lunedì 31 agosto 2015

I campi di concentramento USA per il popolo delle isole Aleutine

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros




FONTE



 Il Ministero degli Affari Esteri della Russia, affrontò la questione con la prima relazione speciale dedicata ai diritti umani negli Stati Uniti. La Duma di Stato russa tenne le audizioni il 22 ottobre 2012. Il documento contiene diversi esempi di discriminazione razziale e religiosa contro i cittadini degli Stati Uniti. Il film intitolato Aleut Story di recente è apparso sugli schermi. Questa è la storia dedicata agli orribili eventi del 1942, quando la popolazione delle isole Aleutine e dell'isola di Pribilof venne deportata e internata per essere sostituita. Anche adesso pochi americani hanno qualche idea su ciò che accadde.

La storia dell’internamento dei giapponesi è più o meno nota negli Stati Uniti. Nel 1940 il Giappone era il nemico principale nel Pacifico. Anche se le azioni di combattimento si svolgevano a molte miglia di distanza dagli Stati Uniti continentali, 120.000 giapponesi furono forzatamente trasferiti dalla West Coast e internati. Oltre il 60% di loro erano cittadini statunitensi.

I sentimenti anti-giapponesi erano al culmine. Non c'è da stupirsi: all'inizio degli anni 1990 la legislazione in alcuni Stati vietava ancora matrimoni misti tra asiatici e bianchi. I giapponesi furono deportati e paragonati a più parassiti. Le descrizioni più estreme dei giapponesi inclusi li dipingevano come un popolo proprio assetato di sangue . Sottolineo che la storia è legata agli americani di origine giapponese, non ai giapponesi che vivevano in Giappone. Anche gli orfani che avevano più di 1/16 di sangue giapponese furono internati! I I giapponesi furono deportati dalla costa occidentale piverso l’interno del continente e costretti a vivere in baracche inadatte per accogliere molte persone e ad affrontare a inverni rigidi. Chi avesse osato mettere il naso fuori, avrebbe rischiato di beccarsi un proiettile sparato dalla guardie.

Dopo il bombardamento giapponese di Dutch Harbor a Unalaska nel 1942, gli aleutini dell'Alaska seguirono il destino dei giapponesi americani. Il governo degli Stati Uniti dispose che chiunque avesse un ottavo o più di  sangue aleutino dovesse essere evacuato dalle isole. Nessuno disse loro dove stavano andando. Frono solamente  scaricati a forza sulle navi e portati in campi speciali (in tutto ce n’erano quattro). Le condizioni di vita erano terribili:  fame, freddo, malattie e morte...
L.C. McMillin, agente e guardia al campo di evacuazione da Pribilof a Funter Bay, inviò una lettera ai superiori esprimendo indignazione per le condizioni di vita degli indigeni. La lettera gli ritornò indetro e l'agente venne rimproverato. Le autorità non avevano voglia di conoscere le sofferenze che pativano gli  aleutini.
Non era meglio a Kilisnoo. Gli internati dovevano bere acqua fangosa e  affrontare i rigori degli inverni dell’Alaska in baracche non riscaldate. Non fu il governo federale, ma piuttosto gli indiani Tlingit, a venire in loro aiuto. Condivisero le coperte, il sale e le medicine. I tentativi di portare degli aiuti umanitari su larga scala furono arrestati dalle autorità, le petizioni inviate dalle donne aleutine per elemosinare la possibilità di riscaldare e nutrire i propri figli rimasero senza risposta. Kilisnoo era famosa per il tasso di mortalità più elevato tra gli internati. A Burnett Inlet, gli aleutini vennero fatti vivere nelle case, abbandonate dai lavoratori della fabbrica di conserve, che era abbandonata da molti anni fa. La fabbrica funzionava soltanto durante le stagioni calde, quindi non c'era il riscaldamento nelle case. C'erano muri sfondati, senza letti, senza acqua, senza energia elettrica e branche di lupi affamati si aggiravano di notte proprio dietro le mura.
Tre settimane dopo il trasferimento, William Zakharov (!), Capo della comunità degli Aleutini, inviò una denuncia alle autorità locali chiedendo di migliorare le condizioni di vita. Ci furono molte altre denunce, ma fu solo nel 1945 che i detenuti di Barnett Inlet poterono tornare a trovare le loro accoglienti case a Unalaska saccheggiate dai soldati americani.
Il campo di Ward Lake era famigerato. Era circondato da una boscaglia impraticabile, la città più vicina era solo a circa otto miglia di distanza, ma gli aleutini non potevano arrivarci. Le condizioni di vita non erano meglio che negli altri campi di internamento, un paio di caserme umide all'interno, senza luce, senza acqua, un paio di capannoni nel cortile e una piccola latrina, una sola per tutti, nei pressi del luogo destinato alla mensa. 
In tutti i quattro campi ci furono epidemie di tubercolosi, polmonite e di malattie della pelle con molti decessi. Tutti ne patirono, adulti e bambini. L'approvvigionamento di cibo era solo il 20% di quanto richiesto. La gente stava morendo di fame e di mancanza di cure mediche (1).
Non importa quanto deboli fossero, gli uomini furono costretti a lavorare nella pesca marittima. Diventarono schiavi, minacciati in caso di rifiuto di rimanere nei campi per sempre con le loro famiglie (2). Gli Aleuti cercavano di trovare un reddito aggiuntivo, un posto dove non sarebbero stati costretti a lavorare per niente, ma le autorità federali vigilarono con solerzia per farli rimanere dove si trovavano. Le richieste di massa per il permesso di lavoro, in modo che gli uomini potessero sfamare le loro famiglie, vennero rifiutate. Le autorità usarono la massima parsimonia per tutto: cibo, materiali da costruzione, medicine. Gli aleutini pagarono con la loro vita.
I soldati americani non solo saccheggiarono le case, ma anche le chiese. Erano chiese ortodosse prevalentemente greche. Storicamente gli Aleuti finirono sotto l'influenza culturale della Russia, che aveva una salda fede rnella sua chiesa. Pietro l'Aleuta è venerato come santo per essere stato torturato e ucciso dagli spagnoli nel 1815 essendosi rifiutato di convertirsi al cattolicesimo. La storia divenne nota nel mondo grazie alla testimonianza di Ivan Kiglay, un lavoratore portuale aleutino originario da Kadiak, che riuscì a liberarsi dalla prigionia. SSalta all’occhio quanti aleutini, internati dagli americani, avessero nomi russi, per esempio come: Lestenkov, Prokopiev e Zakharov,.
Oggi alcuni aleutini  visitano le tombe dei loro predecessori che non sono sopravvissuti all'internamento. I testimoni di quegli eventi lontani sono sicuri che il trattamento crudele degli aleutini americani, allo stesso modo degli americani di origine giapponese, non si può spiegare con esigenze belliche, ma piuttosto con il pregiudizio razziale.
La storia degli aleutini  è un racconto di un internamento coatto, del fatto che, anche dopo decine di anni s, non è possibile ottenere alcun risarcimento per coloro che hanno sofferto o anche solo delle scuse dai poteri degli Stati Uniti. Trattando della risposta del pubblico al film, sembra che abbia toccato soprattutto coloro, che hanno una diretta relazione cogli eventi, coloro che studiano la storia locale e un gruppo di uomini dei media che ha scritto su di essa. Il fatto che patirono l’internamento non solo i giapponesi, ma  anche gli aleutini, non è diventato di dominio del grande pubblico. La storia degli aleutini si è persa nell’oceano della produzione dell'industria cinematografica statunitense.
(1) «Aleutine Internment Camps: The untold US atrocity» (CENSORED NEWS, 8.11.12)
(2) Ibidem.

