lotta della borghesia e della piccola borghesia contro il socialismo sovietico. Gli scritti dei membri dei partiti comunisti e degli intellettuali di sinistra che illustravano l’esperienza sovietica costituivano una debole voce controcorrente in difesa della verità storica. In seguito, a partire dal 1956, Chruscèv e il Partito Comunista dell’Unione Sovietica hanno riproposto, in proprio, pezzo per pezzo, la storiografia borghese sul periodo staliniano. 
Da allora in poi, tutti i rivoluzionari del mondo occidentale sono stati sottoposti ad una pressione ideologica incessante riguardo al periodo cruciale dello sviluppo del movimento comunista, soprattutto il periodo di Stalin. Se Lenin ha diretto la Rivoluzione d’Ottobre e ha tracciato a grandi linee gli orientamenti per la costruzione del socialismo Stalin ha realizzato l'edificazione del socialismo per un periodo di trent'anni. Tutto l'odio della borghesia si è concentrato sull'opera titanica compiuta sotto la direzione di Stalin. Un comunista che non adotta una ferma posizione di classe nei confronti dell'informazione faziosa, unilaterale, parziale o menzognera diffusa dalla borghesia, si perderà irrimediabilmente. Per nessun altro protagonista della storia recente la borghesia ha dimostrato altrettanto interesse nell'intento di screditare e denigrare uno dei suoi avversari. Ogni comunista deve adottare un atteggiamento di sistematica diffidenza nei confronti di tutte le "informazioni" che gli offre la borghesia (e gli offrono i chruscèviani) sull'era di Stalin. E deve fare di tutto per scoprire le rare fonti di informazione alternative che difendono l’opera rivoluzionaria di Stalin. 
Al contrario, gli opportunisti nei vari partiti non osano opporsi frontalmente all'offensiva ideologica antistalinista. Malgrado sia evidente il suo scopo anticomunista, gli opportunisti si piegano sotto la sua pressione; essi dicono "sì alla critica su Stalin", ma pretendono di criticare Stalin "da sinistra". 
Oggi possiamo fare il bilancio di settant'anni di critiche "da sinistra" formulate contro l’esperienza del Partito Bolscevico sotto Stalin. Disponiamo di centinaia di opere scritte da socialdemocratici, da trozkisti, da buchariniani e da intellettuali di sinistra "indipendenti". I loro punti di vista sono stati ripresi dai chruscèviani e dai titini. Oggi possiamo comprendere meglio il vero significato di classe di questa letteratura. Tutte queste critiche hanno portato a pratiche rivoluzionarie più conseguenti di quelle incarnate nell’opera di Stalin? Le teorie sono giudicate, in definitiva, dalle pratiche sociali che suscitano. La pratica rivoluzionaria del movimento comunista mondiale sotto la guida di Stalin ha sconvolto il mondo intero e ha impresso un nuovo orientamento alla storia dell’umanità. Nel corso degli anni 1985-1990 abbiamo potuto constatare che tutte le cosiddette “critiche da sinistra” contro Stalin, simili a innumerevoli ruscelli, si sono gettate nel grande fiume dell’anticomunismo. 
Socialdemocratici, anarchici, buchariniani, trozkisti, titini, chruscèviani, ecologisti si sono tutti ritrovati nel movimento "per la libertà, la democrazia e i diritti dell’uomo", che ha liquidato quello che restava del socialismo in URSS. Tutte queste "critiche da sinistra" di Stalin hanno potuto andare fino alle estreme conseguenze delle loro scelte politiche e tutte hanno contribuito alla restaurazione di un capitalismo selvaggio, all'instaurazione di una spietata dittatura della borghesia, alla distruzione delle conquiste sociali, politiche e culturali delle masse lavoratrici e, in molti casi, all'insorgere del fascismo e delle guerre civili reazionarie. 
Tra i comunisti che, nel 1956, hanno resistito al revisionismo e hanno preso le difese di Stalin, le campagne anticomuniste si sono fatte sentire in una maniera particolare. 
Nel 1956, il Partito Comunista Cinese ebbe il coraggio di difendere l’opera di Stalin. Il suo documento A proposito dell’esperienza della dittatura del proletariato costituì un considerevole aiuto per i marxisti-leninisti di tutto il mondo. Sulla base della loro esperienza, i comunisti cinesi mossero delle critiche a certi aspetti dell’opera di Stalin. Ciò che era ed è del tutto normale in una discussione tra comunisti. 
Tuttavia, con il trascorrere del tempo, si è visto che molte delle loro critiche erano state formulate in forme troppo generali. Ciò ha influenzato negativamente molti comunisti che hanno attribuito una certa credibilità ad ogni specie di critiche opportuniste. 
Così, ad esempio, i compagni cinesi dissero che, a volte, Stalin non distingueva nettamente tra i due tipi di contraddizioni: quelle in seno al popolo, che potevano essere superate con l’educazione e la lotta, e quelle tra il popolo e i suoi nemici, che necessitavano di forme di lotta adeguate. Da questa critica generale, alcuni hanno tratto la conclusione che Stalin non ha affrontato correttamente le contraddizioni con Bucharin, ed hanno finito per adottare la linea socialdemocratica di Bucharin. 
I compagni cinesi affermarono anche che Stalin, a volte, si era ingerito negli affari degli altri partiti e che aveva ostacolato la loro indipendenza. 
Da queste critiche generali, alcuni hanno dedotto che Stalin aveva sbagliato nel condannare la politica di Tito e hanno finito per accettare il titismo come la "forma specifica jugoslava del marxismo-leninismo". I recenti avvenimenti in Jugoslavia fanno comprendere meglio come Tito, dopo la rottura con il Partito Bolscevico, abbia seguito una politica nazionalista-borghese e sia caduto sotto l’influenza americana. 
I tentennamenti e gli errori ideologici relativi alla questione di Stalin, che abbiamo appena ricordato, si sono verificati in quasi tutti i partiti marxisti-leninisti. 
Possiamo trarne una conclusione di portata generale. Per essere in grado di giudicare tutti gli episodi del periodo 1923-1953, bisogna sforzarsi di conoscere nella loro integrità la linea e la politica sostenute dal Partito Bolscevico e da Stalin. Non si può sottoscrivere alcuna critica all'opera di Stalin senza aver verificato i dati principali delle questioni dibattute e senza conoscere la versione data dalla direzione bolscevica.
















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