venerdì 28 febbraio 2014

La ricerca della verità su Stalin


REDAZIONE NOICOMUNISTI

di Guido Fontana Ros

Traduzione di Guido Fontana Ros 


Venerdì, 08 settembre 2010 16:50 Yuri Yemelianov



Uno dei traditori: M. Gorbachev 


Recensione del libro di Yuri Zhukov' ”Inoi Stalin” (“Stalin differente”) 

Il collasso del sistema socialista in Unione Sovietica e in alcuni altri paesi d'Europa, la disintegrazione del blocco socialista e delll'URS furono preceduti da un'intensa propaganda antisovietica. Questa propaganda era sponsorizzata dall'occidente e organizzata dalla Quinta Colonna nazionale (in URSS, i membri più influenti della Quinta Colonna furono i leader del PCUS come M. Gorbachev, A. Yakovlev, B. Yeltsin e altri). Lo scopo della propaganda era quello di dipingere il capitalismo come un sistema sociale di libertà e di rispetto per i diritti umani mentre il socialismo era ritratto come un sistema di terrore, di deprivazione umana e di miseria. Tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, parecchi quotidiani popolari, riviste e tutti i canali TV dell'URSS, diffondevano menzogne sul socialismo e sulla sua storia. Le distorsioni maggiori riguardavano il periodo “staliniano”della storia sovietica. Tramite l'utilizzo delle false interpretazioni della storia sovietica esposte da N.S. Khrushchev al XX° Congresso del PCUS (1956), i nemici del socialismo attaccavano ferocemente Stalin e la sua politica. La storia sovietica, al massimo, era limitata agli arresti di massa e alle esecuzioni del 1937-1938. Al contempo, Stalin e i suoi sostenitori, erano ritenuti responsabili di violazioni grossolane della legalità, di arresti e di esecuzioni di molta gente innocente. 

Ora, a 15 anni dalla caduta del socialismo in Europa, la grande maggioranza della gente dei paesi ex socialisti è diventata consapevole dei guasti del capitalismo e ne risulta una diffusa nostalgia per i vantaggi perduti dello sviluppo socialista. Questo fatto fa sì che i gli attuali governanti capitalisti della Russia e degli altri paesi ex socialisti rinnovino i loro sforzi propagandistici contro il socialismo e il comunismo. Poiché continua la propaganda antisovietica, Stalin rimane il principale bersaglio e oggetto di bugie fantasiose. Gli autori di “documentari”, trasmessi in TV, parlano di 100 milioni di persone uccise dietro ordine di Stalin (l'intera popolazione dell'URSS ammontava, al tempo della morte di Stalin, a 200 milioni ed è un mistero come un paese così indebolito dagli arresti e dalle esecuzioni abbia potuto vincere contro i nazisti e i loro alleati...). Le frasi trite e ritrite circa la “repressione di Stalin”, “i gulag di Stalin” sono usate quotidianamente nel moderno gergo politico russo.

Comunque, l'esperienza degli ultimi 15 anni ha reso molta gente, in Russia, molto più diffidente verso la propaganda ufficiale. A dispetto della forte pressione delle autorità, musei e monumenti dedicati a Stalin appaiono, una città dopo l'altra, in tutta la Russia. Sempre più autori scrivono libri e articoli che confutano le menzogne ufficiali e tributano i giusti onori a Stalin.

Fra questi autori, non tutti sono marxisti. Ma l'esperienza del collasso del loro paese li ha spinti a cercare delle spiegazioni vere circa la storia della Russia. La loro familiarità con i fatti reali della storia e la loro integrità li spinge a rifiutare le falsificazioni della propaganda e a portare alla luce fatti nuovi dello sviluppo e dei leader della società sovietica. Un autore del genere è Yuri Zhukov. Il suo libro “Stalin differente” (“Inoi Stalin”, Moscow, 2003) ha provocato una viva impressione fra i cultori di storia sovietica.


Il titolo del libro può ingenerare qualche incomprensione. Zhukov non cerca di indagare la personalità di Stalin e il suo libro non vuole essere una biografia di Stalin. Il libro copre solamente 5 anni di attività politica da parte di Stalin. Come scritto nel sottotitolo, il libro si occupa delle riforme politiche dell'URSS, propugnate da Stalin alla metà degli anni '30.

Eppure, in una certa misura Yuri Zhukov aveva ragione nella scelta del titolo per il libro. Benché questo libro, come riconosce l'autore, non risponda a a tutte le domande su quel periodo complicato e controverso della storia sovietica, i fatti addotti e le conclusioni distruggono gli stereotipi che furono largamente diffuso per il mondo dal Rapporto Segreto di Khrushchev al XX Congresso del PCU. Per mezzo della presentazione di un vasto corpus di fatti irrefutabili, Yuri Zhukov giunge a conclusioni convincenti che ritraggono uno Stalin completamente diverso da quello rappresentato nel Rapporto di Khrushchev e nelle fabbricazioni successive della propaganda antistalinista.


Il traditore: N. Khrushchev 

Khrushchev e coloro che ripetevano le sue false accuse cercavano di far credere alla gente che gli arresti e le esecuzioni di molti membri del Partito fossero dovute ai metodi arbitrari di Stalin e a alla sua mania di persecuzione; proclamavano che nessun funzionario del Partito Comunista aveva mai partecipato ad attività sovversive contro lo stato sovietico e che non vi era mai stato, né prima, né dopo la guerra alcun complotto contro il governo sovietico.

Benché Yuri Zhukov non si addentri in una analisi dettagliata delle attività sovversive degli anni '30, contro il governo sovietico, espone nel suo libro come la lotta del Segretario del Comitato Centrale A. Yenukidze contro J. Stalin, lo condusse a organizzare un complotto per rovesciare il governo sovietico. Fra i partecipanti al complotto vi era il Commissario del Popolo per gli Affari interni (il capo del NKVD) N. Yagoda e coloro che si occupavano della sicurezza del Cremlino.

Mentre secondo Khrushchev, Stalin con i colleghi del Politburo (V. Molotov, K. Voroshilov, L. Kaganovich) erano gli arcinemici delle procedure democratiche, Yuri Zhukov ci presenta un quadro proprio diverso: Stalin spingeva per un programma di democratizzazione della vita sovietica con Molotov, Voroshilov e Kaganovich a completo supporto delle iniziative di Stalin, mentre Yenukidze e parecchi altri funzionari del Partito si opponevano con forza alle riforme democratiche di Stalin.


Yenukidze, Voroshilov, Kagnovich, Kuibishev, Ordjonidze, Stalin, Molotov, Kirov 

Yuri Zhukov correttamente ci delinea i principi democratici delle riforme politiche di Stalin ma sbaglia quando vuole mostrarci come debbano corrispondere organicamente alla natura democratica dell'ideologia comunista e come fossero il risultato del naturale sviluppo della vita politica sovietica. 

Mentre giustamente ci ricorda i tentativi del governo sovietico di organizzare un fronte unito contro Hitler, prima della Seconda Guerra Mondiale, Yuri Zhukov si affanna a spiegarci le riforme politiche interne all'URSS attraverso gli scopi di politica estera di Stalin. Secondo Zhukov, sembra che Stalin cerchi di rafforzare la lotta contro Hitler, ricostruendo la vita politica dell'Unione Sovietica secondo i canoni delle democrazie borghesi occidentali. Allo stesso tempo, Zhukov ritiene che l'opposizione di Yenukidze a queste riforme fosse causata dalla sua fedeltà agli ideali del comunismo e della rivoluzione comunista mondiale e che questo abbia causato la sua animosità, nel periodo prima della guerra, sia verso lo stabilire relazioni politiche più strette con le democrazie borghesi occidentali che verso le riforme democratiche di Stalin.

Zhukov evita di soffermarsi sui principi democratici del comunismo e quindi distorce le ragioni per cui Yenukidze e gli altri si opposero alle riforme di Stalin. Benché A. Yenukidze e gli altri abbiano aiutato Stalin nella lotta contro l'opposizione nel Partito, negli anni '20, alla fine fecero alleanza con i trotskisti. Questa alleanza si sviluppò per il crescente conflitto tra i loro interessi personali e gli scopi dello sviluppo socialista. L'opposizione di Yenukidze riflette le malsane tendenze continue che erano diffuse all'epoca, tra molti funzionari del Partito e del governo sovietico.

Si dovrebbe dire che a metà degli anni '30, era dal 1917-1918 che la maggior parte dei posti del governo e del partito erano occupati dalle stesse persone. All'epoca il Partito Comunista era carente di membri istruiti e e molti funzionari di partito avevano una preparazione culturale e politica insufficiente. Inoltre i loro primi anni di lavoro amministrativo coincisero con la guerra civile. In quegli anni, si abituarono a far ricorso nel loro lavoro, alla coercizione mediante l'uso della forza militare piuttosto che alla persuasione mediante argomenti politici. Questo spiega anche il grande ammontare di eccessi nella collettivizzazione del 1929-1930. 


La necessaria collettivizzazione delle fattorie si trasformò in una vera campagna militare e molti primi Segretari ricorsero alla violenza per costringere i contadini a confluire nelle fattorie collettive. Nel marzo 1930 Stalin censurava questi funzionari del Partito e scriveva che erano affetti da “vertigine da successi” per la costruzione del socialismo sovietico.

Alcuni funzionari del Partito erano ormai abituati ai loro alti incarichi amministrativi e molti di loro avrebbero fatto fatto qualsiasi cosa per non perderli. Molte sezioni del partito si erano trasformate in focolai di intrighi e in campi di battaglia di politici in lotta per il potere. I gruppi di competitori si accusavano di deviazione ideologica. Le purghe periodiche che il partito intraprendeva per buttare fuori i membri corrotti erano usate da molti Primi Segretari per allontanare dal Partito i loro nemici personali.

Yuri Zhukov ricorda che Stalin criticava i Primi Segretari delle organizzazioni delle repubbliche, delle regioni e locali per il fatto di creare “clan personali”, costituiti da persone a loro legate che li lusingavano. Stalin diceva che, ogni qualvolta questi leader di partito ricevevano nuovi incarichi in altre repubbliche o province, vi si trasferivano insieme al “loro clan personale”.

Inoltre Stalin diceva che le “purghe” del Partito del 1935-1936 avevano avuto come risultato, l'espulsione di molti membri del partito che non erano assolutamente colpevoli di alcuna deviazione dalla linea di partito. Stalin sottolineava come il numero degli espulsi superasse di molto la quantità complessiva dei seguaci di Trotsky, Zinoviev e degli altri leader dei gruppi di opposizione. Egli accusava questi leader del Partito per il trattamento arbitrario dei membri, affermando che le “purghe” avevano solo causato la rabbia degli espulsi.

Yuri Zhukov cita anche la dichiarazione di V. M. Molotov del giugno 1937, alla riunione plenaria del Comitato Centrale: “Il compagno Stalin ha detto ultimamente, parecchie volte che la nostra vecchia maniera di valutare le persone è largamente insufficiente. Uno può avere un'esperienza di Partito precedente alla Rivoluzione, per cui ha la caratteristica positiva di aver partecipato alla Rivoluzione d'Ottobre, si è comportato bene nella Guerra Civile, ha combattuto i Trotskisti e i Destri...ma non basta. Noi abbiamo bisogno ora … che i leader del Partito siano in grado di avere un'adeguata comprensione delle necessità della gente, per promuovere nuove persone al posto di quelli che si sono trasformati in burocrati”.

Stalin temeva che la burocratizzazione del Partito potesse portare alla sua caduta. Nel 1937 egli paragonò i comunisti sovietici con l'Anteo della mitologia greca, la cui forza era insuperabile fino a che rimaneva in contatto con sua madre la Terra. Stalin disse che fino a che “i comunisti rimanevano in contatto con la loro madre, il popolo che li aveva fatti nascere, nutriti ed educati, avrebbero avuto tutte le possibilità di rimanere invincibili”. Queste parole implicano che quando i comunisti perdono il contatto con il popolo, possono perdere la forza e possono essere sopraffatti. 

