sabato 27 ottobre 2012

Ragioni per cui penso che la Cina non sia più socialista

REDAZIONE NOICOMUNISTI

di Guido Fontana Ros 


Non è forse vero che Lenin nella sua opera trattante l’imperialismo, ne ha indicato le sue caratteristiche in: 
  • CONCENTRAZIONE MONOPOLISTICA
  • FUSIONE TRA CAPITALE FINANZIARIO E CAPITALE INDUSTRIALE 
  • PREVALENZA DELL’ESPORTAZIONE DI CAPITALI SU QUELLA DI MERCI
  • SPARTIZIONE DEL MONDO IN ZONE DI INFLUENZA IN ORDINE AL CONTROLLO DELLE MATERIE PRIME
I primi 2 punti si possono applicare alla Cina? 
La risposta è sì. A questo riguardo è sufficiente digitare sul motore di ricerca google 2 parole: chinese corporations. I primi 10 risultati forniscono un quadro impressionante della grandezza del giro di affari e degli utili di queste ultime (per qualcuno milioni e milioni di dollari di profitti sono bagatelle insignificanti… peccato che Marx, Engels e Lenin facessero ricorso alla brutale forza esplicativa dei numeri . Del resto non erano forse scienziati della Rivoluzione?). Cito solamente il fatto che nella classica delle maggiori 500 corporation (o diciamo monopoli per usare la terminologia leninista), ben 73 sono cinesi. FONTE
Inquinamento a Chonquing

Mi è stato detto: “queste corporation o sono sotto il controllo statale o sono a capitale misto, per cui si finanzia il socialismo utilizzando i profitti del capitalismo”. Ragionamento già di per sé risibile, in quanto si fonda su motivi di ordine sentimentale piuttosto che su un’analisi scientifica marxista – leninista (dimenticavo, ah le cifre, i dati di fatto sono pinzillacchere trascurabili, pensiamo invece alla sublime bellezza del finanziare il socialismo attraverso il capitalismo. A questo punto sguardo ispirato verso il cielo, una lacrimuccia e l’Internazionale come sottofondo). 
L'acqua del fiume a Chonquing

Vediamo la quisquilia di come sono reinvestiti i profitti delle corporation cinesi. Sono investiti per migliorare la condizione di vita del popolo cinese? Sì, ma di alcuni: infatti i milionari cinesi sono al 2° posto nella lista compilata da Forbes. Curioso paese socialista pieno di milionari. In realtà gli utili vengono reinvestiti nel mercato finanziario internazionale e per l’espansione degli stessi monopoli. Chi è il maggior proprietario di bond del Tesoro USA? E qui arriviamo a corrispondere al punto della lista estratta dalla fondamentale opera del buon vecchio Vladimiro, citato sempre più spesso a sproposito, concernente il prevalere dell’esportazione di capitali. La Cina detiene bond del tesoro USA per la cifra di 1153 bilioni di dollari…Toh un paese socialista che ha investito soldi nel Tesoro del governo più imperialista che la storia abbia mai conosciuto (di nuovo dimenticavo, non sono i fatti che contano, sono i sogni e le pie illusioni a contare). Per esemplificare ulteriormente il carattere capitalista del governo cinese riporto dal Sole 24 ore questa affermazione del premier cinese, Hu Jintao:” La Cina sostiene fermamente gli sforzi europei per superare la crisi del debito e sostiene anche il ruolo che il Fondo Monetario Internazionale e le altre istituzioni stanno giocando nel risolvere la questione del debito europeo. Il veloce recupero finanziario è utile al recupero della stabilità della economia mondiale oltreché alla crescita della Cina”. Detto semplicemente, pieno appoggio alla feroce politica economica liberista che sta distruggendo i popoli europei. Veramente una scelta politica perfettamente antimperialista e internazionalista, quella del governo cinese!
Inquinamento da quarzo nella provincia di Zheijang 
Potrei già finire di tediare il lettore a questo punto, tanto è evidente il carattere capitalista della Cina odierna appena delineato nelle precedenti note. Basterebbe vedere con quale accanimento viene perseguito il profitto di impresa per essere fuori dalla concezione marxista di stato socialista, ma vediamo se la Cina aderisce anche al quarto punto della lista iniziale. Per quanto attiene alla lotta per il controllo delle aree ricche di materie prime o alla conquista di nuovi mercati lo scontro, in virtù della “legge dello sviluppo ineguale dei paesi imperialisti” , attualmente il confronto della Cina con le altre potenze imperialiste non è ancora arrivato al piano militare ma si esplica sul piano economico. Infatti la Cina “investe” nei paesi del terzo mondo, si badi bene ho detto “investe” quindi si presuppone un profitto, praticando condizioni più favorevoli rispetto a quelle praticate dalle altre potenze imperialiste. In campo marxista non si è sempre sostenuto che la politica estera di un paese socialista dovesse essere caratterizzata dai principi della non interferenza, del commercio su base paritaria anche con paesi con regime sociale diverso, dell’aiuto internazionalista ai paesi in via di sviluppo (mediante l’invio gratuito di tecnici in quei paesi ,la formazione di studenti stranieri nelle università, il dono di capitali e merci, la concessione di prestiti senza interessi, ecc.), dell’equilibrio della bilancia commerciale?
Fabbrica di scarpe della Nike
Nessun valore ha parimenti l’obiezione che si tratti di un paese socialista poiché lo stato deterrebbe il controllo di gran parte dell’economia e che esisterebbe una pianificazione centralizzata; la proprietà statale non basta a connotare tale società come socialista, anziché come capitalismo di stato. Si deve ricordare come in Italia, fino a venti anni fa, le imprese controllate dallo stato incidevano fino al 50% del PIL e le stesse banche erano per la stragrande maggioranza di proprietà pubblica. Accidenti siamo vissuti in un paese socialista e non ce ne siamo accorti! Del resto una certa misura di pianificazione non è incompatibile con il capitalismo (mai sentito parlare di Keynes, del New Deal roosveltiano e orrore, della politica economica pianificata della Germania nazista?). Devo essere pedante e ricordare da che cosa è caratterizzato il modo di produzione capitalista? E’ forse caratterizzato dalla proprietà privata dei mezzi di produzione? Oppure più correttamente possiamo dire che, quando ci troviamo di fronte all'esistenza di una forza lavoro, apparentemente libera, che si vende come merce e che viene espropriata del plusvalore ci troviamo in un sistema capitalista. Non sono forse notizia di questi giorni, scioperi degli operai in Cina, contadini espropriati senza indennizzo che si suicidano, incidenti nelle miniere di carbone per mancanza di misure per la sicurezza (sono costose, diminuiscono il profitto)? Non vi sono state enormi migrazioni di lavoratori dalle campagne, in spregio alla politica maoista di integrazione tra industria e agricoltura nel sistema delle Comuni? E, come già detto precedentemente, l’enorme surplus commerciale viene forse reinvestito nel paese per il benessere dei lavoratori? 
Polizia presidia una fabbrica durante uno sciopero

Viene ancora detto che la Cina non è capitalista poiché non è colpita dalla crisi attuale, ma questo non lo si può spiegare forse con “la legge dello sviluppo ineguale dei paesi imperialisti”? Anche il Brasile, l’India o l’Indonesia a questo punto sarebbero paesi socialisti? Non è per caso che la Cina sia competitiva per i bassi salari, per lo sfruttamento selvaggio degli operai e per la grande diffusione di conoscenze tecniche e scientifiche di cui erano state poste le basi nel periodo maoista? 
Si dice ancora che la Cina non abbia ancora raggiunto uno sviluppo sufficiente delle forze produttive per creare una società compiutamente socialista e che l’esistenza della proprietà privata sarebbe una condizione necessaria per passare allo stadio successivo. Quindi Stalin era in errore quando definiva l’URSS uno stato socialista? Infatti l’URSS degli anni '30 aveva forze produttive largamente inferiori a quelle della Cina odierna. 
Per tutte queste ragioni, la mia opinione è che la Cina non sia un paese socialista.