Per chi volesse vedere il film...

Le sanzioni hanno fallito. Il "Compra russo" sta funzionando

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros


Sui media occidentali non si fa che leggere di difficoltà e penuria di beni di consumo per i cittadini della Federazione Russa, causati dalle sanzioni occidentali.

La realtà è ben diversa: le sanzioni hanno causato l'embargo russo verso molti prodotti occidentali, soprattutto afferenti al mercato alimentare. Il risultato è stato disastroso, non per la Russia ma per i produttori agricoli e alimentari occidentali. Al contrario, dopo un anno, si può dire che l'embargo è stato un grandissimo stimolo per una grande crescita della produzione delle aziende agroalimentari russe.
I mercati russi rigurgitano di prodotti alimentari di ogni sorta come viene testimoniato da numerosi viaggiatori occidentali e dagli articoli che si trovano sulla stampa russa.
Per l'appunto presentiamo la traduzione di un articolo sulla situazione dei mercati alimentari nella zona di San Pietroburgo.
Dal sito web www.strategic-culture.org 

Le sanzioni hanno fallito. Il "Compra russo" sta funzionando



E' ormai più di un anno che la Russia ha imposto l'embargo alimentare all'UE e agli altri Stati che avevano applicato sanzioni a causa dell’assorbimento della Crimea e dell’intervento nel sud-est dell'Ucraina. I risultati del cambiamento a fornitori d'oltremare e la crescita della produzione di merci nazionali in sostituzione delle importazioni grazie agli sforzi dei produttori nazionali sono ormai abbastanza chiari.
In questa breve relazione, sulla base di visite a punti di vendita che vanno da negozi e bancarelle agli ipermercati, dal centro di San Pietroburgo a piccoli centri a 80 km nell'entroterra, cercherò di dare un senso a ciò che è accaduto, di come è cambiata la sporta della spesa dei russi e di quali sono le linee di tendenza principali. In altre parole, vorrei iniziare con un numero di piccole e specifiche osservazioni e finire con alcune generalizzazioni e previsioni degli ampi processi in corso e di come possono influenzare il commercio alimentare globale.
La provenienza del cibo, nella catena di vendita al dettaglio della Russia, è abbastanza facile da determinare. Molti venditori di tutto l'universo della distribuzione al dettaglio identificano il paese straniero o la regione nazionale da cui proviene un determinato prodotto. E al livello popolare dei mercati comunali, i venditori fanno un passo ulteriore, in qualità di venditori ambulanti per determinate aree di produzione che sono in vista al pubblico. Oggi questo riguarda in particolare i prodotti della Crimea come vini, fragole, pomodori e simili. Poi ci sono le primizie particolarmente redditizie di frutta e verdura provenienti dal Sud russo, il che significa dalla zona Rostov-on-Don giù nella regione di Krasnodar enormemente fertile. In modo molto molto sentimentale, i venditori delle bancarelle del mercato stanno promuovendo l’autosufficienza, stato d'animo patriottico che oggi è molto in voga in tutta la società russa.
A questo proposito, è stato particolarmente istruttivo trascorrere qualche ora in uno dei più prestigiosi mercati comunali nel centro di San Pietroburgo, il Maltsevsky Rynok. I pescivendoli nel corso delle mie numerose visite sono stati loquaci e ben informati. Il loro assortimento è cambiato radicalmente dopo l'introduzione dell'embargo. Le orate e le spigole degli allevamenti greci non ci sono più. Il pesce di origine russa ha intensificato la sua presenza. Il più grande lago d'acqua dolce d'Europa, il Ladoga, che si trova a soli 40 km dalla capitale del Nord, ora è un grande produttore di varietà di pesce selvatico in offerta, dal coregone (sig) che è un pesce di lago favorito anche nella vicina Finlandia, alla grande trota di lago che si avvicina alle dimensioni di un salmone. Si trovano anche le trote d'allevamento della repubblica di Carelia, che confina con la regione di Leningrado sulle coste nord ed est del Ladoga.
L'industria della pesca della regione di Murmansk, nel nord-est, a 1.000 km da San Pietroburgo, ha intensificato la sua presenza nel mercato, oltre alla fornitura tradizionale di passera di mare e di altri pesci di fascia bassa, provvede il mercato della varietà gorbusha di salmone che è originario del Far East. Il gorbusha venne introdotto in queste acque del nord in epoca sovietica e ora ha fatto ritorno al mercato in sostituzione delle importazioni. Il gorbusha arriva qui, intero e fresco con le sacche delle uova intatte. La bottarga cruda è ora disponibile anche sulle bancarelle a prezzi bassi per coloro che sono desiderosi di pulire e salare il proprio caviale rosso con un risparmio del 80% sul prezzo della varietà in scatola.