Benché Yuri Zhukov ignori e distorca parzialmente le profonde tematiche politiche e ideologiche retrostanti l'opposizione dei funzionari di Partito, è abbastanza nel giusto quando afferma che la lotta fra Stalin e gli oppositori si sviluppò nella redazione della nuova Costituzione cui si lavorò nel 1935-1936, specialmente in vista di una riforma elettorale.

Dal 1918 al al 1936 i deputati dei Soviet locali erano eletti a voto palese in assemblee popolari. Sempre dal 1918 al 1936, i rappresentanti dei Soviet provinciali erano eletti dai deputati dei Soviet locali allo stesso modo. A loro volta gli eletti nei Soviet delle Repubbliche eleggevano il Soviet Supremo dell'URSS. La rappresentanza delle città era cinque volte maggiore di quella delle campagne. Naturalmente ogni rappresentanza delle vecchie classi sfruttatrici e dei religiosi era esclusa dalle elezioni.

Il nuovo sistema elettorale istituiva elezioni dirette e proporzionali a scrutinio segreto. Furono revocate le limitazioni per i rappresentanti delle vecchie classi sfruttatrici e dei religiosi. Usando un vecchio proverbio russo (“Se temi i lupi, non devi andare nel bosco”), Stalin irrise ai tentativi di conservare queste limitazioni. Al Congresso dei Soviet di tutta l'Unione del novembre 1936, Stalin disse: “Primo, non tutti gli ex kulaki, tutte le ex guardie bianche e tutti i preti sono alieni al potere sovietico. Secondo, se la gente, da qualche parte, sceglie persone al di fuori del potere sovietico, significa solo che il nostro lavoro di propaganda non è stato efficace e ci meritiamo questa vergogna. Ma se il nostro lavoro di propaganda si sviluppa in modo bolscevico, il popolo non vorrà persone estranee nei supremi organi di governo”.

Inoltre, come soprattutto Yuri Zhukov sottolinea, Stalin con il supporto di Molotov, Voroshilov, Kaganovich e degli altri voleva avere le elezioni su una rosa di candidati. Nella bozza del ballottaggio per la prima elezione al Soviet Supremo dell'URSS erano menzionati diversi candidati per un seggio al Soviet. 

Yuri Zhukov sottolinea correttamente che i cambiamenti nel sistema elettorale dei Soviet erano accompagnati dalle proposte di Stalin di estesi cambi nella dirigenza del Partito. Yuri Zhukov, menzionando il discorso di Stalina alla riunione plenaria del Comitato Centrale del febbraio - marzo 1937, scrive della profonda insoddisfazione di Stalin circa il comportamento politico e personale di molti dirigenti del Partito.





Dopo i Processi di Mosca dell'agosto 1936 e del gennaio 1937 che svelano molti casi di sabotaggio, dopo la scoperta del complotto di Yenukidze nel febbraio 1937, Stalin e gli altri leader sovietici si convinsero che molti funzionari del Partito erano così assorbiti dai loro feudi personali da non curarsi delle attività dei cospiratori antisovietici. Stalin arrivò alla conclusione della necessità di rieducare i funzionari del Partito. Nel marzo1937, alla seduta del Plenum del Comitato Centrale Stalin suggerì che tutti i segretari del partito, dal più basso al più alto livello, (oltre 100 mila 100 funzionari) dovesse seguire corsi di educazione politica.

Allo stesso tempo, Stalin suggerì che, mentre i primi segretari frequentavano questi corsi, i loro compiti dovevano essere svolti da altri membri del Partito. Entro la metà degli anni '30 a causa della rapida crescita del sistema educativo sovietico, il numero dei membri del Partito che erano laureati aumentò immensamente. Dopo la laurea presso le università e gli altri istituti di alta formazione, i membri del Partito acquisivano una vasta esperienza di lavoro presso gli impianti sovietici di nuova costruzione. Partecipavano attivamente alla costruzione del socialismo e non erano coinvolti negli intrighi dei Comitati del Partito delle province e delle repubbliche. Stalin, Molotov e gli altri pensavano a queste persone come una riserva dalla crescita rapida per la leadership del Partito. 

I propositi di Stalin significavano il drastico cambiamento della composizione della dirigenza del Partito nello spirito della nuova Costituzione. La vecchia dirigenza avrebbe dovuto acquisire un migliore addestramento sia politico che generale. Contestualmente molti dei vecchi funzionari sarebbero stati rimpiazzati da persone con migliore istruzione e con esperienza sufficiente di lavoro in imprese moderne. Yuri Zhukov raccoglie molti fatti per mostrare come, mentre Yenukidze, Yagoda e gli altri fanno ricorso al complotto, molti dirigenti delle Repubbliche e delle Province cominciano a far ricorso a un sileniso ma attivo sabotaggio delle riforme di Stalin. Citando articoli scritti dal Primo segretario del Partito Transcaucasico, L. P. Beria e dal Primo Segretario del Partito di Mosca, N.S. Khrushchev, Yuri Zhukov mostra come i funzionari dirigenti ignorassero sia la nuova Costituzione che il nuovo sistema elettorale o come esprimessero esagerati timori che i nemici di classe potessero usare le elezioni secondo la nuova Costituzione per diventare deputati al Soviet Supremo. 

Yuri Zhukov asserisce che l'opposizione dei Primi Segretari delle province e delle repubbliche alla nuova Costituzione, fosse causata dalla paura di perdere i loro seggi al Soviet. Molti contadini e (non solo kulaki) ricordavano gli eccessi della collettivizzazione e avrebbero potuto votare contro coloro che, nel 1929-1930 avevano cercato di completare a tutti i coste il piano della collettivizzazione senza alcun riguardo delle aspettative dei contadini. Yuri Zhukov sottolinea giustamente che questi segretari del Partito non sarebbero stati eletti e la loro posizione di dirigenza sarebbe stata messa in discussione nel Partito. 

Secondo Yuri Zhukov il maggior sforzo di minare le riforme democratiche spinte da Stalin, da Molotov e dagli altri, fu intrapreso dal membro supplente del Politburo e Primo Segretario del Partito della Provincia della Siberia Occidentale, R.I. Eikhe. Alla fine del giugno 1936 presentò un memorandum al Politburo con proposte che andavano contro le riforme politiche di Stalin. Benché non si trovi il testo memorandum, ci sono parecchie prove indirette della sua esistenza grazie alle allusioni e alle decisioni prese sulla base memorandum.

Secondo Yuri Zhukov, R.I. Eikhe asserì che c'erano nella Siberia occidentale molti ex kulaki esiliati che pianificavano di organizzare un'insurrezione controrivoluzionaria. Eikhe chiese al Comitato Centrale l'autorizzazione di formare una cosiddetta “trojka” composta dal Procuratore della provincia , dal capo provinciale del NKVD e da sé stesso. La “troika” avrebbe dovuto avere poteri straordinari per investigare le attività controrivoluzionarie e prendere le decisioni giudiziarie riguardo ai cospiratori.

Yuri Zhukov paragona il memorandum di Eikhe “a un piccolo sasso che causa una valanga spaventosa”. Venne presto seguito da una decisione del Politburo del 2 luglio che sostenne la tesi che molti ex kulaki e criminali comuni, tornati ai loro luoghi originari di residenza dopo aver scontato le loro pene detentive, avessero intrapreso attività controrivoluzionarie . La decisione proclamava che queste persone “sono i maggiori istigatori delle attività antisovietiche e dei sabotaggi nelle fattorie collettive, nei trasporti e in parecchie branche dell'industria”. La decisione chiedeva l'immediato arresto e fucilazione per gli istigatori più attivi delle attività antisovietiche, mentre i meno attivi dovevano essere esiliati. La decisione disponeva che entro cinque giorni, i dirigenti provinciali avrebbero dovuto trasmettere al Comitato Centrale , le liste dei membri delle “trojke”, il numero delle persone da arrestare e da fucilare e quello delle persone da arrestare ed esiliare.

Perché questo cambiamento radicale della posizione di Stalin e degli altri membri del Comitato centrale? Yuri Zhukov afferma che fu dovuto alla forte pressione di un gran numero di Primi Segretari Provinciali. Menzionando un cospicuo numero di visite rese a Stalin e a Molotov da parte dei dirigenti provinciali del Partito che condividevano la posizione di Eikhe, Zhukov suggerisce che fu presentato un vero e proprio ultimatum a Stalin, Molotov e agli altri.

Per capire come mai Stalin, Molotov e gli altri membri del Politburo avessero cambiato la loro politica, si deve inserire nell'esposizione qualche fatto menzionato in breve nel libro di Zhukov. Per prima cosa si deve aver ben chiaro che la scoperta del complotto del Maresciallo Tukhachevsky era avvenuta in maggio. I cospiratori erano collegati a generali tedeschi e pianificavano un colpo di stato. Nonostante che la maggioranza dei partecipanti al complotto fosse di militari, ne facevano parte diversi memebri del Comitato Centrale. Il Commissario del Popolo per gli Affari interni (capo del NKVD dopo la destituzione di G. Yagoda) N.I. Yezhov, presentò una relazione al Plenum di giugno del Comitato Centrale, chiedendo l'autorizzazione ad arrestare 11 membri a pieno titolo e 14 membri supplenti del Comitato centrale coinvolti nel complotto di Tukhachevsky.

Per qualche ragione, Yuri Zhukov non inserisce nella sua esposizione i fatti narrati nel libro scritto da Vladimir Pyatnitsky “La congiura contro Stalin”, che è dedicato in modo specifico al Plenum del giugno 1937. Benché l'autore di questo libro attacchi Stalin, riconosce che durante questo Plenum ci fu un certo numero di discorsi contro il prolungamento dei poteri straordinari a Yezhov e al NKVD. Una protesta particolarmente veemente venne espressa da I.А. Pyatnitsky (padre dell'autore) che era a capo del Dipartimento Politico – Amministrativo del Comitato Centrale e, per lungo tempo, segretario del Comitato Centrale Esecutivo del Comintern.

Stalin cercò di venire a patti con Pyatnitsky durante la riunione plenaria. Dopo il discorso di Pyatnitsky venne annunciato un intervallo. Molotov, Voroshilov e Kaganovich parlarono con I.А. Pyatnitsky e gli dissero che Stalin credeva nella sua onestà e nel suo valore personale, nel suo talento di organizzatore e buon amministratore. Chiesero a Pyatnitsky di ritrattare la sua dichiarazione. Ma Pyatnitsky fu irremovibile. Successivamente altri 15 membri del Comitato Centrale si unirono a Pyatnitsky e chiesero la revoca dei poteri straordinari al NKVD e a Yezhov. 

Allora uno dei membri del Comitato Centrale, Filatov, disse a Stalin che l'opposizione di Pyatnitsky e degli altri al NKVD era una conseguenza della decisione presa in una riunione segreta a casa di Pyatnitsky. Filatov fu l'unico partecipante di questo incontro ad aver informato Stalin. Appena un mese prima, a maggio Stalin venne informato del complotto Tuchacevskij scoperto dal NKVD. Ora veniva a sapere di un incontro segreto cui hanno partecipato decine di membri del Comitato Centrale che hanno cercato di fermare ulteriori indagini da parte dell'NKVD. 