mercoledì 24 ottobre 2012

Troskij fu il mandante dell'omicidio di M. Gorkij

REDAZIONE NOICOMUNISTI


A cura di Guido Fontana Ros






Dal "PROCESSO CONTRO IL “BLOCCO ANTISOVIETICO DELLA DESTRA E DEI TROTZKISTI” davanti al Tribunale Militare della Corte Suprema dell’URSS, Mosca 2–13 marzo 1938 


Seduta antimeridiana dell’8 marzo 1938 

(NDR: Nell’interrogatorio d G. Iagoda, ex direttore dell’OGPU, dopo aver chiarito il ruolo degli esecutori dell’omicidio di Gorkij e del figlio Peskhov, viene il momento di gettare luce sui mandanti e sugli organizzatori…

Vishinskij: È quello che vi chiedo. Adesso diteci, prego, quale è stato, secondo gli elementi a vostra disposizione, il ruolo degli imputati Rikov e Bukarin nella condanna a morte di A.M. Gorkij? 
Iagoda: Da quel che me ne aveva detto Jenukidze, sapevo che avevano partecipato all’esame di questo problema. 
Vyshinskij: Per quel che riguarda Rikov, avevamo chiarito la questione. Rikov ha dichiarato che nel corso di un colloquio con Jenukidze si era prospettata la possibilità di un atto terroristico. 
In proposito desidererei interrogare Bukarin. 
Bukarin: Non vi ho preso alcuna parte. 
V.: Non vi ho ancora fatto la domanda e voi vi affrettate a rispondere. 
B.: Avete detto di volermi interrogare a questo proposito. 
V.: Ho detto che vi volevo interrogare a questo proposito, ma non vi ho ancora posto la domanda e ho quasi ricevuto la risposta. Io vi voglio domandare questo: qual era l’atteggiamento di Gorkij nei riguardi di Trotzkij? 
B.: Nettamente negativo. 
V.: E sapete qual era l’atteggiamento di Trotzkij nei riguardi di A.M. Gorkij? 
B.: Lo stesso, il più nettamente negativo. Volete che esponga maggiori dettagli? 
Vyshinskij: No, per il momento non è necessario. Vorrei interrogare Bessonov. Imputato Bessonov, confermate che l’atteggiamento di Trotzkij nei riguardi di A.M. Gorkij era decisamente negativo? 
Bessonov: Sì, lo confermo. 
V.: In base a che cosa? 
Be.: In base a ciò che ha detto Trotzkij in un colloquio personale con me. 
V.: Confermate ciò che avete dichiarato alla Corte, che Trotzkij aveva trasmesso vostro tramite la direttiva di sopprimere fisicamente Gorkij? 
Be.: Sì, ho trasmesso questo ordine di Trotzkij a Pyatakov. 
V.: Trotzkij aveva scelto Pyatakov come uno dei capi del “blocco”: è così? 
Be.: Sì. 
V..· Eravate affiatato con Pyatakov nel vostro lavoro clandestino di cospiratore? 
Be.: Perfettamente. 
Vyshinskìj: Imputato Bukarin, sapevate che questo atteggiamento ostile verso Gorkij era non solo di Trotzkij ma anche dei trotzkisti? 
Bukarin: Sì, certamente, perché Trotzkij e i trotzkisti fanno una sola unità. I cospiratori obbedivano militarmente. 
V.: Sapevate che questo atteggiamento negativo da parte dei trotzkisti nei riguardi di Gorkij aveva un indirizzo preciso? 
B.: Volete parlare del colloquio che avevo avuto con Tomskij? 
V.: Se è una prova di ciò di cui parliamo. 
B.: Ebbi un colloquio con Tomskij. 
V.: Dove e quando ebbe luogo questo colloquio? 
B.: Nel 1935 Tomskij mi aveva detto che Trotzkij preparava una azione ostile o un atto ostile contro Gorkij. 
V.: Voi avete saputo da Tomskij che Trotzkij preparava un atto ostile contro Gorkij; e non avete domandato a Tomskij da chi lo aveva saputo? 
B.: No. Suppongo che ne fosse stato informato dai membri trotzkisti del “blocco”. 
V.: E non vi ha detto perché i trotzkisti preparavano questa azione o questo atto ostile contro Gorkij? 
B.: Non me lo ha detto. Mi ha detto che c’era una azione contro lo “stalinista Gorkij”, come difensore dell’edificazione socialista in generale e della politica di partito staliniano in particolare. Io penso che la ragione fosse la grande risonanza che ogni parola di A.M. Gorkij aveva nel campo internazionale in generale e presso gli intellettuali in particolare. 
V.: Tomskij non ne ha parlato in riferimento al proposito di rovesciamento del potere dei soviet? 
B.: No, Cittadino Procuratore. 
V.: Ve ne ricordate bene? 
B.: Me ne ricordo bene. 
V.: Permettetemi di ricordare ciò che ha detto Bukarin durante l’istruttoria (T. 5, f. 117): <<I trotzkisti, mi disse Tomskij, giustificavano in questo modo la loro posizione: se si pone seriamente la questione del rovesciamento della direzione staliniana, non si può non tener conto del fatto che l’organizzazione della destra e dei trotzkisti si scontrerà con un avversario attivo e molto influente nella persona di A.M. Gorkij. Tomskij mi disse che i trotzkisti insistevano vivamente sulla loro proposta e sulla sua realizzazione>>. 
B.: Vedete, Cittadino Procuratore, quando sono stato interrogato a proposito del mio colloquio con Tomskij, mi è stato domandato quale significato attribuissi a quelle brevi osservazioni di Tomskij e quale impressione mi fosse rimasta di quel colloquio: così io l’ho esposto in modo più dettagliato. Aggiungo che questa era l’impressione di cui mi ero ricordato quando sono stato interrogato sul colloquio con Tomskij. 
V.: Dite, Tomskij collegava il compimento di un atto ostile contro Gorkij alla questione del rovesciamento del governo sovietico? 
B.: Lo collegava come questione di fondo. 
V.: Come questione di fondo? 
B.: Ho già risposto: sì. 
V.: È la questione di fondo che mi interessa. 
B.: Ma voi interrogate in concreto... 
V.: Il vostro colloquio con Tomskij vi ha fatto pensare che l’atto ostile contro Gorkij fosse concepito in rapporto con il rovesciamento della direzione staliniana? 
B.: Sì, si può dire così, fondamentalmente. 
V..· Di conseguenza, sapevate che si trattava di un atto ostile 
contro Gorkij? 
B.: Sì. 
V.: Secondo voi, di quale atto ostile si trattava? 
B.: In quel momento non ci pensavo affatto e l’idea non mi era neanche venuta... 
V.: A che cosa pensavate, ditemi? 
B.: Quasi non pensavo a niente. 
V.: Ma si trattava di cose serie? Di che cosa si trattava? 
B.: Permettetemi di spiegarmi in due parole. Adesso, a fatto concluso, in questo processo, posso dire... 
V.: Non in questo processo, ma nel corso del colloquio che avete avuto con Tomskij. 
B.: È stata una breve conversazione, una conversazione durante una seduta dell’Ufficio politico, che durò solo pochi secondi. 
V.: Non mi interessa sapere quanto è durato il colloquio: avreste potuto chiacchierare con Tomskij un’ora intera, da qualche parte, in un angolo; la vostra argomentazione non ha importanza. Ciò che importa sono i fatti che voglio accertare. E i fatti sono i seguenti: nel 1935, al principio del 1935 (se avete detto la verità durante l’istruttoria preliminare) avete avuto un colloquio con Tomskij, il quale vi ha fatto sapere che il gruppo trotzkista-zinovievista del “ blocco della destra e dei trotzkisti” intraprendeva un atto ostile contro Gorkij, in quanto partigiano della direzione staliniana. È esatto? 
B.: Si può dire in questo modo. 
V.: È un fatto? 
B.: È un fatto. 
V.: Come avete giudicato questa comunicazione? 
B.: Non vi ho fatto attenzione. 
V.: Non vi avete fatto attenzione? 
B.: No. 
V.: Quando si parla di atti ostili si può intendere anche atti seri, anche atti terroristici. 
B.: Sì; ma fra una dichiarazione sulla stampa, una conversazione spiacevole e un atto terroristico, la differenza è grande. 
V.: E in quel momento qual era il vostro atteggiamento al riguardo? 
B.: Non mi sono intrattenuto su questo. In quel momento non c’era niente nel mio spirito. 
V.: Era dunque una dichiarazione così insignificante che non valeva la pena di soffermarvisi? 
B.: Era una osservazione di sfuggita. 
V.: Ammettiamolo. Vi si dice che si prepara un atto ostile contro A.M. Gorkij... 
B.: Ecco all’incirca come è avvenuto. Ho già descritto seriamente la cosa in istruttoria, perché volevo ricordare se questo momento del nostro colloquio potesse far luce sui documenti di cui disponeva l’istruttoria; ed è alla luce di questi documenti che tutto ha preso contorni precisi. Ma in quel momento non ci pensavo; non avevo fatto caso al senso che si poteva attribuire a 
questa cosa. 
V.: Non è escluso che in quel momento preciso si trattasse di soppressione fisica, dell’assassinio di Gorkij? 
B.: Ora penso che non fosse escluso. 
V.: Cioè: ciò che Tomskij diceva faceva capire che si trattava di un atto terroristico contro Gorkij? 
B.: Adesso penso di sì. 
V.: Ma allora non l’avevate capito? 
B.: Allora non avevo capito assolutamente nulla. 
Vyshinskij (rivolgendosi alla Corte). Non ho altre domande da fare. 
Presidente (rivolgendosi agli imputati): Qualcuno ha domande da fare a Iagoda? 
Rikov: Iagoda ha nominato Vinetskij come qualcuno che sarebbe stato mio complice e sarebbe servito da tramite fra me e non so chi. Io chiedo che mi si dica come lo si è saputo e chi fosse questo Vinetskij; se Iagoda ha saputo questo da Vinetskij o da un’altra fonte. Personalmente non ho visto nessun ispettore. 
Iagoda: Vinetskij è ispettore di collegamento del Commissariato del popolo alle PTT e, nello stesso tempo, ispettore di collegamento del Commissariato del popolo agli Affari Interni. Un giorno mi telefonò per dirmi che Rikov gli chiedeva di portare un plico a Nikolaevskij, all’estero, e se poteva prenderlo. Io dissi: <<Parlatene a Rikov e, se ve lo dà, prendetelo>>. Da ciò conclusi che Vinetskij era un agente di collegamento fra Nikolaevskij e Rikov. 
Presidente: (a Vyshinskij): Avete altre domande da fare? 
Vyshinskij: No. 
Presidente: La Corte non ha altre domande da fare. Sedete, prego.