Sta tenendo banco al Rynok l'offerta di pesci di pregio, vale a dire i classici come il granchio della Kamchatka e il caviale nero (ora certificato), lo storione affumicato e le anguille. Lo stesso vale per lo storione nazionale fresco, che arriva al mercato di San Pietroburgo in diretta dal settore della pesca del Daghestan, repubblica confinante con il Mar Caspio. Inoltre, hanno fatto la loro comparsa nuove categorie di pesce affumicato di alta qualità dai fiumi siberiani.
Il salmone norvegese è ormai un lontano ricordo. Tuttavia, questo re dei pesci d'allevamento viene ancora importato e anche legalmente, attraverso un nuovo fornitore. Le Isole Faroe, nominalmente parte dello Stato danese, ma non membri dell'UE, sin dall’inizio hanno trasgredito le sanzioni anti-russe. Non ci si aspetterebbe che il proprio pescivendolo di fiducia sia uno specialista di geografia  per non parlare di geopolitica,  ma il mio del Maltsevsky Rynok mi ha raccontato tutto delle Isole Faroe prima che avessi la possibilità di guardare il tutto in Wikipedia.
Se ho dedicato un sacco di attenzione al pesce, è perché i modelli di consumo russi sono cambiati negli ultimi anni e continueranno a evolversi anche se il mercato alimentare nel suo complesso è in fase di cambiamento. In passato, l'atteggiamento dei consumatori qui era piuttosto simile a quello dei consumatori della Serbia, dove c'era il comune detto: “il miglior pesce è il maiale”. Questo era giustificato nel caso russo dalla natura repellente del pesce in vendita nell’epoca sovietica sia nei mercati che nei negozi al dettaglio: congelato, pesce di qualità “industriale” visualizzato in varie fasi di rigor mortis. Ora banchi di pesce fresco sono comuni non solo nei mercati comunali del centro e nei supermercati, ma anche nei punti vendita delle catene di negozi in periferia e nell'entroterra. Il prezzo del sig o gorbusha può essere ben fuori dalla lista della spesa della maggior parte dei consumatori, ma la diffusione geografica ha raggiunto i consumatori della classe media ovunque essi vivano.
Per le carni, la frutta e la verdura, è meno evidente al Rynok. quali cambiamenti si siano verificati nelle fonti di provenienza. Dato il visibile controllo degli stand da parte di “rappresentanti delle nazionalità del Caucaso” o da parte di asiatici centrali, la tendenza di questi prodotti è quella di provenire, sia nel passato che nel presente, da luoghi come l'Azerbaigian, la Turchia o l'Uzbekistan, piuttosto che dall'Europa occidentale. I prezzi sono alti, ma l'aspetto è eccellente.
Passando alla fascia superiore rispetto ai mercati comunali, in un emporio alimentare privato all'interno del grande magazzino Stockmann a San Pietroburgo, emergono nuove fonti di approvvigionamento di prodotti russi recentemente anche in questo grave arbitro del cibo di tendenza. Il pesce importato rimane in offerta, ma con i fornitori cambiati per ottemperare alla legge. Dove c'era il pesce greco, ora è sostituito da quello turco.
Tuttavia, il cambiamento più grande sembra essere nell’offerta di pesce affumicato. Si tratta di una varietà di prodotti molto popolare per cui i russi a lungo si sono rivolti ai finlandesi. Era un’abitudine della classe media di san Pietroburgo San Pietroburgo fare le gite di fine settimana attraversando il confine verso Lappeenranta per fare acquisti di pesce affumicato di qualità superiore per sé e per i parenti. Ora il negozio di prodotti finlandesi a San Pietroburgo ha riempito i suoi banchi di pesce affumicato con prodotti russi che hanno un bell’aspetto e un buon sapore, autenticamente affumicati con fuoco di legna e costano il 40% in meno di quelli della Finlandia. Sarebbe giusto dire, data la qualità di quello che ho provato, che i maestri russi hanno alzato il livello della loro offerta eguagliando o facendo meglio di ciò che si fa all'estero, ora che il “Made in Russia” è diventato una fonte di orgoglio per i consumatori nazionali, piuttosto che un punto di scherno, come in passato.
I vini sono una categoria di prodotto che anche si sta muovendo con la politica. Anche se non vi è alcun embargo russo sui vini provenienti dai paesi che partecipano alle sanzioni e tutti i vini francesi, spagnoli e italiani di ieri sono presenti anche oggi sugli scaffali dei negozi, il posto d'onore è dato ai vini della Crimea e del Sud della Russia ovunque si vada. Da Stockmann c'è un’iniziativa correlata a un riconoscimento delle realtà politiche; stanno attualmente promuovendo i vini dell'Abkhazia, la provincia secessionista della Georgia ora sotto la protezione russa.