Così, quando Eiche e altri membri del Comitato Centrale andarono da Stalin e Molotov a chiedere di non frenare le attività del NKVD, ma di incrementarle anche se riorentate contro gli ex kulaki, Stalin e i suoi più stretti collaboratori avevano ragione a supporre che questi suggerimenti venissero proprio dalla parte opposta. In realtà, Stalin affrontò l'opposizione alla sua politica su due fronti. Mentre Pyatnitsky e altri chiedevano la fine degli arresti di alti funzionari coinvolti in complotti anti-governativi e accusavano il NKVD di arbitrarietà, Eiche e gli altri elogiando il NKVD, volevano solo dirigerlo verso altri obiettivi 

Si può supporre che in quel momento N.I. Yezhov non fosse molto sicuro della sua posizione. In qualità di capo del Dipartimento Politico - Amministrativo del Comitato Centrale del Partito, Pyatnitsky controllava il NKVD. Yezhov sapeva che Stalin si fidava Pyatnitsky. Yezhov avrebbe potuto temere di perdere la sua posizione di capo del NKVD se Pyatnitsky e i suoi sostenitori avessero prevalso. Pertanto Yezhov si unì a Eiche e agli altri. Zhukov ha ragione nel supporre che “facilmente Ezhov fosse venuto a patti con Eiche, e con molti Primi Segretari e concordasse sulla necessità di farla finita, il più presto possibile, con chi certamente avrebbe votato contro di loro. 

Così Stalin e i suoi fedeli sostenitori furono contrastati non solo da gruppi influenti che costituivano la maggioranza dei membri del Comitato Centrale, ma anche dal NKVD armato di poteri straordinari. Questo potrebbe spiegare perché Stalin e i suoi fecero quella svolta improvvisa nella loro politica. 

Nel frattempo, come afferma Zhukov, i Primi Segretari presentarono le loro richieste di esilio e di esecuzioni dei contro-rivoluzionari clandestini, che promisero di scovare nelle loro province e repubbliche. Zhukov sottolinea che “si rivelarono due persone come le più assetate di sangue: R. I. Eiche, che dichiarava l'intenzione di eliminare 10.800 abitanti della Siberia occidentale ... e N. S. Khrushchev, che riuscì con rapidità sospetta a trovare e conteggiare, nella provincia di Mosca, 41.305 ex kulaki e criminali per poi insistere sulla loro espulsione ed esecuzione”. E 'interessante notare che nella sua Relazione al XX Congresso del Partito Khrushchev non disse una parola né sul memorandum Eiche, o circa le richieste di esilio e di esecuzioni presentate da Eiche e da lui. Invece Khrushchev elogiò Eikhe, descrivendolo come una vittima innocente del terrore di Stalin. 

Mostrando che Stalin ed i suoi più stretti collaboratori avevano perso temporaneamente il controllo della situazione, Zhukov sottolinea che molti dei sostenitori di Stalin, attivi nelle sue riforme democratiche (Y. A. Yakovlev, B. M. Tal, A. I. Stetzky) persero il loro incarico e quindi furono arrestati. E' chiaro che Stalin non era in grado di difendere alcuni dei suoi sostenitori. Ci sono altre prove che Eikhe non voleva limitarsi a esecuzioni delle figure di minor rilievo tra i sostenitori di Stalin. Più tardi, quando Yezhov venne arrestato, furono trovate delle carte nella sua cassaforte personale, che aveva raccolto al fine di preparare “un caso” contro Stalin. 

Allo stesso tempo Ezov, Eikhe e gli altri non potevano rischiare di rovesciare Stalin e i suoi sostenitori. Il nome di Stalin era l'incarnazione stessa del socialismo. La popolarità di Molotov, Voroshilov e Kaganovic era ugualmente grande. Molte città, fabbriche, fattorie collettive erano chiamate con il loro nome. Yezhov e i suoi nascondevano la loro opposizione a Stalin con costanti lusinghe e dichiarazioni di fedeltà. Yezhov propose anche di cambiare il nome di Mosca in Stalinodar [NDT: dono di Stalin]. La proposta fu risolutamente respinta da Stalin.

Paradossalmente il tentativo di Eikhe e degli altri di deviare le indagini del NKVD dai complotti tra i funzionari del partito non impedìcil loro arresto. Con la scusa di ottenere l'autorizzazione a scoprire i complotti controrivoluzionari anti-sovietici, alcuni dei Primi Segretari si affrettarono a chiedere l'arresto dei loro rivali per le late cariche. Così il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Uzbekistan, AI Ikramov, chiese al Politburo, il 24 giugno 1937 di destituire il Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo dell'Uzbekistan, Faizulla Hodzhaev “per i suoi legami controrivoluzionari”. Successivamente Hodzhaev venne arrestato. 

Per cui, i sostenitori di Hodzhaev riuscirono a incriminare Ikramov. Come sottolinea Zhukov, Ikramov stesso venne espulso dal partito nel settembre del 1937 e poi arrestato. Nel marzo del 1938, sia Hodzhaev che Ikramov furono avviati all'esecuzione in base a accuse di alto tradimento e spionaggio, durante il processo di Mosca. 

Molte rivalità furono risolte nel 1937 in modo simile, poiché molti funzionari del Partito cercavano di farla finita con i loro competitori con per i posti vacanti nel Partito e nella gerarchia sovietica. Presto la campagna di false accuse si diffuse in tutto il paese. Molte persone calunniavano i loro colleghi che venivano poi arrestati dal NKVD. Questo periodo di massicce violazioni del diritto fu poi chiamato “Yezhovshina”. E 'ovvio che le pratiche illegali scatenate inizialmente da un certo numero di funzionari del Partito andavano nella direzione opposta dei principi sostenuti da Stalin e della sua politica di democratizzazione. Questo permette a Yuri Zhukov di trarre la conclusione che “il tentativo di Stalin di riformare il sistema politico dell'Unione Sovietica si risolse in un fiasco completo”. 


Questa affermazione categorica di Yuri Zhukov potrebbe essere contraddetta. In primo luogo, nonostante l'opposizione ostinata dal corpo influente dei funzionari del Partito, la Costituzione di Stalin venne adottata e la prima elezione al Soviet Supremo dell'URSS venne condotta in modo nuovo (diretto, uguale, segreto). In secondo luogo, Stalin con il sostegno di molti comunisti cominciò gradualmente a ripristinare la legalità, che era violato dai segretari provinciali e dal NKVD. Nel gennaio 1938 la riunione plenaria del Comitato Centrale del Partito condanava l'”approccio formalistico e burocratico agli appelli di persone espulse dal PCUS” e chiedeva di adottare misure energiche per fermare tale pratica. La decisione del Comitato Centrale prestava attenzione a una serie di espulsioni arbitrarie di membri del Partito nella seconda metà del 1937. La decisione proclamò un ritorno ai principi sostenuti da Stalin marzo 1937 in occasione della riunione plenaria del Comitato Centrale del Partito. 

Anche se la decisione addossava tutta la colpa delle violazioni delle norme di legge ai funzionari locali di partito, la posizione di Yezhov cominciava a indebolirsi. Nel mese di agosto 1938, il Politburo iniziò a studiare il lavoro del NKVD. Nel novembre 1938, Ezov perse il posto di capo del NKVD. Nell'aprile del 1939 fu arrestato e accusato di gravi violazioni delle norme di legge. Eikhe e gli altri segretari che erano stai attivi nel lancio dela campagna di esili e di esecuzioni furono arrestati. 

Allo stesso tempo, molte migliaia di persone arrestate durante la Yezhovshina furono rilasciate. Tra loro c'era un certo numero di generali sovietici, tra cui K.K. Rokossovsky, che giocò un ruolo importante nella Grande Guerra Patriottica. 



A dispetto delle pesanti perdite inflitte dalla “Yezhovshina”, l'Unione Sovietica non venne fatalmente indebolita da essa. In primo luogo, tra gli arrestati e giustiziati nel 1937-1938 c'erano vere spie e nemici del socialismo. A differenza dei paesi dell'Europa occidentale, l'URSS ha dimostrato di essere libera dalla “Quinta Colonna”, che permise a Hitler di ottenere successi. I generali tedeschi si lamentarono durante i primi mesi di guerra che mancassero informazioni affidabili sull'Armata Rossa e l'industria della difesa sovietica in quanto non avevano un numero sufficiente di loro agenti all'interno dell'URSS. Con l'eccezione del generale Vlasov che si arrese ai tedeschi nel 1942 e successivamente collaborò con loro, Hitler non è riuscì a trovare supporto tra il corpo dirigente sovietico di alto rango. 

In secondo luogo, molti politici dalla mentalità carrierista di che si curavano solo del loro potere persero l'incarico, la libertà e la vita durante la lotta interna del 1937-1938. I loro incarichi furono poi assunti da altri. Yuri Zhukov riconosce che uno dei risultati degli eventi del 1937-1938 fu l'emergere nella vertici sovietici di persone che erano più istruite e che avevano una migliore esperienza nell'economia moderna. Il posto di Maresciallo e di ufficiale di coloro che furono coinvolti nel complotto Tuchacevskij vennero assunti ufficiali più giovani che avevano ricevuto una migliore istruzione militare. I nuovi funzionari di partito che sostituirono le persone arrestate nel 1937-1938 erano sinceramente devote alla causa del comunismo e più istruite politicamente a differenza di molti funzionari più anziani. La nuova leadership del Partito, dell'economia sovietica e dell'Armata Rossa dimostrò il suo valore durante la Grande Guerra Patriottica. 

E ultima, ma non meno importante conseguenza degli avvenimenti del '30 è stato il consolidarsi del popolo sovietico intorno a Stalin e alle sue politiche. Va notato che la repressione di massa degli anni '30 toccò soprattutto gli strati sociali che costituivano solo una minoranza del popolo sovietico. Allo stesso tempo, l'adozione della Costituzione di Stalin che proclamava i principi della democrazia socialista e che incarnava le conquiste della costruzione del socialismo, ha fatto sì che la maggior parte del popolo sovietico si rendesse conto degli evidenti vantaggi del nuovo ordine socialista. La devozione del popolo sovietico a questo ordine socialista è stata dimostrata dalla sua lotta eroica durante la Grande Guerra Patriottica. 

Eppure Yuri Zhukov è corretto nel sottolineare che nel 1937-1938 Stalin non riuscì ad attuare alcune delle caratteristiche essenziali delle sue riforme politiche. Zhukov cita espressamente il fatto che a causa della ostinata opposizione di molti funzionari del partito nel 1937, Stalin dovette abbandonare il suo piano di condurre elezioni con candidati plurimi. L'unica resto dell'idea di Stalin era una scritta nella parte superiore di ogni urna, presente ad ogni elezione svoltasi in Unione Sovietica fino a che cessò di esistere nel 1991, che diceva: “Lasciare nella scheda elettorale il nome di un solo candidato, per il quale si vota, lasciando da parte tutti i restanti”. Anche se, in pratica, l'iscrizione non aveva senso, dal momento che durante queste elezioni vi era un solo candidato, l'iscrizione ricordava che in linea di principio, gli elettori devono avere una scelta da una rosa di candidati. 

Zhukov non menziona anche il fatto evidente che il piano di Stalin di educazione politica dei funzionari di partito, rivelato al pubblico nel marzo 1937, non fu messo in pratica. Forse le difficoltà del periodo pre-bellico, la guerra e poi, la Guerra Fredda non hanno permesso a Stalin di organizzare l'istruzione di tutti i funzionari di partito. Di conseguenza molti posti importanti furono ancora occupati da funzionari che non avevano un'adeguata educazione politica e generale. Tra di loro c'erano persone come N.S. Khrushchev e L.P. Beria. Inizialmente in silenzio sabotarono le riforme di Stalin. Poi furono attive nella “Yezhovshina”. Ma furono abbastanza sveglie da vedere il cambiamento del clima politico e si diedero da fare nella lotta contro Ezov e i suoi sostenitori. Anche se Stalin era consapevole del loro basso livello di istruzione generale e politica e dei loro altri difetti, tuttavia ne apprezzava la loro energia. Sia Khrushchev che Beria continuarono a ricoprire importanti incarichi. 