Gorkij e Jagoda: la vittima e l'assassino






mercoledì 17 ottobre 2012

9 miliardi di dollari truffati dalle corporation in USA nel 2012

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Di Davide Spagnoli




Questi ultimi trent'anni hanno riempito le cronache dei giornali con una serie ininterrotta di scandali legati alle truffe nei confronti della Pubblica amministrazione, con appalti che lievitano a dismisura: l'ultimo in ordine di tempo è l'aumento del 58,75% del costo per l'acquisto dei caccia F-35, tra l'altro, un'ennesima inutile e immorale spesa vista la spinta verso la povertà di milioni d'italiani da parte di un governo di ideologi fanatici di estrema destra composta di “tecnici nell'impoverimento delle nazioni”. Esiste un meccanismo in grado di poter impedire che gli appalti lievitino gravando così ancora di più sulle spalle di chi le tasse le paga? Negli Stati Uniti esiste una legge ad hoc.


Il False Claims Act (nota anche come " Legge Lincoln") prevede che chi denuncia una frode ai danni dello Stato, ha diritto ad una ricompensa. La legge comprende un "qui tam", abbreviazione di “Qui tam pro domino rege quam pro se ipso in hac Parte sequitur”, ossia, tradotto, “Colui che si fa parte in causa sia per il re che per sé stesso”, si tratta cioè di una disposizione che permette alle persone che non sono ascrivibili al governo di promuovere azioni per conto del governo stesso (informalmente chiamata "whistleblowing" “la denuncia da parte di un informatore interno”). Le persone che presentano una denuncia ai sensi del False Claims Act ricevono una parte, di solito tra il 15 e il 25%, degli eventuali danni recuperati. Il campo d'azione del False Claims Act in genere riguarda l'assistenza sanitaria, la difesa, o altri programmi di spesa pubblica; in cima a questo elenco troviamo le più grandi corporation farmaceutiche. Tra il 1987 ed il 2008, grazie al False Claims Act, il governo ha recuperato circa 22 miliardi di dollari.

Il recupero grazie al False Claims Act è raddoppiato in un anno, arrivando a 9 miliardi di dollari.

pubblicato dall'Editore nella categoria News il 10 Ottobre 2012 @ 3:54 pm



Nell'anno fiscale 2012, i casi giudiziari federali e statali compresi nel False Claims Act hanno permesso al governo di recuperare 9 miliardi di dollari: si tratta di un primato, dato che si sono raddoppiati i 4 miliardi di dollari recuperati anno scorso.
I 9 miliardi di dollari sono costituiti da sanzioni penali, nonché da alcune grosse transazioni da parte degli stati sotto l'egida del False Claims Act settlements, inclusi gli oltre 300 milioni di dollari recuperati dallo Stato della California in un singolo caso di truffa sanitaria ai danni del Medicaid Health Maintenance Organization (HMO). 
[NDT: Medicaid managed care prevede l'erogazione di benefici per la salute e servizi aggiuntivi attraverso un accordo tra un'agenzia Medicaid statale e organizzazioni che accettano un pagamento con "quota capitaria" - per questi servizi. Quindi, nel caso citato, si tratta di una truffa della sanità...tutto il mondo è paese...]
L'anno fiscale 2012 ha visto un incremento dei recuperi grazie ai vari False Claims Act di cui si sono dotati gli stati sul modello di quello federale, ed alle maggiori pene pecuniarie connesse con i più grandi casi federali di frodi ricadenti sotto il False Claims Act.