Una marea che sale solleva tutte le barche. I contadini russi si sono mossi rapidamente per occupare nicchie abbandonate dagli europei occidentali in una varietà di categorie di prodotti. Ci sembra essere un esempio calzante quello del pollame, per essere più precisi, nelle anatre. Stockmann ora mette in vendita anatre intere da 2 kg, eviscerate, preconfezionate e refrigerate provenienti da Rostov-sul-Don. Questo è davvero notevole in quanto affronta un problema che ostacolava nel recente passato anche ristoratori altamente patriottici: l'assenza di porzioni e la coerenza delle forniture, che li costringeva a lavorare solo con le anatre congelate francesi standardizzate. Le aziende agricole russe ora sembrano aver raccolto la sfida.
Meno comunemente, alcune categorie di prodotti sono semplicemente scomparse con la partenza degli europei. Ad esempio, le zuppe surgelate che erano fornite in passato da Polonia e Ungheria, che offrivano prodotti dal loro mercato nazionale che riscontravano le aspettative del gusto dei consumatori russi. Con l'embargo, tali prodotti sono scomparsi e finora non ci sono stati russi o altri ad aver riempito lo spazio.
Lo stesso vale per alcune categorie di formaggi. Considerando che la Serbia è ora la fornitrice del formaggio tipo feta, che arrivava dalla Grecia e che i produttori nazionali russi stanno offrendo sostituti decenti della mozzarella per sostituire il prodotto italiano vietato, i formaggi a pasta dura non hanno ancora trovato dei produttori credibili in Russia o delle fonti alternative comparabili al di fuori dell'UE. A dire il vero, alcuni supermercati sembrano ancora avere una ricca offerta di formaggi che solleva questioni di legalità; tuttavia, l'intensificazione dei controlli e in particolare, l'autorizzazione appena approvata di distruggere le merci di contrabbando alla frontiera, possono spazzare via presto i consumi illegali di formaggio. 
Nonostante quanto detto sopra, una passeggiata attraverso i rivenditori di generi alimentari russi, per quanto riguarda tutti i prezzi, dimostra che quasi tutte le categorie di prodotti che venivano offerte prima delle sanzioni e dell'embargo rimangono disponibili. Molti prodotti nazionali hanno mantenuto i loro prezzi in rubli, nel senso che costano ora il 40% meno dei beni comparabili in Europa occidentale. Le nuove fonti estere sono spesso provenienti dai paesi in via di sviluppo, nel senso che hanno un prezzo al di sotto dei livelli europei. Invece altri beni importati riflettono il tasso di cambio sfavorevole del rublo e sono un terzo o più alti come prezzo rispetto a prima delle sanzioni.
I mercati trovano sempre un equilibrio tra domanda e offerta. Grazie alle esortazioni della classe politica per la sostituzione delle importazioni, ci doveva essere un cambiamento radicale nella percezione dei consumatori verso i prodotti alimentari di produzione nazionale. La mia conclusione prevalente ricavata dalle visite ai rivenditori e vedendo come le merci sono promosse è che “Compra russo” sta funzionando perché corrisponde al nuovo, patriottico stato d'animo.
A sua volta, l'aumento della domanda a livello nazionale ha portato i primi produttori che possono offrire prodotti alimentari autenticamente di classe mondiale ad avere prezzi in linea con il potere di acquisto della classe media. E si può aggiungere a questo quadro il maggiore assortimento di verdure di produzione locale in serra. Questa produzione era marginale quando i prodotti olandesi e polacchi  detenevano il mercato con prezzi competitivi basati su economie di scala in tutta l'UE. Ma ora i produttori locali di frutta e ortaggi da serra, nelle varie aree metropolitane si sono rinvigoriti diventando fornitori primari dei negozi.
Tutto questo deve essere letto nel contesto della storia russa, quando, negli anni immediatamente precedenti la Rivoluzione russa, le riforme agricole di Petr Stolypin stavano mettendo a frutto la loro magia e la Russia era un grande esportatore di prodotti agricoli, non solo di gran, ma anche di altri prodotti alimentari di base, al punto che nel 1912, la Russia spediva il burro in Danimarca.
Considerando che la Russia oggi è di nuovo uno degli esportatori top di grano nel mondo, era difficile immaginare che potrebbe essere un esportatore di altri prodotti agricoli che sono grano-dipendenti, come il pollame e la carne di maiale, per non parlare di essere esportatore di alimenti di categoria completamente diversa che richiedono maggiore lavoro.
Date le linee di tendenza degli ultimi 18 mesi, queste possibilità possono essere prese in considerazione. In questo senso, la resa dei conti della Russia con l'Ucraina e le sanzioni imposte possono eventualmente costare all’Europa molto di più rispetto alle presenti o future vendite scontate di prodotti europei in Russia. Esse possono comportare la risurrezione di una superpotenza alimentare che compete nella esportazione con l'UE sui mercati mondiali.