Poiché Stalin cercava costantemente di far emergere le persone che erano devote con tutto il cuore alla causa del comunismo, che avessero una buona preparazione ed esperienza nel lavoro pratico, sembra che avesse compreso le carenze della leadership politica a dell'Unione Sovietica dell'epoca. Durante il XIX Congresso del PCUS, Stalin fece un altro tentativo di cambiare la composizione degli alti ranghi del partito. Egli suggerì l'ampliamento del numero dei membri dell'appena creato Presidium del Comitato Centrale del PCUS, reclutando un certo numero di leader emergenti delle province, organizzatori di produzione economica e teorici. Nei primi mesi del 1953, Stalin preparò un documento in cui suggeriva le proprie dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio dei ministri dell'URSS, e questo incarico sarebbe stata assunto dall'ex Primo Segretario del Partito Comunista Bielorusso ed ex capo del Quartier Generale del movimento partigiano dell'URSS durante la guerra, P. K. Ponomarenko. 


P. K. Ponomarenko 

Si sa che L.P. Beria e N.S. e Khrushchev erano acerrimi nemici di Ponomarenko fin dagli anni della guerra. Anche la nomina di Ponomarenko avrebbe potuto significare che altre modifiche sarebbero presto seguite. La malattia improvvisa e poi la morte di Stalin in seguito causarono molti sospetti. Si è sostenuto che Stalin sia stato avvelenato dai suoi colleghi. Almeno è chiaro che Beria, Malenkov e Khrushchev che videro Stalin dopo che fu trovato svenuto sul pavimento nella sua residenza, non chiamarano nemmeno un medico a visitarlo. Tre anni dopo la morte di Stalin, Khrushchev iniziò la sua campagna anti-Stalin. 

I difetti del modo sovietico di selezionare persone per le posizioni dominanti diventarono evidenti durante gli 11 anni, in cui N. S. Khrushchev occupò l'incarico di Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito. Furono gli anni che divennero noti per una serie di grossolani errori nelle sfere ideologiche, economiche e politiche, nonché nella politica estera dell'URSS. Anche se Khrushchev venne destituito con il voto unanime del Comitato Centrale del Partito nell'ottobre del 1964, non fu fatto nulla per modificare il sistema politico dell'URSS e il PCUS. Gli eventi successivi hanno dimostrato che il sistema politico del PCUS e dell'URSS non ha impedito che arrivassero al potere quei traditori del comunismo e del proprio paese, come Gorbachev, Yakovlev e Yeltsin. E ' molto probabile che se Stalin e i suoi sostenitori fossero riusciti ad attuare le riforme politiche, l'URSS avrebbe potuto avere un migliore sistema di selezione dei leader politici e quindi evitare che salissero al potere Khrushchev, Gorbaciov e gli altri. E' anche ovvio che, se Yuri Zhukov non condivide l'ideologia comunista , anche lui come un vero patriota russo, è dispiaciuto che le riforme politiche di Stalin non siano state completate. Anche se Yuri Zhukov riconosce che la sua ricerca della vera spiegazione degli eventi del '30 in URSS è incompleta in quanto molti documenti relativi al periodo sono ancora tenuti segreti o sono stati distrutti su ordine da Khrushchev il suo libro dimostra la falsità delle invenzioni di Khrushchev e dei suoi seguaci circa gli eventi del 1937-1938. Con tutti i suoi evidenti difetti e le carenze, il libro di Zhukov ha realizzata una nuova e importante incursione nello studio della storia sovietica.

Yuri Yemelianov è l'autore di “Note su Bucharin: Rivoluzione, Storia, Personalità”, Mosca , 1989; “Stalin” (due volumi), Mosca, 2002 e “Khrushchev” (due volumi), Mosca 2005, il tutto in russo.

sabato 15 febbraio 2014

Introduzione di Khrushchev Lied di Grover Furr

INTRODUZIONE 

La scuola di falsificazione di Khrushchev: 

“Il discorso più influente del XX secolo”

TRADUZIONE di Guido Fontana Ros della REDAZIONE NOICOMUNISTI da pag 3 a pag 6 dall'edizione americana di Khrushchev Lied del luglio 2011



Il cinquantesimo anniversario del “Discorso Segreto” di Nikita Khrushchev avvenuto il 25 febbraio 1956, suscitò commenti prevedibili. Un articolo del Telegraph di Londra lo definiva “il più influente discorso del XX secolo”. Nello stesso giorno, in un altro articolo, nel New York Times, William Taubman, la cui biografia di Khrushchev, nel 2004 gli valse il premio Pulitzer, lo definiva “una grande impresa”, “degna di essere celebrata” in occasione dell'anniversario. (1)
Qualche tempo fa rilessi la “Relazione Segreta” di Khrushchev, per la prima volta da anni. Mi valsi della versione in HTLM, versione dell'edizione del discorso pubblicata in una speciale edizione del The New Leader del 1962. (2) Nel corso della mia lettura, notavo come il noto studioso menscevico Boris Nikolaevsky, nelle sue annotazioni al discorso di Khrushchev, esprimesse l'opinione che certe affermazioni di Khrushchev fossero false. Ad esempio, all'inizio del suo discorso, Khrushchev fa la seguente affermazione:

In seguito, soprattutto dopo lo smascheramento della banda di Beria,il Comitato Centrale dette uno sguardo a una serie di casi fabbricati da questa banda. Questo rivelò un brutto quadro di brutale caparbietà connessa al comportamento scorretto di Stalin.
 

La nota 8 di Boris Nikolaesky, afferente a questo passaggio, recita: 

Questa affermazione di Krushchev non è affatto vera: l'inchiesta sugli atti terroristici di Stalin nell'ultimo periodo della sua vita fu iniziata da Beria...Khrushchev che ora si dipinge come colui che ha iniziato a provare l'esistenza delle camere di tortura di Stalin, nei primi mesi dalla morte di Stalin cercò di bloccare le indagini.

Mi ricordai che Arch Getty scriveva qualcosa di simile nel suo magistrale lavoro “Origini delle Grandi Purghe”:
 

Altre affermazioni inconsistenti nella relazione di Khrushchev includono un'apparente confusione fra Ezhov e Beria. Benchè il nome di Ezhov venga menzionato occasionalmente, Beria è incolpato della maggior parte dei misfatti della repressione; del resto, quest'ultimo era solamente un segretario regionale fino al 1938. Inoltre, molte testimonianze indicano che il terrore poliziesco cominciò a scemare quando Beria sostituì Ezhov nel 1938. Khruschev poteva, a bella posta, aver sostituito Beria ad Ezhov nella sua relazione? Cos'altro avrebbe potuto oscurare? Ad ogni modo la repentina esecuzione di Beria da parte di Khrushchev e della dirigenza di allora, fornì un comodo capro espiatorio. L'uso opportunistico di Beria da parte di Khrushchev, getta sospetti circa l'esattezza delle sue altre asserzioni. (pag. 268 n. 28, grassetto aggiunto da GF) 

Infatti, io faccio una scoperta molto differente. Nessuna delle asserzioni specifiche delle “rivelazioni” che fece Khrushchev sia su Stalin che su Beria si è rivelata vera. Nemmeno una fra tutte quelle che possono essere verificate si è rivelata vera. Viene fuori che non solo Khrushchev “mente” su Stalin e Beria, ma anche che egli non fece altro che mentire. La “Relazione Segreta” è basata interamente su menzogne precostituite. Questo è “la grande impresa” per cui Taubmann loda Khrushchev! (Si potrebbe scrivere un articolo a parte, parecchio più breve, per denunciare le falsità dell'articolo di Taubman sul New York Times, che celebrava il puttanesco discorso). (3)

Per me, come ricercatore accademico, questo fu una scoperta disturbante e non auspicabile. Le mie scoperte avrebbero sicuramente suscitato sia scetticismo che sorpresa, se, come io anticipai, avessi trovato che, circa il 25% delle “rivelazioni” di Khrushchev erano delle falsificazioni. Ma nel complesso ho potuto anticipare l'accettazione e le lodi: “Buon lavoro di ricerca di Grover Furr” e così via.

Ma io temevo che – e le mie paure erano nate dalla mia esperienza con l'originale in lingua russa di questo libro, pubblicato nel dicembre del 2007 – che se avessi affermato che ognuna delle “rivelazioni” di Khrushchev era falsa, nessuno mi avrebbe creduto. Il fatto di citare scrupolosamente e accuratamente le prove a supporto delle mie argomentazioni, non avrebbe fatto nessuna differenza, nel confutare l'intero impianto del discorso di Khrushchev e per sfidare l'intero paradigma della storia sovietica, un paradigma cui questo discorso è fondamentale.

Che il discorso più influente del XX secolo (se non di tutti i tempi!) sia un frutto del raggiro, dell’inganno? In sé, già soltanto questa idea sembra semplicemente mostruosa.Chi mai vorrebbe essere alle prese con la revisione non solo della storia sovietica, del Comintern ma anche della storia mondiale, come potrebbe richiedere la logica di una tale conclusione? Potrebbe essere più comodo per ognuno credere a che io avessi “fabbricato il libro”, oscurato la verità e che Io falsificassi le cose, mentre accusavo Khrushchev di averlo fatto. Quindi il mio lavoro potrebbe tranquillamente essere ignorato e il problema “non si sarebbe posto”. Soprattutto a partire dal fatto che io sono noto per aver simpatia per il movimento comunista mondiale di cui Stalin fu il leader riconosciuto. Quando un ricercatore arriva alle conclusioni che sono troppo coerenti con i suoi preconcetti orientamenti politici la cosa più prudente da fare sarebbe di sospettare il tale autore di una mancanza di obiettività, se non di peggio.

Ecco perché sarei molto più tranquillo se il mio lavoro di ricerca avesse portato al risultato che soltanto il 25% delle "rivelazioni " di Khrushchev, su Stalin e su Berija, fossero state false. Ma dato che, come si è scoperto che tutte le "rivelazioni" di Khrushchev in realtà non sono veritiere, l'onere di prova teso a dimostrare queste falsità ricade su di me personalmente in qualità di ricercatore. Pertanto ho organizzato l'esposizione delle mie ricerche in una maniera, in una certa misura, anticonvenzionale.


L'intero libro è diviso in due parti distinte, ma in un certo modo collegate.
Nella prima parte, dal capitolo 1 al capitolo 9, io esamino ognuna delle asserzioni o affermazioni fatte da Khrushchev nella sua relazione che costuiscono l'essenza delle cosiddette “rivelazioni” (Con un piccolo salto in avanti, faccio notare che ho identificato 61 di queste asserzioni).
 

Ognuna di queste "rivelazioni", è preceduta da una citazione della "Relazione Segreta", dopo di che viene rivista alla luce delle prove documentali. La maggior parte delle quali sono presentate come citazioni provenienti da fonti primarie e solamente in rari casi da fonti secondarie. Mi sono prefisso come mio specifico compito quello di presentare le migliori prove che avessi potuto trovare, estratte principalmente dagli archivi sovietici, al fine di dimostrare la falsa natura del Discorso di Khrushchev al XX Congresso del Partito. Per questo, se avessi inframezzato il testo, di lunghe citazioni documentali, ne avrei reso difficoltosa la lettura; per cui, nel testo ho brevemente menzionato la prova attinente, riservandomi la citazione completa dalle fonti primarie (e occasionalmente secondarie) nelle sezioni corrispondenti ad ogni capitolo nell'Appendice...

La seconda sezione del libro, dal capitolo 10 al capitolo 12, è dedicata a questioni di ordine metodologico e alla discussione di alcune conclusioni scaturenti dal presente studio. Ho dato uno speciale rilievo alla tipologia delle falsificazioni o metodi di inganno impiegati da Khrushchev. Vi è anche accluso uno studio circa i materiali della"riabilitazione" di alcuni leader del Partito, menzionati nel Discorso.
 

Io utilizzo i riferimenti alle fonti primarie in 2 modi. Oltre alla tradizionale documentazione accademica attraverso note a piè di pagina e alla bibliografia, ho cercato, ove possibile, di condurre il lettore a quelle documentazioni primarie che fossero disponibili, interamente o in parte, in Internet. Tutti questi URL erano attivi nel momento in cui questa edizione in lingua inglese era completata.