Taxpayers Against Fraud” [NDT: "Contribuenti contro la frode”, organizzazione no-profit votata a combattere le frodi contro il governo e la protezione delle risorse pubbliche http://www.taf.org/ ] ha oggi rilasciato una relazione che documenta i 30 più gravi casi del 2012 
[http://www.corporatecrimereporter.com/wpcontent/uploads/2012/10/taf.pdf ]

Le quattro frodi più grandi sono state quelle di:
  • GlaxoSmithKline (3 miliardi di dollari),
  • Abbot Laboratories 1,5 miliardi di dollari),
  • Bank of America (1 miliardo di dollari),
  • Merck (950 milioni di dollari).
Delle 30 più grandi frodi 28 sono relative a whistleblower, cioè a denunce fatte da persone a conoscenza dei fatti ma non ascrivibili al governo.
Il responsabile della comunicazione di Taxpayer Against Fraud, Patrick Burns, ha attribuito il raddoppio dei casi alle frodi compiute dalle più grandi corporation farmaceutiche e da “interi nuovi filoni” di casi di False Claims Act, comprese le truffe bancarie e quelle sui mutui.
Burns ha aggiunto che probabilmente nell'anno fiscale 2013 non ci sarà il raddoppio dei 9 miliardi di dollari di quest'anno, anche se già 3,5 miliardi di dollari “sono poco lontani.”


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Un breve riassunto sulla questione carestia/genocidio in Ucraina


di Guido Fontana Ros con integrazioni suggerite dai compagni Luca Baldelli e Bogdan Mitrache (Versione aggiornata il 02/02/2019)







HOLODOMOR è il nome in ucraino dell'evento.

FALSO: HOLODOMOR in ucraino e russo significa morte di massa per congelamento; in ucraino per indicare questo episodio storico si dovrebbe dire, "Golodomor 1932-1933 rokiv". Fu una parola inventata a tavolino affinché ricordasse in qualche modo il termine Holocaust (lo scopo era quello di sminuire e nascondere la partecipazione dei nazionalisti ucraini alle stragi perpetrate dai nazisti), infatti furono usate le parole polacche holod=fame e mor  da mord (polacco, assassinio, ucraino morduvati, uccidere).

Il PEGGIOR GENOCIDIO nella storia dell'umanità. 

FALSO: prima di tutto, non è stato un genocidio. In secondo luogo, le cifre sono sbagliate.

MILIONI DI MORTI, quasi tutti ucraini 


FALSO: purtroppo una situazione di grave emergenza colpì gran parte del territorio dell’URSS, soprattutto nella cosiddetta zona delle “terre nere”. Ci furono più morti, in percentuale, tra gli Slavi del Basso Volga che in Ucraina. Non si nasconde che fu una grande tragedia, ma per tutto il popolo russo! La maggior parte delle vittime fu dovuta a 2 tremende epidemie di colera e tifo; le condizioni igieniche erano ancora disastrose e non esistevano gli antibiotici!

DA 7 A 10 MILIONI DI VITTIME 


FALSO: I morti in Ucraina nel 1932-33 sono stati molti di meno. Fu una tragedia, è vero, ma il numero delle vittime, di cui la maggior parte fu dovuta alle epidemie, fu inferiore al milione. In questa cifra bisogna far rientrare sia i kulaki eliminati che quelli che morti per le disastrose condizioni igieniche patite durante il trasferimento nelle Repubbliche dell’Asia.
Al netto delle precedenti affermazioni occorre considerare che nel 1929 gli ucraini erano 29 milioni e nonostante la II Guerra Mondiale e il "terribile Holodomor", nel 1959 erano 37 milioni, dunque?
Queste cifre sono gonfiate ad arte in quanto i nazionalisti ucraini (con le mani lorde di sangue degli ebrei ucraini) e gli “storici” anticomunisti dovevano sparare una cifra superiore al vero Olocausto (6 milioni di vittime).Questo per 2 ragioni:


1) per infangare Stalin (Stalin è peggio di Hitler...)

2) per nascondere la partecipazione dei nazionalisti ucraini alla Shoah

Inoltre bisogna tenere presente che fino alla legge del 1935 sulle registrazioni anagrafiche, i sabotatori registravano i decessi più volte per falsare i dati della popolazione e disorganizzare gli approvvigionamenti. Queste azioni, sia pur fortemente ridotte nel numero, perdurarono fino al 1937, quando si dovette prendere energiche misure contro la direzione statistica per i dati falsati del censimento (non si conteggiarono persone assenti momentaneamente o permanentemente per lavoro o servizio, in viaggio su treni, all'estero ecc...). Facendo mancare 6/7 milioni di "anime" nei dati ufficiali. Nel 1932 si ripulirono in parte le ZAGS (anagrafi) da sabotatori, ex kulaki e guardie bianche, ma il lavoro fu molto parziale. Nel 35 con la nuova legge si fecero ulteriori passi avanti, nel 37 fu risolta definitivamente la questione. 
Wheatcroft è storico onesto e corretto: il suo limite però è, sull'Ucraina e su altre aree, il prendere i dati delle anagrafi del 1932/33 o stime di questi anche corrette al ribasso del 1936, senza però precisare che nemmeno le correzioni del 36 erano, mi si perdoni il bisticcio, pienamente corrette, in quanto ancora nell'apparato statistico c'era la banda Kraval. 

Della questioni se ne sono occupati Mark Tauger e Stephen Wheatcroft che con il suo libro “The Years of Hunger: Soviet Agriculture 1931-1933“, dove ha  trattato (come dice il titolo stesso) non solo e non tanto della carestia del del 47, ma, in modo assai approfondito, anche di quella del 32-33 giungendo più o meno alle stesse conclusioni (almeno per quanto riguarda la questione della non intenzionalità di Tauger, autorità nella ricerca sulla collettivizzazione sovietica dell'agricoltura ( si vedano  Modernization in Soviet Agriculture”,2006; “Stalin, Soviet Agriculture and Collectivization”, 2006; e “Soviet Peasants and Collectivization, 1930-39: Resistance and Adaptation, 2005). Con prove documentali talmente inconfutabili che persino quel cialtrone di Conquest, in una lettera inviata a Wheatcroft  nel settembre 2003, dovette fare dietrofront, distanziandosi cosi dalla versione del genocidio.





IL RACCOLTO NEL 1932-33 FU ABBONDANTE

FALSO: il raccolto fu scarso per le seguenti ragioni: 

1) siccità in alcune regioni ed estrema piovosità in altre
2) epidemia di ruggine del grano 
3) lotta contro i kulaki. Questi bruciavano i raccolti o lasciavano marcire il raccolto sotto la pioggia, uccidevano gli animali (meno cavalli=meno terra arata. Oltre il 50% del patrimonio zootecnico dell’URSS andò perduto), attaccavano i kolchoz, massacrandone letteralmente i membri e violentandone le donne. 

UCRAINI ARRESTATI A CENTINAIA DI MIGLIAIA 

FALSO: Non è vero che gli ucraini sono stati rinchiusi campi a morire di fame. Era un periodo tremendo: raccolto misero, epidemia di tifo e colera, accanita resistenza dei kulaki, sabotaggio dei rifornimenti alimentari ecc.. Per questi motivi molti cercavano di andare via dall’Ucraina. Non si poteva permettere che masse enormi di persone andassero via dall’Ucraina; dove potevano essere accolte? Chi sarebbe rimasto a coltivare i campi l’anno dopo? Infatti l’anno dopo il raccolto fu da record!


RACCOLTO VENDUTO ALL’ESTERO PER COMPRARE MACCHINE INDUSTRIALI 

FALSO: Diciamo che fu fatto un enorme sforzo per dotare l’agricoltura di trattori, trebbiatrici, tutte di produzione nazionale. La verità è che la collettivizzazione dell’agricoltura, permise lo sviluppo dell’industria fornendo il cibo agli operai e inoltre liberò dalla servitù feudale milioni di contadini. La stragrande maggioranza di essi spesso non riusciva a produrre il necessario per l’autosostentamento. Questo enorme sforzo permise di dotare l’URSS della base industriale per sconfiggere i nazisti. Indovinate un po’ dove i nazisti ebbero l’89% delle perdite nella II Guerra Mondiale?
Inoltre fallirono i tentativi del governo sovietico di comprare grano presso i paesi occidentali, questi si rifiutarono di vendere il grano anche ricevendo oro come contropartita.