domenica 30 agosto 2015

Le cause della I Guerra Mondiale (IV parte)

REDAZIONE NOICOMUNISTI


Traduzione di Guido Fontana Ros



Dopo le analisi sui retroscena diplomatici dello scoppio della I Guerra Mondiale ad opera di Nikolai Starikov, presentiamo la traduzione della quarta parte di quattro, di un saggio del marxista USA Sam Williams che ne analizza le cause strutturali dal punto di vista marxista.

venerdì 28 agosto 2015

Ishchenko: la Russia presto potrebbe ricorrere all'aviazione contro l'esercito ucraino

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros


FONTE

Articolo pubblicato il 27 agosto 2015 sul sito web Fortruss.blogspot.com, tradotto dal russo in inglese da Soviet Bear. L'autore è Maxim Karpenko e in russo lo si trova su PolitNavigator.

Nel caso che il bombardamento delle zone residenziali di Donetsk si intensifichi, la Russia avrà il diritto di inviare l'aviazione per sopprimere le postazioni nemiche d'artiglieria, ha detto l'analista politico Rostislav Ishchenko in una trasmissione del canale televisivo di "Spa".
Secondo lui, l'Ucraina sta provocando la milizia a un assalto al fine di darle la colpa per la violazione degli accordi di Minsk.
"Hanno bisogno di provocare il NAF all'offensiva per dire che l'accordo di Minsk è stato violato dalle milizie. Chi inizierà ad attaccare, sarà chi ha denunciato gli accordi di Minsk. Che sarà l'unica cosa che l'UE e l'OSCE vedranno. Per fare questo i bombardamenti terroristici devono continuare, ma il UAF non può aumentarli all'infinito, nel momento in cui comincerà a cancellare letteralmente Donetsk dalla faccia della terra, la Russia avrà non solo il diritto ma anche il dovere di intervenire e di sopprimere queste batterie di artiglieria con forza aerea Non c'è bisogno di attraversare il confine per fare questo, è possibile inviare gli aerei e risolvere il problema ", ha detto Ishchenko.
Poco prima l'ex ministro della gioventù dell'Ucraina Dmitro Bulatov che è stato in una zona di combattimento aveva riferito di voli dimostrativi di 6 caccia russi vicino alle posizioni ucraine.
"Oggi verso le ore 7.00, 5 aerei da caccia russi hanno sorvolato Luhansk. Sì, jet russi. Le fonti di informazione sono affidabili, su entrambi i lati. Questi velivoli erano visibili anche dalla città di Schastye, regione di Luhansk e dalle alture circostanti.
I voli di aerei militari russi sono cominciati su territorio occupato nelle zone vicino alla linea prima linea e continuano in alcuni luoghi. Non è escluso che nel prossimo futuro ci saranno i primi voli sul nostro territorio. Brevi e imprevedibili.
"Anche noi abbiamo qualcosina e sapremo come dare loro soddisfazione", ha scritto l'ex ministro sulla sua pagina su Facebook.


martedì 25 agosto 2015

Chi sta facendo tintinnare le sciabole in Europa Orientale?

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros



Stiamo assistendo a un aumento in progressione geometrica delle esercitazioni USA/NATO ai confini della Russia. Il Pentagono schiera sempre più truppe e mezzi in Europa Orientale. Segnali cui la Russia darà presto una risposta.
A questo si aggiungano alcune voci sul fatto che Poroshenkho, nei recenti colloqui di Berlino con la Merkel e Hollande, abbia chiesto l'intervento della Forza di Intervento Rapido della Nato, con il pretesto di un'operazione di peacekeeping, al fine di sigillare il confine delle 2 Repubbliche della Novorussia con la Federazione Russa.
Il quadro è preoccupante.