In qualche caso, io stesso ho pubblicato importanti documenti da fonti primarie in Internet, per lo più nel formato PDF dell'Adobe. In pochi casi mi è stato possibile far riferimento al numero di pagina, qualchevolta è impossibile o malagevole da farsi usando l'HTML.
Per concludere, vorrei ringraziare i miei colleghi in USA e in Russia che hanno letto quest'opera nelle prime versioni preliminari e che mi hanno beneficiato delle loro critiche. Naturalmente, non hanno nessuna responsabilità per errori e carenze che permangono nel libro nonostante i loro sforzi.


Um mio ringraziamento speciale va al mio meraviglioso collega di Mosca, Vladimir L'vovic Bobrov. Accademico, ricercatore, editore, traduttore, padrone del russo (sua lingua nativa) e dell'inglese. Non avrei mai intrapreso questo lavoro, nè tantomeno completato senza la sua ispirazione, guida e assistenza per ogni cosa.

Sarò grato per ogini commento o critica dell'opera fatta dai lettori.




(1) Il testo completo del discorso di Khrushchev è reperibile online a
http://chss.montclair.edu/english/furr/research/kl/speech.html

(2) Khrushchev; Nikita S. The New Leader The Crimes of the Stalin Era. Introduction by Anatol Shub, notes by Boris Nikolaevsky. New York: The New Leader, 1962

(3) Alcuni esempi. Era stato proprio Berija e non Khrushchev a liberare molti prigionieri, anche se non "milioni", come erroneamente scrive Taubman. Il "Disgelo", per cui viene celebrato, era iniziato negli ultimi anni di vita di Stalin. Khrushchev lo limitò ai "destri" e solo al materiale antistalinista. Stalin cercò di dare le dimissioni nel mese di ottobre 1952, ma il XIX Congresso del Partito rifiutò di soddisfare la sua richiesta. Taubman sostiene che Khrushchev affermava di essere "non coinvolto" nelle repressioni; in realtà, però, Khrushchev non solo non aveva ascoltato le esortazioni di Stalin, ma prese l'iniziativa, chiedendo "quote" più alte circa la repressione di quelle volute dalla dirigenza di Stalin. Taubman afferma: "Khrushchev in un modo o nell’altro ha conservato la sua umanità". Sarebbe più esatto di dire il contrario: Krusciov sembra, molto di più a un sicario e a un assassino.

 

domenica 9 febbraio 2014

Grover Furr presenta: "Khrushchev lied"

REDAZIONE NOICOMUNISTI 

Grover Furr presenta il suo volume

“Khrushchev ha mentito”