SITOGRAFIA



http://noicomunisti.blogspot.it/2012/10/the-ukrainian-famine-genocide-myth-di.html


Miti della storia sovietica: la carestia del 1932-33

http://alexanderartemsakharov.blogspot.it/2011/02/golodomor.html

https://www.newcoldwar.org/archive-of-writings-of-professor-mark-tauger-on-the-famine-scourges-of-the-early-years-of-the-soviet-union/
http://msuweb.montclair.edu/~furrg/research/furr_bloodliesch1.pdf

https://noicomunisti.blogspot.com/2017/02/la-balla-dellholodomr-lembargo.html

Analisi climatologica dell’agricoltura sovietica. Un miracolo geografico ed economico



La balla dell'Holodomor: anatomia di una bugia inventata dalla macchina propagandistica occidentale


lunedì 15 ottobre 2012

Il mito della carestia provocata in Ucraina

NOICOMUNISTI


REDAZIONE NOI COMUNISTI 

Traduzione di Guido Fontana Ros

(da un articolo presente sul sito web Stalin Society)

THE UKRAINIAN FAMINE-GENOCIDE MYTH

di John Puntis 

N.B. A corredo dell'articolo sono state postate foto atroci dei massacri perpetrati dai nazionalisti ucraini. Questo non per una sorta di compiacimento pornografico, ma per far risaltare chi sono i "testimoni" del mito della carestia/genocidio in Ucraina. E' bene che si sappiano questi fatti. Si deve conoscere con chi si accompagnano "storici" come Robert Conquest.


Nel 1922 l'Unione Sovietica, in alcune aree patì una grave condizione di carestia a causa della intervento militare con cui le potenze imperialiste cercarono di schiacciare il nuovo stato sovietico. Le condizioni di carestia ricorsero di nuovo nel 1933, in particolare, ma non esclusivamente, in Ucraina. Ci sono due versioni radicalmente diverse di questa seconda carestia. Un'analisi oggettiva indica che la carestia fu il risultato di una combinazione di cattive condizioni climatiche e di sabotaggio da parte dei contadini ricchi o kulaki di fronte alla collettivizzazione dell’agricoltura. I nazionalisti ucraini tuttavia sostengono che la carestia fu deliberatamente creata da Stalin, al fine di spezzare lo spirito del popolo ucraino, causando attraverso milioni di morti inutili, morte e distruzione su una scala che in realtà supera di gran lunga l'Olocausto nazista. Prove documentali a sostegno di questa affermazione sono spesso portate da studiosi come Robert Conquest o James Mace della Harvard University.

Dal libro cit. del  Dr. E. Ammende; supposta vittima della carestia
a Kharkhov, Ucraina
Tali prove documentali sono estremamente traballanti in quanto si si basano spesso sui racconti screditati della stampa filofascista del 1930 in America o anche su documenti nazisti. Nonostante quanto detto, questo continua a riemergere, in particolare negli anni ‘80 come parte di un tentativo dei nazionalisti ucraini per commemorare il 50° anniversario della carestia, e al tempo stesso per alimentare la retorica da guerra fredda dell'era Reagan. Le stesse vecchie, sgranate immagini fotografiche che appaiono di volta in volta, pretendendo di mostrare le vittime della carestia dell'Ucraina, sono quasi sempre prive di fonti, oppure risalendo indietro nel tempo, in realtà provengono da documenti concernenti la lotta contro la fame nella carestia del 1922 o anche da documenti precedenti. Queste immagini raccolte insieme nel film “Harvest of Despair” , sono state mostrate in televisione nel Regno Unito, pur essendo stata respinte da alcune reti del servizio pubblico negli Stati Uniti a causa di una palese mancanza di obiettività. Le organizzazioni nazionaliste ucraine in Canada e altrove continuano a propagare la nozione di carestia uguale a genocidio deliberato, mentre con cura dissimulano le proprie origini antisemite, filonaziste e collaborazioniste. Una ricerca sul web con i termini “genocidio carestia ucraina” ha prodotto 845 riferimenti a quest' “uomo ha fatto” la fame, come al solito illustrato crudamente con immagini di un'epoca precedente. In questa conferenza io esplorerò la maggior parte dei retroscena di queste affermazioni e rivendicazioni, riferendomi all'eccellente libro sul tema di Douglas Tottle (Fraud, famin and fascism. The Ukrainan genocide myth from Hitler to Harvard. Progress book, Toronto, 1987. ISBN 0-919396-51-8

Frode giornalistica nel 1930 
Nell'autunno del 1934, un americano di nome di Thomas Walker entrò nell'Unione Sovietica. Dopo meno di una settimana trascorsa a Mosca, il resto del suo soggiorno ammontò a 13 giorni di transito alla volta del confine della Manciuria, punto in cui lasciò l'URSS per non farvi più ritorno. Quattro mesi più tardi, una serie di articoli cominciò a comparire sulle testate di Hearst in America, a firma Thomas Walker, “noto giornalista, viaggiatore e studioso di questione russe, il quale ha trascorso parecchi anni viaggiando in Unione Sovietica”. Gli articoli che descrivevano una carestia in Ucraina, che aveva mietuto sei milioni di vite, erano illustrati da fotografie di cadaveri e di bambini affamati. Si diceva che Walker avesse trafugato queste immagini in una macchina fotografica in "circostanze estremamente difficili e pericolose".
Testata della catena di Hearst
Louis Fischer, uno scrittore americano che, a quel tempo viveva a Mosca, divenne sospettoso. Perché le testate giornalistiche di Hearst avevano soprasseduto per circa dieci mesi, su queste storie sensazionali prima di pubblicarle? Egli stabilì che la breve visita di Walker in Unione Sovietica non gli avrebbe potuto permettere di visitare le zone descritte e fotografate. Egli sottolineò anche che la prove fotografiche di Walker erano decisamente strane: non solo erano le suggestive immagini di una decina di anni prima (Fischer pensava probabilmente che si trattasse della carestia del 1921 nella zona del Volga), ma conteneva un mix di scene riprese sia in estate che in inverno. Fischer inoltre osservò come nel 1933, il raccolto in Ucraina fosse stato buono. (NDR: qui il testo della lettera con cui Louis Fischer smaschera questa frode)
Alcune delle immagini sono state successivamente identificate come mostranti scene austro-ungariche della I guerra mondiale; inoltre si sapeva che i giornali di Hearst scovavano vecchie foto e le ritoccassero per usarle come propaganda. A volte queste immagini apparvero etichettate come provenienti dalla Russia, altre volte le stesse immagini vennero trasferite in Ucraina ovviamente per motivi politici. Non solo le fotografie erano una frode e il viaggio in Ucraina era una frode, ma lo stesso Thomas Walker era una frode: venne rivelato che era un evaso di nome Robert Green imprigionato per falso. Al processo successivo al suo secondo arresto ammise che la serie di immagini utilizzate negli articoli dei giornali di Hearst erano falsa e non erano state riprese, come indicato, in Ucraina. Nonostante questi fatti, le stesse foto sono ancora quelle usate in manifesti commemorativi, sui siti web e nel film “Harvest of Despair”. 

La stampa di Hearst 

La stampa di Hearst, è inutile dirlo, continuò con la sua campagna della carestia/genocidio, nonostante il fiasco “Walker”. Questo non è sorprendente se si considera che Hearst era noto a milioni di americani come "il numero uno fascista in America". (Una delle principali fonti di Mussolini di reddito personale durante i primi anni ’30, proveniva da pagamenti per essere un corrispondente delle testate di Hearst). 