TRADUZIONE IN PDF

FONTE

sabato 22 agosto 2015

23 agosto 1939

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros



76 anni fa, URSS e Germania nazista siglavano un patto di non aggressione, il famigerato Patto Molotov-Ribbentrop. Famigerato perché, da 76 anni, è uno degli argomenti favoriti per infangare l'operato del compagno Stalin e dell'URSS. Abbiamo già in passato pubblicato su queste pagine, un articolo che ristabilisce la verità storica (qui). Torniamo a farlo perché repetita juvant.
Presentiamo un articolo sintetico ma molto chiaro e comprensibile dello storico Michael Jabara Carley, docente di storia all'Università di Montréal in Canada, sicuramente non un comunista. L'articolo è stato pubblicato dal sito www.strategic-culture.org, il 22/08/2015.

La traduzione:

Il 23 agosto segna l'anniversario del patto di non aggressione nazi-sovietico che permise alla Germania hitleriana di attaccare la Polonia nove giorni dopo, senza il timore di intervento sovietico contro di essa. Senza dubbio nei commenti dei media mainstream occidentali, ci sarà un florilegio circa il dittatore sovietico Joseph Stalin che <<tradisce>> i suoi sedicenti <<alleati>> francesi e britannici, sulla <<Polonia pugnalata alle spalle>>, sulla <<collusione>> con Adolf Hitler e così via.
Si tratta di un evento annuale, atteso con ansia dai propagandisti occidentali russofobi, volto a rammentarci l’iniquo ruolo sovietico nell’avvio della Seconda Guerra Mondiale. Al giorno d'oggi, naturalmente, quando i media mainstream dicono <<sovietico>>, vogliono che pensiate alla Russia e al suo presidente Vladimir Putin. I <<giornalisti>> occidentali non possono avere altro in testa su Putin: a volte è un altro Hitler, a volte è un'altro Stalin.
Quando si tratta della Seconda Guerra Mondiale, la Polonia è al di sopra di ogni critica e ottiene un sacco di simpatia in occidente, in quanto fu la prima <<vittima>> sia della Germania nazista chee dell'Unione Sovietica. La Wehrmacht invase la Polonia il 1° settembre e l'Armata Rossa si mosse da oriente 17 giorni più tardi. Fu una <<pugnalata alle spalle>> sovietica.
O piuttosto fu un’altra cosa? Winston Churchill, allora Primo Lord dell'Ammiragliato, vide le cose in modo diverso. In una trasmissione della BBC il 1° ottobre 1939, osservava che l'azione sovietica <<era chiaramente necessaria per la sicurezza della Russia contro la minaccia nazista>>. Dato che il governo polacco era già crollato, meglio per l'URSS essere in quei confini orientali della Germania nazista.
Nel corso del 1930 la Polonia svolgeva il ruolo di guastatore. Era un quasi-dittatura di estrema destra, antisemita e comprensiva verso il fascismo. Nel 1934 l'Unione Sovietica lanciava l'allarme su Hitler e la Polonia firmava un patto di non aggressione a Berlino. Chi ha pugnalato alla schiena chi? La Francia aveva un'alleanza formale con la Polonia e si sentì tradita. Fino al 1939 la Polonia fece tutto il possibile per sabotare gli sforzi sovietici per costruire un'alleanza antinazista, sulla base della coalizione antitedesca della Prima Guerra Mondiale con Francia, Gran Bretagna, Italia, e nel 1917 gli Stati Uniti. Può sorprendere, ma Maksim Litvinov, il commissario sovietico per gli Affari Esteri, vedeva l'Italia fascista come parte di un'alleanza difensiva contro la Germania hitleriana. Litvinov avrebbe anche voluto portare la Polonia nella sua coalizione antinazista e nel 1934 mise in guardia il suo omologo polacco, Józef Beck, del pericolo di Hitler. Beck lo derise.
La Polonia si sentiva intrappolata tra due grandi potenze ostili, ma delle due, l'URSS era di gran lunga il suo <<peggior nemico>>. Queste erano vecchi orientamenti politici; la russofobia polacca risaliva a molti secoli addietro. Nel 1934-1935, quando l'Unione Sovietica cercò di stipulare un patto di mutua assistenza con la Francia, la Polonia tentò di ostacolarla. Nel 1938, durante la crisi cecoslovacca, il ministro degli Esteri Beck disse che se lo scopo di Hitler era quello di ottenere i territori dei Sudeti, la Polonia avrebbe dovuto  avere il distretto di Teschen. In altre parole, se Hitler ottiene il suo bottino, noi polacchi vogliamo la nostra parte. Litvinov accusò Beck di essere nelle mani di Hitler, ma Beck lo lo derise nuovamente. La Polonia fu complice di Hitler nel 1938, prima di diventare la sua vittima nel 1939.
Che dire della Francia e della Gran Bretagna? L'URSS vedeva la Francia come un <<perno>> della sicurezza collettiva in Europa. Supportato da Stalin, Litvinov avvertì i suoi omologhi occidentali che Hitler era indirizzato alla guerra e che era essenziale organizzare un'alleanza difensiva contro di lui. Fu Litvinov, non Churchill, a concepire per primo una <<grande alleanza>> contro Hitler. Purtroppo, la politica sovietica subì una battuta d’arresto dopo l’altra. La coalizione di Litvinov  diventò la Grande Alleanza che non Ci Fu Mai.
Come fu possibile? Tra le altre ragioni, fu perché le élite conservatrici di Gran Bretagna e Francia e anche dell’Europa in generale, temevano il bolscevismo più del nazismo. Ci furono importanti eccezioni, naturalmente, a questa regola generale; i diplomatici sovietici li chiamavano <<corvi bianchi>>. I nazisti erano ammirati per la loro virilità e mascolinità. L'odore del cuoio e del sudore fascista era un potente afrodisiaco per le insicure, estenuate, élite europee che videro la Germania nazista come un baluardo contro il bolscevismo.