2011


Trascrizione e traduzione 
a cura di 
Davide Spagnoli e Danila Cucurnia 



...come questo...Buon pomeriggio e buonasera. Funziona la telecamera? OK, va bene, funziona. 
Leggerò l'intervento perché ho dei problemi ad andare a braccio. Voglio ringraziarvi di aver facilitato il mio intervento, per avermi invitato a parlare con voi questa sera e vorrei ringraziarvi per essere qui. 
L'occasione per cui sono qui in Norvegia a parlare con voi è la pubblicazione in inglese del mio volume “Khrushchev Lied” (“Khrushchev ha mentito”), il cui sottotitolo è “ La prova che ogni “Rivelazione” sui crimini di Stalin (e di Beria), contenuta nel famigerato “Rapporto segreto” di Nikita Khrushchev al XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica il 25 febbraio 1956, è provatamente falsa”. 
Questa edizione in inglese è una versione corretta ed aggiornata di quella russa, pubblicata nel dicembre 2007 dalla Algorithm Publishing di Mosca, con il titolo di “Antistalinskaja Podlost” che tradotto, grosso modo, significa “La perfidia antistalinista” - il titolo non l'ho scelto io...- ripubblicato nell'ottobre dello scorso 2010 con un titolo che tradotto suona come “Il segreto del XX Congresso”, che è di certo un titolo migliore. Attualmente in Russia sono in stampa 16.500 copie del volume, la maggior parte delle quali sono già state vendute. In Russia, come in occidente, Khrushchev è ufficialmente un eroe. 
Gli studenti in Russia studiano il “Rapporto segreto” di Khrushchev perché è un punto di svolta nella storia sovietica e quindi di quella russa. 
Ma è anche un punto di svolta nella storia mondiale, sebbene al di fuori della Russia pochissimi leggano questo lungo discorso poiché è pieno di riferimenti a persone ed eventi di cui non hanno mai sentito parlare. 
Per questa ragione accennerò brevemente ad altri temi della storia sovietica, ma meglio conosciuti, del Khrushchev di cui parlerò. 
Essenzialmente quello che ho da offrivi sono prove e ricerche: sono pochissime le persone che fanno il lavoro che faccio io. 
Quasi tutti quelli che fanno ricerche sull'Unione Sovietica del periodo staliniano, in grado di leggere fluentemente il russo come lo sono io, che hanno competenze necessarie per la ricerca, che hanno l'appoggio di un'istituzione universitaria che fornisca loro accessi alle biblioteche e ad un costoso servizio di prestito interbibliotecario, che abbiano interessi e motivazioni per fare questo tipo di ricerche, ecco, quasi tutti questi sono degli anticomunisti che mancano del tutto di obiettività (più avanti dirò qualcosa sull'obiettività. 
Mi capite tutti compagni? bene, grazie. Se vado troppo veloce fatemi un cenno. Grazie. 
I pochi che hanno accesso a queste risorse, che non sono anticomunisti, per lo più operano nel campo della ricerca storica russa o sovietica, cioè in quel campo accademico dove un requisito fondamentale è l'essere anticomunisti. 
In quelle poche istanze in cui così non è devi semplicemente evitare di scrivere qualcosa che sconvolga, ancora meno che contraddica gli anticomunisti, perché sono loro che dominano questo campo. Ho parlato con due bravi ricercatori di storia sovietica che non sono di sinistra, ma che cercano di essere obiettivi, direste degli onesti storici borghesi, e mi hanno confermato che nessun libro non ostile a Stalin può essere pubblicato da un editore di studi accademici. Questo è certamente vero in Occidente e credo che sia la stessa cosa in Russia. Lasciatemelo dire in un altro modo. 
Se lavori nel campo della storia sovietica, diciamo che tieni delle lezioni di storia, della storia sovietica, e lavori al dipartimento di storia dell'Università, non puoi fare le ricerche che faccio io. Se le fai non vieni pubblicato nelle riviste standard o dai principali editori accademici e non lavorerai mai più nel campo della storia sovietica, perché devi pubblicare su queste riviste se vuoi conservare il tuo lavoro. Così non sarai in grado di conservare il tuo lavoro ed è per questo che la mia posizione è diversa. 
Insegno in un dipartimento d'inglese e il mio sostentamento accademico non dipende in ogni caso dalle mie ricerche sulla storia sovietica. 
Recentemente sono stato informato che, a causa di problemi economici dell'Università, non sarò mai più promosso, ma che, dopotutto, il mio posto di lavoro non è minacciato. Ok? 
Non sto dicendo questo per promuovere il mio libro. 
Comunque... Così questo è quello che ho da offrirvi. Un sacco di altre persone in giro per il mondo pensano che queste ricerche siano importanti; non solo persone di sinistra come noi, anche gli anticomunisti pensano che siano importanti sebbene a loro non piacciano. 
Le ricerche, queste ricerche, sono la ragione per cui sono stato attaccato da David Horowitz nel 2005 e nel 2006. Sono la ragione per cui il capo editorialista, un conservatore, del più grande quotidiano dello stato del New Jersey, lo Star-Ledger di Newark, nel 2005, ha dedicato le sue colonne per attaccarmi e mettermi in cattiva luce, paragonandomi ad un professore nazista che era appena stato scoperto in un'altra università ed era stato licenziato. 
Un sacco di gente a destra non vuole la verità sulla storia del movimento comunista in Unione Sovietica; non vuole che vengano alla luce gli anni di Stalin. 
Vogliono continuare a demonizzarlo comparandolo ad Hitler e al fascismo, mentendo su di lui. E questo è ciò che fanno non solo passivamente, attraverso cioè il loro punto di vista fazioso, ma anche attivamente: falsificando deliberatamente le prove, le fonti storiche. 
Così quello che ho da offrirvi è una correzione a tutto questo, ed è ciò di cui voglio parlarvi oggi. 
Mentre stavo preparando una conferenza, da tenere in aprile a New York City, ho chiesto di quali questioni storiche avrei dovuto parlare. 
Il mio ospite rispose: "...in sostanza penso sarebbe una bella cosa se tu potessi parlare su pochi grandi esempi delle menzogne di Khrushchev, forse le accuse a Stalin per l'omicidio di Kirov", aggiunse anche che pensava che le questioni sulla ricerca e sulle prove fossero importanti, ma secondarie di fronte ai fatti: "particolarmente per il nostro gruppo, dato che fondamentalmente siamo un gruppo politico e non un'organizzazione accademica". 
Replicai che in parte dovevo dissentire. 
I fatti non possono essere separati dalla ricerca delle prove: è attraverso la ricerca delle prove che stabiliamo cosa è basato sui fatti e cosa non lo è. Non vi è alcun altro modo. 
È stato attraverso ricerche proibite e prove negate, che
Khrushchev è stato in grado di andare avanti con le sue menzogne per più di 50 anni. 
E Khrushchev è stato in grado di unire tutti gli anticomunisti della Guerra Fredda tanto in Unione Sovietica, come ad esempio Roy Medvedev, quanto nel ruvido occidente come Robert Conquest e molti altri. 
L'era della falsificazione di Khrushchev continua a rendere possibile le voci dominanti nella storiografia sovietica odierna, invece le origini sono il contrario delle menzogne che si leggono. 
Vi devo dire alcune cose su di me e da dove provengo. La mia prima specializzazione è in studi medievali. 
Sono stato educato a fare delle profonde ricerche storiche, come l'uso di fonti primarie in lingue diverse dall'inglese, a non fidarmi mai delle conoscenze o delle opinioni generalmente accettate, né delle opinioni di autorità riconosciute e a controllare ogni dettaglio di poco conto. 
Lasciate che vi dica qualcosa sull'obiettività. 
L'obiettività come metodo scientifico è stato accuratamente definito come una pratica della diffidenza verso sé stessi. 
Uno può imparare ad essere obiettivo allenando se stesso a diventare consapevole di articolare il proprio punto di vista, per poi metterlo in discussione; si deve essere automaticamente sospettosi di prove che tendono a confermare idee preconcette, pregiudizi e preferenze di qualcuno. 
Si deve imparare ad avere una lettura particolarmente generosa, cercando di guardare all'indietro e considerare le prove e gli argomenti che contraddicono i propri pregiudizi. 
Usando queste cose elementari ognuno impara che l'obiettività è una pratica come imparare una lingua straniera. Puoi diventare bravo attraverso la pratica, lo sforzo deliberato. 
Devi fare così se vuoi imparare la verità e noi marxisti abbiamo imparato che la verità non è quella che viene comunemente accettata come vera. Marx ed Engels scrissero quella citazione secondo cui "il proletariato non ha niente da perdere se non le proprie catene", dalla quale deduco che non abbiamo vacche sacre. Non dobbiamo rifiutare di sottoporre alcunché ad un esame critico. 
Vogliamo mettere da parte tutte le illusioni e le falsità; solo la verità ci farà liberi, se siamo contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e se siamo la classe lavoratrice internazionale. 
Lo slogan preferito da Marx era “De omnibus dubitandum”, “Dubitare di tutto”. Questo significa dubitare, più di ogni altra cosa, dei propri preconcetti e pregiudizi; se volete arrivare alla verità questo è ciò che dovete fare. 
Inoltre è quello che ogni detective borghese fa in tutti i romanzi polizieschi. 
Come diceva sempre Sherlock Holmes: “tenete la vostra mente sgombra da conclusioni affrettate”; questo significa che le conclusioni affrettate formano un'ipotesi prima ancora dell'acquisizione dei fatti. La cosa più importante che dovete essere pronti ad abbandonare le ipotesi che non spiegano i fatti accertati. 
Se non fate così, se non provate a scoprire la verità sin dall'inizio, non potrete sperare d'imbattervi nella verità per caso. Su questa strada ciò che troverete non sarà la verità. 
Questo è quello che sto cercando di fare con tutte le mie forze. Nessuno dei demonizzatori di Stalin e dell'Unione Sovietica (come sapete uso la parola demonizzatori per i critici di Stalin e dell'Unione Sovietica, degli anticomunisti esperti di storia del movimento comunista), può dire questo in tutta onestà. 
Questi non compiono alcun tentativo di essere obiettivi. 
Non cercano la verità, non è quello che vogliono: vogliono scrivere propaganda con delle note a piè di pagina; questo è ciò che io definisco “propaganda con note a piè di pagina” e questo è ciò che i loro lavori sono. 
Vi è un piccolo episodio che mi è accaduto dopo che mi sono laureato: mentre stavo preparando il dottorato di ricerca, tra il 1965 e il 1969, mi opponevo alla guerra degli Stati Uniti in Vietnam. 
Ad un certo punto qualcuno mi disse che i comunisti vietnamiti non potevano essere delle brave persone poiché erano guidati da Ho Chi Min, il quale era stato addestrato da Stalin, “e Stalin”, disse, “Stalin ha ucciso milioni di persone innocenti”. Ho ricordato questo episodio che probabilmente è stata la ragione per cui, all'inizio degli anni '70, ho letto il primo libro di Robert Conquest intitolato "Il Grande Terrore". 
Rimasi scioccato da ciò che lessi. 
Devo aggiungere che ero già in grado di leggere il russo, dato che avevo già studiato letteratura russa da quando frequentavo le medie superiori. Così ho studiato il libro di Conquest molto attentamente. In seguito, quando ho avuto un po' di tempo, utilizzando le risorse della sezione in lingua slava della New York Public Library di New York City e talvolta usando occasionalmente il prestito interbibliotecario, ho controllato una ad una le sue oltre 1.000 note a piè di pagina. 
A quanto pareva nessun altro l’aveva mai fatto prima. Così ho scoperto che Conquest non aveva alcuna fonte critica; ho scoperto anche che le note a piè di pagina non avallavano le sue conclusioni avverse a Stalin. Conquest aveva usato ogni fonte cartacea ostile a Stalin, indipendentemente se fosse affidabile o meno. Alla fine decisi di scrivere qualcosa sul cosiddetto terrore. 
Mi ci volle un sacco di tempo, ma infine nel 1988 pubblicai un articolo intitolato "New light on old stories about Marshall Tukhachevskji", alcuni documenti li trovate nel mio sito internet, più tardi vi lascerò l'indirizzo. 
Durante questo periodo studiai le ricerche fatte dalla Nuova Scuola dell'Accademia di Storia dell'Unione Sovietica. La Scuola di cui parlo, si sviluppò in antitesi a Conquest ed alla concezione totalitaria dei sovietologi nel periodo della Guerra Fredda. 
Studiai attentamente le prove già disponibili (questo avvenne negli anni '80 quando di prove disponibili non ve ne erano molte), e più importante di tutto, impegnandomi al massimo per essere obiettivo. 
I ricercatori di questa Nuova Scuola stavano già dimostrando che tutta la storia narrata dalla Guerra Fredda dai vari trotzkisti, khrushcheviani e più tardi Gorbachev e Yeltsin era fatalmente compromessa da un pregiudizio politico. 
Questi lavori sono così compromessi dai loro pregiudizi politici che non dovrebbero essere considerati come volumi di storia, ma come esempi di propaganda. 
Nel mondo della ricerca storico-scientifica, nel 1986, venne pubblicato un libro che produsse un genuino scalpore: "Le origini delle Grandi Purghe" di J. Arch Getty, uno dei fondatori della Nuova Scuola. 
In questo libro, Getty, confutava con successo un gran numero di falsità che erano state accettate come vere. E queste falsità prese per buone includevano, tra le altre cose, l'idea che le repressioni degli anni '30, erano state azioni pianificate in anticipo. 
È stata una sfortuna per Getty che il suo lavoro venisse pubblicato negli Stati Uniti durante il periodo della Perestroika. In quel periodo infatti, sotto la falsa copertura della glasnost, la trasparenza, venivano pubblicati solo i lavori di quanti parteciparono alla Guerra Fredda e quelli che vennero pubblicati in Russia lo furono con tirature enormi. 
Come potevano i lettori russi scoprire i lavori pionieristici di Getty, o Robert Thurston, se nessuno dei loro volumi sulla storia russa è mai stato pubblicato in Russia? 
La stessa situazione si presenta nel caso della maggior parte degli storici i cui nomi ho citato più sopra, ma fortunatamente, ci sono stati anche esempi più incoraggianti: due anni fa una rivista in rete pubblicò un eccellente lavoro del Professor Mark Touger, dell'Università del West Virginia. 
Il lavoro di Touger smentisce in maniera assoluta il mito ispirato dai nazisti, che la carestia del 1932-33 fosse Holomodor, ovvero una carestia artificiale, provocata dai leader sovietici. 
Comunque...torniamo indietro al Rapporto Khrushchev. 
Il discorso di chiusura del Congresso, o come è chiamato in occidente il “rapporto segreto di Khrushchev”, è senza esagerazione uno dei più influenti discorsi del XX Secolo. Esso ha modificato radicalmente il corso della storia sovietica e, di fatto, di quella mondiale. 