William Randolph Hearst con gerarchi nazisti
Nel 1934 Hearst visitò la Germania nazista e incontrò Hitler. A seguito di questa visita i giornali di Hearst iniziarono a promuovere articoli sulla carestia/genocidio in Ucraina. Il Premier francese Edouard Herriot, che era da poco tornato da un viaggio in Ucraina, rese pubblico il fatto di non aver visto alcuna prova di carestia. A seguito degli articoli di Walker, Hearst continuò a cercare di convincere gli americani che l'Unione Sovietica era una terra di fame totale, di genocidio e di cannibalismo. A quel tempo fu spesso riconosciuto come sensazionalismo di matrice politica, ma con il passare degli anni queste invenzioni si trasformarono in "prove primarie". 

Notando le caratteristiche della campagna degli anni ‘30 e le memorie selettive di coloro che hanno contribuito con i giornali di Hearst alla diffusione della tesi sulla carestia/genocidio, luce può essere fatta sulle caratteristiche dell’odierna campagna sulla carestia/genocidio. 


In realtà questa immagine si riferisce alla carestia del 1921-23,
Contemporaneamente al lancio delle esternazioni di Hearst del 1935, la stampa nazista in Germania e i giornali simpatizzanti nel resto d'Europa, cominciarono a pubblicare storie analoghe. Proprio allora venne pubblicato un libro del dottor Ewald Ammende dal titolo "Human Life in Russia". Il libro ebbe un’influenza duratura su coloro che diffusero il mito della carestia/genocidio mito e fu ripubblicato nel 1984. Questo libro fa mostra di poca pretesa di oggettività accreditando i corrispondenti di Hearst, i resoconti dalla Germania nazista e dall'Italia fascista, riportando accuse di "viaggiatori" e di "esperti" innominati. 

La maggior parte delle prove fotografiche dei teorici della carestia/genocidio può essere fatta risalire sia a ad Ammende che a Thomas Walker. Le origini delle fotografie non sono documentate, anche se va notato che Ammende venne coinvolto nell'operazione di soccorso nella carestia degli anni 1921-1922. Si dice che le immagini siano state riprese per le strade e le piazze di Kharkov, nell'estate del 1933, anche se solo 10 su 26 sembrano mostrare scene urbane. Non ci sono indizi o riferimenti di interesse geografico per aiutare a inserirle in un qualche contesto. "The Human Life in Russia” contiene altre immagini che non appaiono nella edizione tedesca. Si è affermato che queste immagini siano state riprese dal dottor Ditloff, direttore della concessione governativa tedesca per l'agricoltura nel Caucaso del nord. Ci si potrebbe chiedere come potesse un funzionario nazista vagabondare liberamente per l'Ucraina scattando fotografie, ma in ogni caso in pubblicazioni successive le stesse fotografie sono a volte assegnate o attribuite ad una fonte completamente diversa. In realtà, alcune immagini sono stati identificate come provenienti dalla carestia del 1922 e alcune scene appaiono essere riprese in inverno nonostante dovessero essere riprese d’estate. Altre pubblicazioni utilizzano le stesse immagini senza specificarne la fonte o accreditandole a Thomas Walker, nonostante il fatto che esse sono state utilizzate per rappresentare eventi del 1932/1933 e Walker abbia affermato di averle scattate nella primavera del 1934. 
E’ chiaro che le prove fotografiche sono false e sono state usate principalmente come parte di una campagna per danneggiare e screditare l'Unione Sovietica. Nonostante ciò continuano ad essere utilizzate.


La Guerra Fredda 

La campagna incentrata sul genocidio/carestia degli anni ‘30 si appoggiò pesantemente a dubbie fonti di destra e non fu accettata dagli storici tradizionali dell’epoca, facendo sì che alcuni nazionalisti ucraini parlassero dell’esistenza di uno schieramento filosovietico e addirittura di una cospirazione ebraica per sopprimere la verità. Nel 1950 i nazionalisti pubblicarono libri come "The Black Deeds of the Kremlin” per diffondere la loro interpretazione della storia. Una sezione è dedicata alle accuse nazionaliste di esecuzioni di massa sovietiche, nel corso del 1930 in Vynnitsa. Realmente durante l'occupazione nazista nel 1943, le fosse sono state esaminate da una commissione nazista e utilizzate in film di propaganda. Tuttavia, nel dopoguerra, testimonianze di soldati tedeschi rivelarono, che si trattava di un inganno della propaganda nazista: i corpi sono quelli di ebrei giustiziati dalle SS e dalla milizia ucraina. 
Massacro di ebrei a Vinnitsa, Ucraina, ad opera dei collaborazionisti
ucraini e dei nazisti dell'Einsatzgruppe D. (28.000 vittime)
Le accuse raccapriccianti di cannibalismo nel secondo volume di "The Black Deed of Kremlin" fecero sì che venisse definito come "libro di cucina ucraina nazionalista"! 

Il gioco dei numeri 

I teorici del genocidio/carestia sono ansiosi di stabilire che milioni di persone sono morte in Ucraina. La loro metodologia, come al solito, è molto sospetta. Uno "studio fondamentale" di Dana Dalrymple pubblicato in "Soviet studies", nel 1964 si presenta con una cifra di 5,5 milioni sulla base di una media delle congetture di 20 giornalisti occidentali. Uno di questi è il nostro immaginario amico Thomas Walker. Dalrymple afferma che Walker fece la sua indagine eludendo una visita guidata e che aveva già trascorso diversi anni viaggiando in Russia. Una figura simile citata è quella dell'arcivescovo di Canterbury, sostenitore entusiasta di Hitler che aveva tentato di sollevare la questione carestia nella Camera dei Lord nel 1934, quando in realtà il ministero degli Esteri dichiarò che non vi era alcuna prova a sostegno delle accuse contro il governo sovietico. Inutile dire che la testimonianza di Sir John Maynard, un esperto di fame e carestie che visitò l'Ucraina nell'estate del 1933 e respinse i racconti di carestia/genocidio non è accettata dai nazionalisti. 
La campagna da “guerra fredda” riemerse nel 1980 con una notevole pubblicità e il sostegno scientifico del Research Institute ucraino della Harvard University, a lungo un centro di ricerca anticomunista. Nel 1983, il libro "The Ninth Circle", pubblicato la prima volta dai nazionalisti ucraini nel 1953 è stato ripubblicato, curato e introdotto dal dottor James Mace di Harvard. Una revisione critica di questo libro lo ha descritto come "una polemica, priva di tutta la documentazione, e privo di qualsiasi studio accademico". L'autore, è stato sottolineato, non fornisce alcun dettaglio sulla sua attività durante l'occupazione nazista dell'Ucraina, e non esprime un singolo commento critico sui nazisti. Ancora una volta i falsi di Thomas Walker vengono utilizzate come illustrazioni, nonostante l'autore affermi di essere stato testimone oculare della carestia. L’ "accademico" Mace scrivendo a proposito dei materiali di Walker, affermò: "Un giornalista americano come Thomas Walker ha scritto resoconti schietti e fornito documentazione grafica della carestia in base a ciò che aveva visto in Ucraina nel 1933". Si noti la retrodatazione conveniente del viaggio di Walker dal 1934 al 1933. 
Donne ebree ucraina in attesa dell'esecuzione
Un altro contributo alla letteratura sul genocidio/carestia è il libro di Walter Dushnyk “50 years ago: the Famine Holocaust in Ukraine”. La prefazione di questo libro è redatta niente meno che da Dalrymple. Le radici di Dushnyk possono essere rintracciate nell’Europa di prima della guerra, quando era attivo nel movimento dell'Organizzazione dei nazionalisti ucraini. Anche in questo caso un recensore critico commenta questo libro: “…piuttosto che essere una analisi scientifica, il materiale è costituito da una polemica al vetriolo di grande carica emotiva. Infatti che ha poco a che fare con uno studio scientifico e senza dubbio manca di obiettività”. Ancora una volta le stesse false fotografie vengono utilizzate come illustrazioni. Dushnyk calcola il numero di morti per carestia, proiettando una crescita prevista della popolazione, in base al censimento del 1926, sul censimento della popolazione elencato per l'Ucraina nel 1939. La differenza è di 7,5 milioni di persone e questo diventa quindi il numero di vittime della carestia. L'assurdità di questa metodologia può essere dimostrata con la sua trasposizione nel Canada degli anni ’30, e dimostrando che il 25% della popolazione del Saskatchewan scomparve durante la grande depressione. Infatti, la popolazione dell'Ucraina è aumentato in termini reali dal 1926 al 1939 di quasi 3,4 milioni. Sebbene non sia possibile fornire una cifra esatta per il numero di vittime della carestia, le rivendicazioni di persone come Dalrymple, Mace e Dushnyk hanno dimostrato che questi ultimi, per rafforzare le loro accuse politiche di genocidio, hanno fabbricato esagerazioni estreme. 