Il Primo ministro britannico Neville Chamberlain temeva la vittoria alleata insieme all'Unione Sovietica più d quanto temesse la sconfitta per mano della Germania nazista. Una vittoria dell'Armata Rossa, con il bolscevismo al seguito, avrebbe potuto avanzare nel cuore dell'Europa. <<Ho incontrato Hitler><, Chamberlain dichiarava nel settembre 1938 dopo una delle sue tre visite in Germania, <<e credo in lui>>. Ma gli accordi di Monaco di Baviera, che sacrificarono la Cecoslovacchia, servirono solo da incoraggiamento alle ulteriori aggressioni naziste.
Ci fu un'ultima possibilità nel 1939 di concludere un'alleanza contro la Germania nazista. Anche in questo caso, la parte sovietica prese l'iniziativa. E ancora gli inglesi, seguiti a malincuore dai francesi, strascicarono i loro piedi (la tirarono per le lunghe). In realtà, se leggete i giornali diplomatici sovietici dalla metà alla fine degli anni ‘30, è difficile evitare la conclusione che la Gran Bretagna fosse a capo dei sabotatori della sicurezza collettiva sovietica. Stalin licenziò l'apparentemente donchisciottesco commissario Litvinov all'inizio del maggio 1939 e lo ha sostituì con il più duro Vyacheslav Molotov. Forse i negoziatori francesi e britannici avrebbero preso più sul serio Molotov. Non è successo. Ancora la tirarono per le lunghe, con il risultato che, gli ultimi negoziati tenuti a Mosca nell’agosto 1939, fallirono. Non è grave, concluse Stalin  e così fece un accordo con Hitler per evitare la guerra a fianco di alleati inaffidabili.
Il capitolo finale di questa abissale storia si è verificò durante l'autunno del 1939 e l'inverno del 1940, quando la parte britannica decise di pubblicare una raccolta di telegrammi e dispacci, un cosiddetto Libro Bianco, sui negoziati del 1939. Il loro obiettivo era quello di dimostrare che la colpa del fallimento dei negoziati ricadeva sulla parte sovietica, non su quella inglese o francese. Il Libro Bianco fu abbozzato nel mese di gennaio 1940 e il Foreign Office britannico era impaziente di pubblicare.
L'intera operazione si rivelò un fiasco perché il Quai d'Orsay, il ministero degli Esteri francese, aveva avuto <<alcuni dubbi>> circa la pubblicazione e pose il veto. I diplomatici francesi erano maestri di eufemismo. A Parigi pensarono che il Libro Bianco avrebbe potuto essere interpretato per dimostrare che la parte sovietica era seriamente intenzionato a concludere un'alleanza antinazista mentre loro, i francesi e inglesi, non lo erano. Il Libro Bianco provocò  un’irritazione supplementare a Parigi, perché ometteva di dimostrare che la Francia era stata più determinata di Londra per un accordo con  per l'accordo con Mosca. Il Quai d'Orsay minacciò di pubblicare un proprio Livre Jaune per salvare la credibilità della Francia, anche se c'era ben poco da salvare.
Anche il governo polacco in esilio non era troppo ansioso per la pubblicazione da quando la Polonia aveva cercato di ostacolare i colloqui del 1939. Questo cominciava a sembrare un diverbio tra malfattori. Per aggiungere imbarazzo, un alto funzionario del Foreign Office era preoccupato che il Libro bianco fosse <<tendenzioso>>. Un altro funzionario era preoccupato dalla reazione degli Stati Uniti. Gli americani avrebbero creduto alla versione inglese <<dato che la nostra reputazione [negli Stati Uniti] di dire la verità, non è troppo brillante>>? Poi c'era la preoccupazione aggiuntiva che l'URSS potesse pubblicare il proprio resoconto. Cosa sarebbe successo se l'opinione pubblica avesse ritenuto veritiera la versione russa e non quella inglese? Alla fine, il governo britannico saggiamente decise di non pubblicare il Libro bianco. Venne rapidamente dimenticato durante le catastrofi militari che sommersero la Gran Bretagna e Francia nella primavera del 1940.
Ecco il contesto reale del patto di non aggressione nazi-sovietico di cui non si sentirà mai parlare nei media mainstream occidentali. Gli storici occidentali hanno cercato con forza di spiegare la pacificazione e di salvare la reputazione di Chamberlain. Ma anche i diplomatici britannici e francesi sentirono allora il bisogno di nascondere la loro condotta, per paura che fosse addossata lor la colpa del fallimento dell’alleanza nel 1939. <<Abbiamo tagliato fuori una figura piuttosto spiacevole>> disse un funzionario del Foreign Office. E fecero anche di più. Fu la simpatia per il fascismo, che confuse l’ovest riguardo a Hitler.
Che commedia. E quanti scrupoli a Londra. In questi giorni i governi occidentali e i da loro <<ispirati>> giornalisti, se li si può chiamare giornalisti, non si preoccupano di quanto <<tendenzioso>> possa essere un argomento quando si tratta di infangare la Federazione Russa. Tutto è permesso. Dovremmo lasciarli equiparare i ruoli dell’URSS e della Germania nazista per l'avvio della Seconda Guerra Mondiale? Certamente no. Fu Hitler a volere la guerra e i britannici e i francesi, in particolare i britannici, che più volte gli tennero bordone, rifiutarono le proposte sovietiche per la sicurezza collettiva e fecero pressioni la Francia per fare lo stesso. Allora e solo allora Stalin cercò di placare Hitler attraverso il patto di non aggressione. Come poi sì scoprì, l'appeasement sovietico non funzionò meglio per l'URSS di quanto non l’avesse  fatto per la Francia e la Gran Bretagna. Infatti, nel giugno 1941 si rivelò una catastrofe.
Se i fatti indiscutibili e la storia reale avessero una qualche importanza, il media mainstream avrebbero meno armi nella loro cassetta degli attrezzi della propaganda volgare con cui attaccare il Presidente Putin e la Russia. Purtroppo, i propagandisti occidentali non prestano molta attenzione a ciò che è realmente accaduto in passato che tanto assomiglia a ciò che sta accadendo nel presente. Proprio perché c’è un pericolo questi spacciatori di falsità devono essere contrastati pubblicamente.