È significativo che proprio questo discorso sia divenuto uno dei pilastri della concezione politica dell'antistalinismo, la sua principale fonte per cui può essere definito il paradigma del XX Congresso. 
In breve, nessuno che s'interessi di storia dell'Unione Sovietica può ignorare un documento così importante. 
Quando in me stava prendendo forma l'idea su questo lavoro, il mio obiettivo era molto più modesto: volevo accostare le “rivelazioni” del rapporto alle fonti storiche che sono state rese pubbliche grazie alla declassificazione di alcuni documenti provenienti dagli archivi ex sovietici in Russia. Questo tipo di ricerca potrebbe, in linea di principio, essere fatta da uno storico russo o, vista la materia, da uno storico cinese. 
Durante gli ultimi 20 anni un gran numero di nuove fonti sono state messe a disposizione degli studiosi e questo rende possibile una valutazione obiettiva delle dichiarazioni e ancor più di quel discorso. A questo punto è iniziata ad emergere un'immagine curiosa presente in tutte le cosiddette “rivelazioni”, confermata, come ho potuto verificare, nel Rapporto Khrushchev: nessuna “rivelazione” è vera, nemmeno una. Alcune falsità di Khrushchev erano ovviamente già note, come l'assurda dichiarazione che fosse stato Stalin a pianificare le operazioni militari a livello globale. 
Ma è l'intero discorso, composto dalle cosiddette “rivelazioni” come questa, che è sorprendente, che mi ha sorpreso. 
Vorrei dire qualcosa sulla questione della difesa di Stalin. Spesso vengo definito uno stalinista. 
Respingo questo termine: non sto difendendo Stalin o chiunque altro, in quanto ricercatore studioso mi occupo di fatti e di prove.
Concordo con il ricercatore russo Yuri Zhukov quando scrive, cito: 
“Onestamente posso dire che mi oppongo alla riabilitazione di Stalin, perché mi oppongo alle riabilitazioni in generale. Niente e nessuno dovrebbe essere riabilitato nella storia, ma dobbiamo scoprire la verità e dirla”. 
Non voglio suggerire che solamente se Stalin avesse avuto la meglio i molteplici problemi della costruzione del socialismo e del comunismo in Unione Sovietica sarebbero stati risolti. Ho scelto di fare la ricercare sul “rapporto segreto” che, presumibilmente, ha svelato i crimini di Stalin e Beria. 
Ho isolato 61 cosiddette rivelazioni o capi di imputazione. 
Ho studiato ognuna di queste alla luce delle fonti storiche attualmente disponibili, provenienti dagli archivi dell'ex Unione Sovietica e il risultato finale è che nel rapporto segreto di Khrushchev nemmeno una delle cosiddette rivelazioni si è rivelata essere vera. 
Qui non si tratta di difendere Stalin.
Nemmeno una dichiarazione “rivelatrice” del discorso segreto è in grado di sostenere il confronto che le prove. 
Piaccia o meno, alla luce delle prove storiche che presento nel mio libro “ Khrushchev lied!”, è impossibile visualizzare la storia dell'Unione Sovietica nello specchio distorto del discorso segreto. 
Qualche parola sulle implicazioni: 
Yuri Zhukov descrive la situazione degli archivi in questi termini (questa è “l'avventura” degli archivi... degli archivi sovietici in Russia dopo la caduta dell'Unione Sovietica), cito: “Con l'inizio della Perestroika, uno degli slogan era glasnost, o trasparenza. Gli archivi del Kremlino, formalmente chiusi ai ricercatori, vennero liquidati. Iniziarono ad essere ricollocati in vari archivi pubblici. Questo processo iniziato non venne mai completato”. 
Senza alcuna pubblicità o spiegazione di qualsiasi tipo, nel 1996, il più importante e cruciale materiale venne di nuovo riclassificato in russo e sepolto nell'archivio del Presidente della federazione russa. 
Ben presto le ragioni di questa operazione segreta divennero molto chiare: permetteva la resurrezione di uno dei due miti oramai logorati. Con questi miti Zhukov intende, naturalmente, il mito di “Stalin genio”, ma quello che il governo in Russia punta a riproporre è il mito di “Stalin il cattivo”. Solamente il secondo di questi miti è familiare al lettore occidentale, grazie agli storiografi anticomunisti. 
Arch Getty, lo storico che insegna alla UCLA, di cui ho parlato prima, ha definito la ricerca storica fatta durante il periodo della Guerra Fredda, cito: “Un prodotto della propaganda. Ricerche che non ha senso criticare per correggerne singole parti, ma che devono essere rifatte completamente daccapo”. Concordo con Getty e vorrei aggiungere che queste ricerche, politicamente tendenziose e disoneste, vengono prodotte ancora oggi. 
La riscoperta della storia sovietica va ben oltre la contiguità al discorso segreto di Khrushchev. 
Tutto ciò che non passa per la conoscenza comune, ma per la conoscenza degli esperti del periodo di Stalin, è fondamentalmente falso, questo è ciò che dico agli altri storici professionisti dell'Unione Sovietica e a quelli che mi dicono di essere stati ingannati e in gran lunga presi in giro con queste ricerche. 
Parafrasando “Weird Al” Yankovich , tutti quanti sapete chi è “Weird Al” Yankovich? OK, lui ha scritto una canzone intitolata “Tutto quello che sai è sbagliato”, così per parafrasare “Weird Al” Yankovich, dico “Tutto quello che sai sul periodo di Stalin in Unione Sovietica è sbagliato”. 
Tutta la storia sovietica ha bisogno di essere riscritta. Alcuni esempi. 
La collettivizzazione. 
La collettivizzazione risolse l'eterno problema della perdita dei raccolti e del ritorno delle carestie. 
Fino al 1932-1933 in Russia e Ucraina c'era stata una carestia ogni due o tre anni. 
Le cose andavano avanti così da un millennio e questo è ben documentato dagli studiosi borghesi. Grazie alla collettivizzazione la carestia del 1932-1933 è stata l'ultima, se si esclude quella del 1946-1947, causata tanto dalle enormi distruzioni della guerra, quanto dalle cattive condizioni climatiche. 
Anche in Europa occidentale le condizioni climatiche furono avverse, ma lì arrivò l'aiuto del Piano Marshall. 
La collettivizzazione ha anche salvato l'Europa dai nazisti: senza una rapida industrializzazione e una moderna Armata Rossa, sarebbe stato impossibile impedire ai nazisti di conquistare l'URSS, le sue immense risorse naturali ed umane, per poi utilizzarle contro gli alleati. 
I giapponesi avrebbero avuto accesso ai pozzi petroliferi di Sakhalin e decine di milioni di persone in più sarebbero probabilmente state uccise nella guerra del Pacifico. 
Ho trascorso un bel po' di tempo e ho speso un bel po' di fatica a studiare la questione dell'opposizione e delle cospirazioni degli anni Trenta. 
Grazie al mio collega moscovita, Vladimir Dobrov, ho pubblicato una serie di articoli su questo tema e molti altri ancora ne pubblicherò. 
Dai processi di Mosca emerge che realmente esistevano cospirazioni dell'opposizione. 
Gli imputati dei processi di Mosca erano colpevoli, ma non confessarono tutto. In alcuni casi, come quello di Bucharin, ora sappiamo che erano colpevoli di molto di più di quello che confessarono. 
Un altro esempio. 
Sulla base delle prove emerse dai suoi archivi, Leon Trotsky ha effettivamente collaborato con i tedeschi ed i giapponesi. Una parte degli archivi di Trotsky sono negli Stati Uniti e se io sono qui è anche per poter parzialmente studiare gli archivi di Trotsky depositati in due grandi archivi qui a Oslo, il Vicks Archive e il Derby Vegas Archive, che sono nel centro di Oslo...Ok...ci andrò domani. 
I documenti provenienti dai vari archivi Trotsky, sparsi per il mondo, dimostrano che Trotsky e suo figlio Lev discussero su quale menzogna raccontare alla Commissione Dewey; nei loro scritti c'è anche una discussione epistolare sul cosiddetto “Grande Terrore”, da cui emerge che fu deliberatamente causato da Nikolai Ezhov, a capo della NKVD, che nel 1937-1938 fece uccidere centinaia di migliaia di cittadini sovietici nel tentativo di creare del malcontento nei confronti del governo sovietico, contribuendo così ad aprire la porta ad un'invasione tedesca o giapponese. 
E dalla storia sovietica sappiamo che ci furono due tentativi d'invasione da parte dei giapponesi: uno nel 1938 e uno nel 1939. Ricordate che questi tentativi sono stati una cosa molto seria. Le cospirazioni militari furono concrete. 
Ancora un minuto per dire che l'Unione Sovietica non ha invaso la Polonia nel 1939. Il Patto Molotov-Ribbentrop non ha smembrato la Polonia, ed ebbe un effetto meno devastante di quanto non lo ebbe il patto che l'Europa firmò con Hitler sulla Cecoslovacchia. Ma il Patto Molotov-Ribbentrop ha consentito anche la vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale. 
Su questo argomento, nella mia pagina web, ho postato un lungo articolo con 17 pagine di prove documentali in cui la versione della propaganda nazista, che attribuisce ai sovietici il massacro di 14.000 o 22.000 prigionieri di guerra polacchi a Katyn dell'ottobre del 1940, viene seriamente messo in discussione. Ci sono prove che la cosiddetta “pistola fumante”, documentata dalle prove presentate da Yeltsin al Primo Ministro polacco nel 1991 e da allora pubblicate in tutto il mondo, è una falsità. 
L'unica fonte in inglese per informazioni su questa affascinante questione storica del massacro di Katyn, quella in cui le prove non sono ancora censurate, è la mia pagina web. Dopo vi do l'indirizzo della mia home page e se mi dimentico, qualcuno vi darà il link della mia pagina web sul mistero del massacro di Katyn. 
Sulla stessa pagina web ho anche altri articoli, alcuni più brevi e altri più a lunghi, con una documentazione più completa, su tutte le questioni di cui vi ho appena accennato. Dal momento che l'ospite del mio recente discorso a New York City ha esplicitamente menzionato l'affermazione di Khrushchev sull'assassinio di Sergei Kirov, avvenuto il I Dicembre 1934, lasciatemi dire una parola. Poche parole su questa questione, sull'assassinio di Kirov. Un gioco che coloro che hanno una certa familiarità con la storia sovietica sanno di cosa sto parlando: di qualche cosa che ha dato il via ai processi di Mosca. 
Il desiderio di Khrushchev di dimostrare che Stalin aveva ucciso Kirov faceva parte del suo piano per dichiarare innocenti tutti gli imputati ai processi di Mosca; la questione però è che tutto questo, lui, lo dichiara per la prima volta, solo nel suo rapporto segreto del 1956, ma la menzogna viene perpetrata di fatto molto a lungo. Più tardi, alla fine, la commissione di alto livello nominata da Khrushchev, ha riscontrato con sua grande delusione che Stalin non aveva ucciso Kirov. Di questo non c'era proprio nessuna prova. Ma la Commissione non poteva o non voleva contraddire il paradigma storico fondamentale di Khrushchev, concludendo quindi che Nikolaev Leonid, la persona che ha sparato a Kirov, catturato subito dopo l'omicidio, era, cito: «Un killer solitario di Stalin, quindi deve essere stato incastrato da tutti gli altri». 
Tutti i membri della Commissione hanno poi continuato dichiarando che tutti i processi di Mosca erano una messa in scena per incastrare gli imputati erano innocenti. Questa è poi diventata la storia di base per gli anticomunisti occidentali, così come per Roy Medvedyev ed i khrushcheviani sovietici anticomunisti. Poi Robert Conquest l'ha fatta propria e negli anni settanta Conquest e altri, infine, ci hanno restituito la storia che Stalin deve aver ucciso Kirov. Qui richiamiamo i lavori di Conquest e Amy Night, un'altra ricercatrice anti-comunista occidentale, la quale ha scritto dei libri che secondo lei dimostrerebbero la colpevolezza di Stalin. Una lettura interessante, ma che non porta nessuna prova e non dimostra niente. Anche gli uomini di Gorbachev hanno cercato di dimostrare che fu Stalin ad uccidere Kirov. Il braccio destro di Gorbachev nel Politburo, Alexander Yakovlev, ha cercato d'incoraggiare la “commissione per la riabilitazione delle vittime delle repressioni”, istituite da Gorbachev (in realtà istituite da Yeltsin nel 1992 N.d.r.), e i ricercatori del Politburo di dimostrare la colpevolezza di Stalin. 
Abbiamo i documenti che sono stati pubblicati, ma che non sono stati in grado di dimostrarlo.
Alla fine anche loro hanno ripiegato sulla conclusione dell'era khrushcheviana, cioè che Nikolaev era un cosiddetto pistolero solitario e Stalin lo aveva fatto apparire a tutti come il ragazzo del male, proprio come voleva che apparisse. 
Questa è la posizione assunta, non provata e nemmeno sostenuta, ma assunta da Alla Kirilina. 
Alla Kirilina è la più importante autorità russa su Kirov e sull'assassinio di Kirov. È stata per molti anni la curatrice del museo Kirov di Leningrado, ora San Pietroburgo. 
Ha pubblicato il suo libro negli anni novanta e nel 2001. 
Lo scorso settembre 2010, Matthew Lenoe, un professore di storia russa presso l'Università di Rochester, ha pubblicato un libro di 800 pagine presso la Yale University Press, per la serie degli «Annali del comunismo». 
Il libro si intitola «The Kirov Murder and Soviet History - L'omicidio di Kirov e la storia sovietica». 
Lenoe ha trascorso gli ultimi dieci anni a scrivere questo libro. Ha avuto un ampio, se non totale, accesso agli archivi sovietici su cose che nessun altro, a quanto pare, ha pubblicato. 
È stato pensato per essere considerato lo studio definitivo sull'argomento. Lenoe sostiene che con il suo lavoro ha dimostrato giusta l'ipotesi della Kirilina, fatta propria dalla Commissione Gorbachev, cioè che Nikolaev fosse un pistolero solitario e che Stalin li avesse incastrati tutti.
Su questo - quando tornerò a casa - sono nella fase finale del progetto di un libro corposo che inizia con la dissezione dettagliata del libro di Lenoe e analizza tutte le prove che non considera mai, che respinge o ignora del tutto senza nemmeno dire ai suoi lettori che esistono. 
Perché lo fa? domanda lecita, no? Lo fa perché è sufficiente per lui non prendere in considerazione una prova contraddittoria: se uno non è molto informato in questo campo non può conoscere quello che è rimasto al di fuori, le omissioni. 
L'omissione è un mezzo molto potente per discutere. Posso dirvi che non vi è alcun dubbio che quanto sostiene Lenoe è completamente sbagliato. Attualmente abbiamo una quantità enorme di prove. 
Il gruppo di uomini condannati e giustiziati insieme a Nikolaev nel dicembre 1934, in realtà erano colpevoli di aver cospirato per assassinare Kirov. Oltre a questo abbiamo un'enorme quantità di prove provenienti dai processi di Mosca che ebbero luogo nel mese di agosto 1936, gennaio 1937 e marzo 1938. 
Tutti e tre gli imputati erano colpevoli. 
Colpevoli non solamente di quello che hanno confessato, ma anche dei crimini che non hanno confessato e che, semplicemente, vengono alla luce solo ora e grazie a queste tardive rivelazioni parziali degli archivi sovietici. 