Il raccolto dell’inganno 

La campagna della carestia/genocidio campagna raggiunse il culmine nel 1986 con la pubblicazione del libro "Harvest of Sorrow" di Robert Conquest e con il film prodotto dalla commissione di ricerca sulla carestia dell’Istituto San Vladimir, "Harvest of Despair". Il film è pieno di vecchie foto senza documentazione e fa leva su interviste sia di ex nazisti e collaborazionisti ucraini, che di transfughi dall'Unione Sovietica; anche Malcolm Muggeridge si presta per una breve apparizione. I produttori del film a quanto pare, visionarono più di un milione di metri di pellicole, prima di sceglierne solo 720 metri. Invece di prove documentali della carestia viene presentato, un montaggio di fotogrammi privi di documentazione tra cui le immagini Walker/Ditloff della carestia del 1921/1922 ed altre da pubblicazioni della propaganda nazista. Con disprezzo mozzafiato per la verità, alcune scene sono prese in prestito da film sulla guerra civile e da film sovietici del 1920. In sostanza, sembra che i produttori del film abbiano frugato negli archivi alla ricerca di vecchi spezzoni di effetto “guerra-e-fame”, spezzoni che sono stati poi assemblati in parallelo nel film con un grande effetto subliminale, legati da una narrazione e intervallati da interviste di parte. Questo è stato addirittura ammesso da alcuni dei soggetti coinvolti, ma il film è stato ampiamente diffuso e lodato, anche sulla televisione britannica. Gli autori ricevettero anche sussidi e supporto logistico dal National Film Board of Canada e da un altro ente di finanziamento pubblico, il Multiculturalism Canada. "Harvest of Despair" è stato chiaramente non un documentario oggettivo come si pretendeva, ma piuttosto un grezzo, freddo esercizio di propaganda di guerra.
Il libro di Conquest “Harvest of Sorrow: Soviet Collectivisation and the Terror famine” è emerso come il miglior tentativo di legittimizzazione della carestia/genocido. L’affiliazione di destra di Conquest e le sue smentite circa l’Olocausto sono ormai ben noti. Un tempo fu impiegato nel progetto di disinformazione del servizio segreto britannico, il Dipartimento di Ricerca Informazione, i cui obiettivi chiave erano “terzo mondo” e “Russia”. Nel precedente lavoro, “Il Grande Terrore”, Conquest aveva affermato che solo 5-6 milioni di persone morirono nel periodo 1932/3 e solo la metà di loro in Ucraina. Nel 1983 Conquest, tuttavia alzava le sue stime a 14 milioni estendendo le condizioni di carestia al 1937! Tali revisioni coincisero comodamente con le commemorazioni del 50° anniversario della carestia. 

Conquest presenta le varie cricche nazionaliste che hanno controllato parti dell'Ucraina durante la guerra civile russa e l'intervento straniero come governi in buona fede. Il massacro di massa degli ebrei ucraini svolto nell'ambito dell’ “indipendenza” nazionalista nel 1918-19 è respinto in 3 parole. L'occupazione nazista dell'Ucraina è presentata implicitamente come una interruzione fra i periodi di “terrore” sovietico e la liberazione dai nazisti come una “rioccupazione” sovietica. Ci sono molti esempi nel libro di mancanza di ricerca scientifica. Un esempio lo si ha nella citazione dei resoconti di un corrispondente straniero che si rivela essere nientemeno che Thomas Walker, l'uomo che non fu mai. Nella sua nota di riferimento per la citazione sposta anche la data di questo articolo della stampa di Hearst dal 1935 al febbraio 1933. Vale la pena di ripetere le osservazioni dello storico americano J. Arch Getty sulla qualità di questo tipo di ricerca storica: 
“Grossolane generalizzazioni analitiche sono provenute da brandelli di testimonianze di seconda mano, da pettegolezzi di corridoio. Storie da campo di prigionia del tipo (" il mio amico ha incontrato la moglie di Bucharin in un campo e lei gli ha detto ... ") sono diventate fonti primarie sul modo in cui il potere politico sovietico prendeva le decisioni... la necessità di generalizzare a partire da particolari isolati e non verificati ha trasformato le voci in fonti e ha equiparato la ripetizione di storie alla conferma”.
Considerando che gli storici seri non accettano dicerie e voci come fatto storico, Conquest in contrasto con questa posizione afferma che "La verità non può filtrare che in forma di sentito dire" e che "su questioni politiche fondamentalmente la migliore fonte, benché non infallibile , è il si dice". 