martedì 18 agosto 2015

L'Olocausto dei nativi americani: ammonta a 65 milioni di persone

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros


L'olocausto più grande della storia riguarda i nativi americani, ma nel mainstream è vietato parlarne come di olocausto. Si sa, di olocausto, nella storia c’è n’è stato solo uno…



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FONTE


Operazione Unthinkable: il piano di Churchill per dare inizio alla III Guerra Mondiale

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros


Mentre continua la guerra nel Pacifico, nell'Europa ridotta a un cumulo di macerie fumanti, la Germania schiacciata dall'Armata Rossa si arrende. Finalmente il più grande massacro che abbia mai visto l'umanità è terminato. C'è però chi non ne ha abbastanza, bisogna portare avanti il compito che Hitler non è riuscito a portare a termine: la distruzione dell'URSS.
Churchill progetta di attaccare l'URSS.

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FONTE 1

FONTE 2



martedì 11 agosto 2015

Oltre il compromesso

REDAZIONE NOICOMUNISTI


Traduzione di Guido Fontana Ros

Nello sforzo di fornire fonti primarie per un dibattito serio sulla situazione greca presentiamo la traduzione di una recente intervista ad Alexis Tsipras.


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FONTE


sabato 8 agosto 2015

La geopolitica dietro alla guerra in Yemen

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros

Presentiamo un'interessante analisi delle reali motivazioni sottese all'attuale crisi che sta distruggendo lo stato arabo dello Yemen. 
Il conflitto non ha nulla a che fare con motivazioni religiose, di conflitto tra sunniti e sciti. In realtà è legato alla posizione geografica del paese geografica che permette il controllo delle rotte marittime energetiche

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FONTE PRIMA PARTE

FONTE SECONDA PARTE




mercoledì 5 agosto 2015

L’ULTIMATUM DI PUTIN: MINACCIA GUERRA AL SOSTEGNO DI ERDOGAN ALL’ISIS

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros

Finisce il riavvicinamento Russia-Turchia, dopo gli accordi preliminari per il gasdotto South Stream? Da 2 giorni circolano per il web notizie circa un duro confronto verbale tra Putin e l’ambasciatore turco a Mosca.  Il casus belli sarebbe l’appoggio turco ai tagliagole dell’ISIS.

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martedì 4 agosto 2015

Chi firmò la condanna a morte della Francia nel 1940?

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros



Non molti sanno dello strano andamento delle vicende dell'inizio della II Guerra Mondiale. Il saggista russo Nikolai Starikov in questo articolo illustra i retroscena che causarono il repentino crollo della Francia nel maggio del 1940. Non fu solo opera della formidabile macchina bellica nazista e della bravura dei suoi generali, altre forze diedero un contributo fondamentale alla capitolazione della Francia.
Lo stesso Hitler a lungo esitò prima di proseguire la guerra dopo aver annientato la Polonia.

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FONTE