sabato 20 gennaio 2018

Sul fronte del grano

REDAZIONE NOICOMUNISTI

DI G. STALIN




Circa un anno fa, proprio su queste pagine, il compagno Baldelli pubblicava un sunto,(reperibile a questo link), dello studio Climate Dependence and Food Problems in Russia 1900-1990 di Nikolai M. Dronin e di Edward G. Bellinger, accademici di provata fede anticomunista, che quasi obtorto collo evidenziava gli straordinari successi raggiunti nella produzione agricola dai Piani Quinquennali elaborati dal "feroce dittatore georgiano" (naturalmente le virgolette sono d'obbligo, trattandosi di ironia).

Per avere un quadro generale completo consiglio la lettura di questo scritto del compagno Stalin intitolato Sul fronte del grano contenuto in Questioni del Leninismo, Edizioni in lingue estere, Mosca, 1946 (questo volume sarà ripubblicato nella primavera ventura dalle Edizioni Rapporti Sociali).

Impressionante è il livello di approfondimento su una questione tecnica, l'incremento della produzione cerealicola dello scritto del compagno Stalin, soprattutto se paragonato al livello delle discussioni non solo degli esponenti politici della borghesia, ma anche alla quasi totalità degli attuali leaderini e intellettuali che si definiscono comunisti; veri e propri minus habentes non solo in riferimento alla padronanza della scienza marxista, ma anche per quello che attiene all'intellettualità e alla cultura.

L'insurrezione antifascista rumena del 1944, Re Michele ed i comunisti. Una storia complessa, sotto l'insegna dell'eroismo.

REDAZIONE NOICOMUNISTI

DI LUCA BALDELLI


Recentemente, la morte di Re Michele di Romania ha rappresentato l’occasione, per vari commentatori, analisti, gente comune presente nella tribù dei social, per trarre un bilancio sulla storia della monarchia rumena, sul suo ruolo in quel tormentato, passionale, tragico secolo che è stato il ‘900. Si sono lette e sentite dichiarazioni di un manicheismo allucinante, tanto da una parte quanto dall’altra, accanto a considerazioni di buonsenso, equilibrate, argomentate e storicamente fondate. I tentativi di rappresentare il ruolo della Casata reale rumena con tinte tutte fosche o tutte rosee, hanno soltanto coperto di ridicolo chi discetta di storia e, a malapena, riesce a star dietro alla cronaca e chi, pur avendo qualche competenza e conoscenza, le mette al servizio non dell’obiettività dell’analisi, ma di uno spirito di fazione assolutamente settario, dogmatico, chiuso come una monade ad ogni apporto esterno, incapace di comprendere i salti dialettici presenti nel tessuto della storia. Non è una sorpresa notare che, in tutto questo florilegio di tifoserie, rumene e non, con poche, lodevolissime eccezioni, non si è sentita nemmeno mezza riflessione sul ruolo dei comunisti nella storia della Romania e, in particolare, nella sollevazione antifascista del 1944, epopea rispetto alla quale Re Michele e la Casata reale non furono certamente spettatori occasionali e disattenti. E’ su questo avvenimento che vogliamo incentrare dunque l’attenzione, per comprendere fino in fondo le dinamiche che interessarono il governo, la società, la monarchia nel dispiegarsi della lotta per il riscatto nazionale.

La disinformazione sull'alcolismo in URSS ed in Russia. Tecniche di manipolazione tra pubblicistica e statistica.

REDAZIONE NOICOMUNISTI

DI LUCA BALDELLI



Presentiamo un approfondito articolo del compagno Luca Baldelli su uno dei temi ricorrenti del folklore anticomunista e russofobo occidentale: la pretesa enorme diffusione dell'alcolismo nell'ex Unione Sovietica.

Dossier “OLTCIT”. Un sabotaggio in piena regola della cooperazione economica fra Est ed Ovest

REDAZIONE NOICOMUNISTI


DI LUCA BALDELLI




Una storia emblematica dell'aspetto delinquenziale del capitalismo: il sabotaggio e l'affossamento della fabbrica automobilistica romena Oltcit. Il tutto raccontatoci dal compagno Luca Baldelli.