La carestia 

Venendo ora alla carestia stessa e alle sue cause, la maggior parte degli storici di destra ha generalmente prestato poca attenzione ai fattori di siccità e di sabotaggio durante il processo di collettivizzazione. È interessante notare che, in “A History of Ucraina" di Mikhail Hrushevsky -descritto dagli stessi nazionalisti come “storico leader dell'Ucraina”- si legge che: "Ancora un anno di siccità ha coinciso con le caotiche condizioni agricole, e durante l'inverno del 1932-1933 una grande carestia, come quello del 1921-1922 spazzò tutta l’Ucraina Sovietica". Da nessuna parte questa storia suggerisce che la carestia fosse provocata e diretta contro gli ucraini e in effetti più spazio è dedicato alla carestia del 1921-1922. Ci sono molti riferimenti a condizioni di siccità in Ucraina nel 1931 e nel 1932. Anche Ewald Ammende nella sua "The Human Life in Russia" si riferisce a cause climatiche e naturali della carestia. 
Mentre la siccità fu un fattore che contribuì, la causa principale della carestia e fu la lotta contro la collettivizzazione delle campagne in quel periodo. Nel 1928 c’erano milioni di aziende contadine su piccola scala, i tre quarti del terreno erano seminati a mano, un terzo delle aree di raccolto venne mietuto con la falce, il 40% del raccolto fu trebbiato a mano con flagelli. Più di un quarto delle famiglie contadine non possedevano animali da tiro o attrezzi agricoli e il 47% aveva solo aratri. L'unità di collettivizzazione era una caratteristica fondamentale del primo piano quinquennale varato nel 1929. La piccola minoranza dei contadini ricchi, i kulak, si opposero alla socializzazione dell'agricoltura e combatterono contro la collettivizzazione con una campagna organizzata di distruzione su vasta scala. La lotta in alcuni settori, tra cui l'Ucraina assunse carattere di guerra civile. Osservatori stranieri, in visita in quel periodo testimoniarono che l'opposizione kulak macellava il proprio bestiame e i propri cavalli, piuttosto che vederlo collettivizzato. Dal 1928-1933 il numero di cavalli in Unione Sovietica diminuì da 30 a 15 milioni, i bovini da 70 a 38 milioni, gli ovini e i caprini da 147 a 50 milioni di. Alcuni kulaki bruciarono le proprietà dei collettivi e bruciarono anche la propria produzione di grano e di semi. Molti teorici della carestia/genocidio accantonano il sabotaggio dei kulaki, mentre altri ne offrono descrizioni entusiastiche celebrando l'opposizione alla pianificazione sovietica. Inoltre, la carestia fu aggravata dalle epidemie di tifo che ha indubbiamente causarono molte vittime. Nel 1933 ci fu un raccolto da record, essendo stati profusi enormi sforzi per migliorare ulteriormente le aziende agricole collettive e la fornitura di attrezzature meccanizzate. 
I successivi enormi aumenti della produzione agricola e industriale in Ucraina fino alla seconda guerra mondiale, smentiscono le accuse di 7-15 milioni di morti di fame solo sette anni prima. Inoltre, la testimonianza di resistenza ucraina ai nazisti e ai loro ausiliari ucraini nazionalisti fu esemplare. Nella parte più grande dell’Ucraina orientale la lealtà ucraina fu travolgente e attiva. Ci furono oltre mezzo milione di partigiani sovietici organizzati, e quattro milioni e mezzo di ucraini etnici combatterono nell'esercito sovietico. Gli storici nazionalisti ucraini riconoscono questo e può solo meravigliare la capacità di un paese di mobilitare tali numeri di maschi in età militare alla luce delle rivendicazioni nazionaliste circa le vittime della carestia. La realtà è che per la maggior parte dei contadini ucraini, per i lavoratori e per i professionisti appena emersi da tali classi, il sistema sovietico aveva dimostrato schiaccianti vantaggi economici e culturali.
L'unico posto in cui i nazionalisti trovarono alcun qualche forma di appoggio, durante l'occupazione nazista, fu nella parte dell’Ucraina che era stata fino al 1939, la Galizia polacca; questo fu il luogo dove i nazisti effettuarono la loro maggior parte del reclutamento per la polizia fascista e per le SS. Un esame di ciò che è accadde durante l'occupazione nazista rivela non solo il sostegno popolare ai sovietici dimostrato dal popolo dell'Ucraina, ma anche il ruolo svolto dai nazionalisti ucraini. 

Bambini polacchi massacrati in Volhynia 
nel 1943 per mano degli "eroi" ucraini 
di Bandera

Collaborazionismo e collusione 

Nel giugno 1941 l'esercito nazista entrò in Leopoli, capitale dell'Ucraina occidentale. Nella sua avanguardia arrivò anche in uniforme tedesca, il Battaglione Nachtigall dei nazionalisti ucraini. Durante i primi tre giorni di luglio, il Battaglione Nachtigall massacrò 7.000 ebrei nei pressi di Leopoli. Scrittori, intellettuali e professionisti, non ebrei, noti per essere ostili al nazismo parimenti furono uccisi. Nei primi 8 mesi di occupazione nazista il 15% degli ebrei galiziani - 100.000 persone – furono massacrati dalle azioni congiunte dei tedeschi e nazionalisti ucraini. Molte migliaia di nazionalisti che fuggirono in Germania e altrove, sulla scia delle armate naziste in ritirata dovettero coprire la loro colpa personale e collettiva nell'Olocausto e il tradimento del loro paese. Temi antisemiti e fascisti sono radicati profondamente nella storia del movimento nazionalista ucraino. I leader dei nazionalisti ucraini erano sul libro paga del partito nazista prima che Hitler invadesse l'Unione Sovietica. Battaglioni ucraini nazionalisti furono addestrati in Germania prima della guerra e alcuni furono utilizzati durante l'invasione della Polonia. I distaccamenti volontari ucraini Nachtigall e Roland combatterono con l'esercito tedesco e alla fine del 194, riorganizzati in un battaglione di polizia furono impiegati in Bielorussia. 

Banderisti ucraini durante il pogrom di Leopoli
Nonostante che questo sia ben noto, i sostenitori del genocidio/carestia ritraggono i  nazionalisti alla pari con la resistenza francese per aver combattuto in qualche modo contro Hitler e Stalin. Nello stesso modo distorto viene rappresentato il ruolo del 14° Waffen SS Galizien Divisione (anche conosciuta come la Division Halychyna). Formatasi nel 1943, la sua funzione principale era la brutale lotta anti-partigiana. Anche dopo il ritiro tedesco dall’Ucraina, i nazionalisti rimasti continuarono a molestare le linee di rifornimento sovietiche. Truppe nazionaliste servirono Hitler in Ucraina, Polonia, Bielorussia, Cecoslovacchia, Ungheria e Jugoslavia. Collaborazionisti ucraini parteciparono all'omicidio di centinaia di migliaia di persone nei campi di sterminio come Treblinka, Sobibor, Yanowska e Trawniki. Queste furono le credenziali “anti-naziste” dei nazionalisti che oggi si presentano come “combattenti nazionali di liberazione”, “eroi del popolo ucraino” e “patrioti che hanno lottato per una libera Ucraina”. 

Vittime del pogrom di Lviv ad opera degli "eroi" ucraini 
di Bandera

Dopo la guerra 

Dopo la vittoria alleata sulla Germania nazista molti collaborazionisti cercarono di sfuggire alla giustizia e alla vendetta, alla ricerca di una nuova vita in America del Nord e altrove. Agenzie di intelligence occidentali prestarono il loro aiuto per “disinfettare” collaborazionisti nazisti, favorendone l’emigrazione in terre nuove in cambio di una nuova collaborazione contro la Russia. L'Organizzazione Internazionale per i Rifugiati e le US Person Displaced Commission inizialmente considerarono i nazisti ucraini non ammissibili per i visti. Questo impedì alle agenzie di intelligence americane di presentare i membri dell'Organizzazione dei nazionalisti ucraini come combattenti antinazisti. 
Questa fu una totale invenzione, ma convinse le autorità preposte all’immigrazione a cambiare posizione. Collaborazionisti riciclati dell'Est europeo furono messi a lavorare presso Radio Free Europe, Radio Liberty, Voice of America e in istituti professionali per funzionari dei servizi segreti degli Stati Uniti specializzati in lingue dell'Europa dell'Est. Alcuni furono addestrati per operazioni di sabotaggio all'interno l'Unione Sovietica e altri vennero impiegati come testimoni viventi del “terrore comunista” per il condizionamento psicologico del popolo americano per la guerra contro l'URSS. Il tema ucraino della “carestia/genocidio” non era che uno dei molti temi. Alla fine divenne più importante per le autorità di immigrazione negli Stati Uniti e in Canada se uno poteva essere considerato comunista, piuttosto che un collaborazionista nazista. 

Conclusione 



Oltre 65 anni fa, la motivazione della falsità politica dell'editore filofascista William Hearst venne esposta dal giornalista americano Louis Fischer. Nell'esaminare la documentazione della campagna di stampa sul genocidio/carestia, anche oggi ci si trova spinti alla conclusione di Fischer: 
“Il tentativo è troppo trasparente e le mani sono troppo sporche per avere successo”