Lo stesso vale per i militari condannati nel 1937 nel cosiddetto affare Tuchachevskij. Ora disponiamo di una grande quantità di prove. 
Sono colpevoli. 
La loro innocenza è stata ed è proclamata da ogni autorità: russa, americana, europea, tutti insomma, nel campo della storia sovietica, ma le testimonianze raccontano la vera storia. 
Io ed il mio collega Vladimir abbiamo fatto molte ricerche su questo tema, ma è veramente molto difficile pubblicare questo genere di cose in quanto si parla degli antenati dei capi militari della Russia attuale e il governo russo non vuole davvero avere molto a che fare con quel processo.
Ma torniamo all'assassinio di Kirov. 
Matthew Lenoe, il signore di cui vi ho parlato, professore della Rochester che ha appena scritto questo libro di 800 pagine, non menziona neppure queste prove perché senza dubbio contraddicono la sua idea preconcetta che Nikolaev è stato un pistolero solitario. 
Il mio punto è che questa, per Lenoe, deve essere la conclusione. Deve esserlo perché è l'unica conclusione accettabile per opinione corrente della storiografia anticomunista. Esattamente come la conclusione che i sovietici abbiano ucciso a sangue freddo i prigionieri di guerra polacchi, è l'unica versione del massacro di Katyn accettabile per l'opinione corrente della storiografia anticomunista. 
Ho un minuto per raccontare un'ultima storia? Ok. Bene. 
Lo scorso ottobre (2010), un politico russo ha pubblicato su Internet una serie di documenti, che sembrano essere le bozze utilizzate dal falsario che ha scritto i documenti intesi come “pistola fumante”, con cui si è tentato di dimostrare che il massacro di Katyn è stato commesso dai sovietici. 
Ha pubblicato le bozze.... ha detto che ha provato vergogna... quando il “falsario” gli ha passato questo materiale; ha provato vergogna per la propria patria, per se stesso...per le cose che doveva rendere pubbliche su internet.
Sapete, esiste una mailing list accademica per gli specialisti di storia sovietica ed è gestita dall'University del Michigan, è chiamata H-Russia ed è una metamailinglist in cui hanno un sacco di mailing list accademiche. H-Russia viene usata dagli storici specialisti del periodo sovietico di tutto il mondo.
Quindi ho messo insieme un piccolo post citando il materiale di questo politico russo. Pensavo che la moderatrice non l'avrebbe nemmeno menzionato, ma per un motivo o per l'altro, la moderatrice ha postato quanto le ho inviato. L'indignazione tra gli anticomunisti è stata così feroce che la moderatrice si è dovuta dimettere e non hanno ancora nominato un suo sostituto; tutta la mailinglist era in una specie di rivolta...perché, in uno spazio web così ben educato, non si può dire che i russi...i sovietici non hanno ucciso i prigionieri polacchi a Katyn. Questo è fondamentale per la moderna Polonia post 1989, governata dai nazionalisti anticomunisti, visto che è su questo avvenimento che poggiano le fondamenta del loro nazionalismo polacco. In Polonia però non è illegale dirlo, come invece fino a poco tempo fa, in Ucraina, era illegale dire che la carestia del 1932-1933 non era Holomodor, che non si è trattato cioè di un deliberato tentativo di far morire di fame il popolo ucraino. Questo divieto, con possibile azione penale, tale è rimasto fino all'elezione del nuovo “Re”-Primo ministro, circa un anno fa. 
Poi il nuovo Primo ministro si è insediato...ed è un po' più filo russo. Non è un bravo ragazzo, ma è filo-russo e ha detto che non possiamo più sostenere che la carestia del 1932-33 fosse Holomodor. 
Ma la cosa assolutamente inaccettabile nella Polonia di oggi, e tra gli anticomunisti in generale, è dire "Ehi lo sai? Forse i sovietici non hanno ucciso il capitano polacco, abbiamo tutte queste prove ora". 
Beh, come ho detto, una cosa del genere ha causato una tale confusione, che hanno dovuto chiudere per un po' la mailinglist e la moderatrice si è dovuta dimettere. Questo è uno dei tentativi di censurare la verità, una cosa che continua ancora esattamente così nel campo degli studi sovietici; in questo senso quello che ho citato è un buon esempio! 
Lenoe e la Kirilina nascondono la verità ai loro lettori sull'assassinio di Kirov. Nascondono le prove che contraddicono le loro conclusioni. Si possono conoscere queste prove solo se si spende un sacco di fatica, tempo e denaro per identificarle, localizzarle, ottenerle e studiarle; è ciò che io sto facendo. 
Vi ho illustrato questi esempi per dimostrare come la storia "canonica" o l' "opinione corrente" storica sull'Unione Sovietica, come è stata e come resta a tutt'oggi, sia completamente falsa. 
E questa è la storia "canonica" e l' "opinione corrente" non solo per i filo capitalisti e gli anticomunisti, ma anche per quasi tutta la sinistra. 
Se fate un corso sulla storia sovietica, anche qui in Norvegia, otterrete la versione tradizionale anticomunista, posso garantirvelo. 
Perché questa è l'unica storia che insegnano. Forse da qualche parte ci sono uno o due professori che sono delle eccezioni, ma fondamentalmente è quello otterrete. Ed è falsa! 
Le forze politiche, che in primo luogo hanno promosso il ruolo più importante per il mercato nella società sovietica e il ritorno al capitalismo supersfruttatore, sono le stesse che hanno demonizzato Stalin e il periodo di Stalin e le stesse che sponsorizzano anche la ricerca e la propaganda che diffonde questa versione della storia, versione che è quella tradizionale in Russia come altrove. 
Mi prendo solo sessanta secondi per citare una bravo ricercatore russo, un giovane...è relativamente giovane: è nato nel 1967...per me è giovane, ok? capisco che alcuni di voi mi vedano come un bisnonno, ma per me uno nato nel 1967 è ancora giovane... Quest'uomo si chiama Igor' Pykhalov. 
Si è iscritto al Partito comunista sovietico alla fine degli anni ottanta, poi ha visto ciò che stava accadendo ... Gorbachev...i suoi uomini... 
Lasciò il Partito e adesso credo militi in qualcuno dei partiti comunisti russi. 
Ma, cosa più importante, è veramente un buon ricercatore. Ha pubblicato alcuni libri molto buoni sulla storia sovietica del periodo di Stalin, purtroppo sono tutti in russo. A questo punto ci si può chiedere perché quei lavori non vengano tradotti. Perché vengono tradotti solo i libri di destra: i buoni lavori non verranno mai tradotti. M'identifico con lui, al punto che ho familiarità, perché l'hanno sempre chiamato «lo stalinista» per i libri dove confuta le menzogne sul periodo di Stalin e su Stalin stesso; libri e articoli. 
Già nel 2004 mi disse: “io non sono uno stalinista” ... Penso che in qualche modo abbia mollato perché si sente senza speranza, ma non è così. 
Nel 2004 scrisse un articolo sull'omicidio di Kirov, dopo la pubblicazione del libro di Alla Kirilina; un articolo che non è molto lungo e che chiaramente non è entrato in profondità nella questione come invece sto facendo io. 
Pykhalov analizza la cosa sul piano militare e giunge a questa conclusione: "la fine " scrive " mostra con chiarezza come Stalin abbia incastrato queste persone ". 
Il mio collega in Russia, a Mosca, Vladimir Bobrov, è in contatto con lui, così gli ho inviato una mail. Ho detto: “ Sai, la prima cosa che voglio che tu sappia è perché sto facendo questa ricerca e che Pykhalov ha sbagliato. Questo non era un complotto: tutte queste persone erano colpevoli. Ci sono un sacco di prove. In secondo luogo voglio elogiarlo, perché questo dimostra che non è uno stalinista. Queste prove dimostrano che lui ha torto perché in questo caso è così, ma per molti aspetti, pur non essendo un sostenitore di Stalin, ha smentito molte di quelle menzogne; quando, a suo avviso, le prove dicevano che Stalin aveva incastrato gli imputati, lo ha scritto in un articolo che è stato pubblicato e anche se la sua conclusione era sbagliata, questo dimostra una certa obiettività ed integrità”. Questa è una cosa che non troverete mai tra i trotzkisti, mai. Ma non lo troverete mai neanche tra gli anticomunisti, mai. 
Tocca a noi comunisti guardare la verità, nessuno lo sta facendo per noi e dobbiamo farlo da soli. 
Probabilmente non leggerete i suoi lavori perché non è mai stato tradotto in inglese. Ma ci sono persone là fuori, come noi, che sono interessate e certamente non solo al mio lavoro. 
La storia sovietica è ancora prevalentemente propaganda. La storiografia dell'Unione Sovietica è stata dominata dalla propaganda sin dall'inizio, dal giorno dopo la rivoluzione. 
Ma la propaganda è divenuta predominante durante il secondo dopoguerra e il periodo della Guerra Fredda. 
Negli ultimi dieci anni ho speso un sacco di tempo e di denaro, acquisendo documenti dagli ex archivi sovietici che mi sono stati rilasciati dopo la fine dell'Unione Sovietica nel 1991. 
Non sono riuscito a trovare nello studio di quei documenti, il modo di affrontare il periodo di Stalin, soprattutto gli anni '30. Questo perché se non ti concentri non potrai mai andare in profondità. 
Così mi sono messo a studiare anche molte fonti secondarie da noti esperti, russi e occidentali, di questo periodo; tutte le più famose voci influenti sulla storia sovietica, sono degli ideologi anticomunisti, che misurano la scienza storica con il solo fine di demonizzare Stalin, il periodo di Stalin e il progetto del comunismo. Questa non è solo una questione di pregiudizio politico, anche se ce n'è un sacco, ma anche di un'enorme quantità di deliberate falsificazioni, pienamente dimostrabili nelle opere di famosi storici dell'Unione Sovietica. Professori ordinari in tutte le università più famose come Yale, Cambridge, Oxford ecc.... 
Menzogne dimostrabili come tali. 
Nel mio libro ho dimostrato che Khrushchev ha usato una serie di metodi diversi: a cominciare da quello che ho chiamato “prevaricazione”, che è una fantastica parola latina che indica chi esce dai limiti dell'onesto e del giusto. Prevaricazione è una buona parola, mi piace. 
La forma più comune significa una provocazione e depistaggio: 40 delle 61 cosiddette “rivelazioni” di Khrushchev sono dimostrabili essere deliberate bugie. La stessa cosa vale per le opere di molti dei contemporanei più famosi, storici accademici dell'URSS, tanto occidentali quanto russi. 
Questo discorso è stato registrato e non voglio citare tutti i nomi, non voglio mettervi nei guai: essere nei guai perché si è comunisti rivoluzionari è giusto, ma non per altre cose. 
Prove documentali. 
Ad un certo punto...sapete che insegno letteratura, ma anche la letteratura ha a che fare con la ricerca...ad un certo punto, in ogni classe in cui insegno, chiedo agli studenti: "Qual è la parola più radicale in qualsiasi lingua?" 
E così ottengo un certo numero di risposte comuni; le risposte più frequenti sono socialismo, comunismo... 
A quel punto dico qualcosa del tipo: "Socialismo e comunismo sono buone parole radicali, molto buone, ma la mia preferenza è per una parola diversa: il mio voto è per la parola “prove”! Domandate le prove sempre e ovunque e molto rapidamente la gente, sempre, vi chiamerà comunista". 
Questo in nessun luogo è più vero che nello studio della storia del movimento comunista. 
Le menzogne predominano e quando si cercano le prove che presumibilmente sostengono queste menzogne le cose iniziano a farsi interessanti. 
Karl Marx ha scoperto le prove che il capitalismo si basa sullo sfruttamento e che la sua caduta è inevitabile. 
Questo è il primo esempio. 
I comunisti insistono per scoprire la verità, perché la verità è dalla nostra parte, la parte della classe operaia sfruttata nel mondo. 
Spesso mi è stato detto, Grover - è il mio nome - non trovo le tue argomentazioni persuasive, non mi convincono. 
La mia risposta di solito è questa: "La persuasione è una forma di propaganda o di pubbliche relazioni, la persuasione dipende dalla mentalità della persona che si sta cercando di convincere". 
Upton Sinclair , è un grande scrittore americano che per gran parte della sua vita è stato un radicale... Upton Sinclair scrisse una volta, cito: 
"È difficile far capire qualcosa ad un uomo il cui salario dipende dal fatto che non la capisca." [Cioè: è difficile insegnare argomenti complessi a persone che hanno un basso livello di istruzione e che, proprio per questo, per la conseguente mancanza di strumenti culturali che le renderebbero capaci di comprendere che sono sfruttate, hanno accettato un lavoro a condizioni svantaggiose. Tratto da http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20120702023202AApbNvQ NdT] 
Che grande aforisma. Una persona con idee preconcette sclerotizzate non può essere persuasa da alcuna prova, non importa quanto buona, allo stesso modo è difficile, se non impossibile, avere una persona che guarda le prove in maniera obiettiva quando il farlo la costringerà ad affrontare la possibilità che i pregiudizi a lei più cari e le proprie idee preconcette siano sbagliate. 
“Questa pace della mente, la borsa di studio, gli amici, forse anche il suo lavoro dipendono dalla sua adorazione”. La citazione di Colin ci fa conoscere quello che Francis Bacon, scrittore inglese del XVII secolo, chiamava “Gli idoli della Tribù”, cioè che sempre e ovunque le idee significano esplosioni. 
Quelle sono le idee che puoi promuovere e con le quali è possibile ottenere la promozione da parte dei promotori di quelle idee. Bastano pochi attacchi a quelle altre idee e non sarà possibile ottenere la promozione. 
Ma posso dirvi questo: faccio molte delle mie scoperte più interessanti, non perché posseggo un naso da segugio per il mistero, ma seguendo le note nelle opere accademiche, controllando le fonti secondarie per vedere se le fonti primarie, i documenti, si schierano dalla parte di tutte quelle note, fornendo realmente elementi di prova per dichiarazioni sui fatti, così come vengono espresse. 
Molto spesso ho scoperto che non lo fanno: le prove citate non dimostrano il fatto come è stato spiegato. Quindi il mio metodo fondamentalmente è solo quello di seguire le prove. 
Basta continuare a seguire le prove e non accontentarsi di niente di meno. 
Il paradigma della Guerra Fredda è stato il punto di vista prevalente della storia degli anni di Stalin. 
La ricerca riportata qui può contribuire, spero, verso un terreno dove si possa ricominciare daccapo, dall'inizio. La verità che infine emergerà, avrà anche un grande significato per il grande progetto marxista, il nostro progetto, di comprendere il mondo per poterlo cambiare. 
Un edificio di società senza classi, di giustizia sociale ed economica. Grazie.

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