Documenti declassificati rivelano la larga assistenza sovietica alla Polonia durante la II Guerra Mondiale

REDAZIONE NOICOMUNISTI


A cura e traduzione di Guido Fontana Ros





FONTE

Poiché la Polonia si accinge a cancellare le tracce dell'Unione Sovietica dalla sua storia, il ministero della Difesa russo ha declassificato dei documenti che registrano il largo aiuto che i sovietici fornirono ai polacchi negli anni finali della II Guerra Mondiale.

I documenti provenienti dall'Archivio centrale del ministero della Difesa russo, "fino ad ora mai pubblicati su fonti disponibili al pubblico" descrivono in dettaglio l'aiuto che la Polonia ricevette dall'Unione Sovietica durante la sua liberazione dai nazisti nel 1944-45. Secondo la documentazione, l'URSS fornì alla popolazione polacca delle aree liberate "cibo, forniture medicali, veicoli, carburante e materie prime per le imprese industriali". Questi aiuti furono prelevati dalle riserve dell'Armata Rossa sovietica e dai Commissariati dell'URSS, ha affermato il ministero della Difesa nella sua nota.


"Nel solo periodo fra il marzo e il novembre del 1945, più di 1,5 miliardi di rubli in cibo (circa 283 milioni di dollari) ai prezzi del 1945 furono assegnati per il bene della popolazione polacca e per la campagna di semina nel paese", ha detto il ministero.

"Il governo provvisorio della Polonia fu rifornito di oltre 130.000 tonnellate di cibo, 20.000 tonnellate di cotone, 100.000 tonnellate di pellami e di oltre 2.000 autocarri nella nel secondo e terzo quadrimestre del 1945", rivela il documento

I documenti dettagliano il rifornimento alla Polonia di 8.000 tonnellate di carne, di semi e attrezzature agricole per la semina. Questi furono accompagnati da ricevute firmate dai riceventi polacchi. Anche l'Armata Rossa fu coinvolta nella ricostruzione delle ferrovie e dei ponti fatti saltare in aria dalle forze naziste in ritirata dalla Polonia.

Il ministro della Difesa ha anche pubblicato un accordo fra il comando militare sovietico e il governo provvisorio della Polonia riguardante il destino delle strutture industriali e delle altre proprietà germaniche abbandonate dai nazisti nel territorio polacco. Il ministro afferma: "Venne annotato che tutti gli impianti e gli equipaggiamenti (tedeschi), senza alcuna eccezione, dovevano essere trasferiti ai polacchi. Il loro smantellamento e trasferimento furono espressamente proibiti".

Nello scorso giugno, al parlamento polacco è passato un pacchetto di emendamenti legislativi che estendevano il divieto di propaganda comunista o di qualsiasi altro regime totalitario ai nomi di edifici o di siti architettonici. Proprio all'inizio di questa settimana, le autorità locali della città di Szcecin [NDT: Stettino] hanno cominciato a smantellare un monumento ai soldati sovietici in accordo alla legge, che pone molti monumenti simili nel paese in stato di pericolo.



L'ambasciatore russo in Polonia, Sergey Andreyev, ha stigmatizzato la "legge per la decomunistizzazione" in un 'intervista per RT, dicendo: "Quale connessione vi può essere fra questi memoriali e la propaganda comunista? Sono stati eretti in memoria dei 600.000 soldati e ufficiali sovietici che morirono per liberare la Polonia nel 1944-45. Questi sono monumenti a gente che ha salvato la Polonia, perché se non fosse stato per loro, non ci sarebbe stata alcuna Polonia, né comunista, né capitalista. E non ci sarebbe stato alcun polacco.".

Il ministero russo della Difesa sta pubblicando il documento storico sul suo sito web come parte del progetto digitale "Memoria contro l'oblio", mirante alla preservazione dell'esattezza storica e al contrasto dei tentativi di falsificazione della storia.