domenica 31 marzo 2019

Il presidente messicano chiede le scuse del re di Spagna, e di Papa Francesco per le conquiste del XVI secolo






Traduzione di Davide Spagnoli


26 marzo 2019

Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha formalmente chiesto le scuse sia del re di Spagna Felipe VI che del Papa Francesco per la conquista spagnola di circa 500 anni fa.

La lettera cita i massacri che hanno avuto luogo durante le conquiste spagnole delle popolazioni indigene del Messico durante tutto il XVI secolo. La missiva fa anche riferimento all'imposizione della fede cattolica e alle violazioni dei diritti umani commesse dalle forze che hanno agito per conto della corona spagnola.

"Le chiese sono state costruite sopra i templi, i nostri eroi patriottici sono stati scomunicati", ha detto parlando tra le rovine di un'antica città messicana in un video postato sui suoi social media. "Ci riconcilieremo, ma prima chiediamo che loro domandino perdono".

Il ministero degli Esteri spagnolo ha immediatamente pubblicato una dichiarazione che respinge il contenuto della lettera di Obrador.

"L'arrivo 500 anni fa degli spagnoli sull'attuale territorio messicano non può essere giudicato alla luce di considerazioni contemporanee", ha detto il governo.

"Il governo spagnolo ribadisce la sua disponibilità a collaborare con il governo messicano".

La Spagna è attualmente una delle maggiori fonti di investimenti diretti esteri del Messico, ma il governo messicano non ha ancora ratificato un nuovo accordo di libero scambio raggiunto con l'Unione Europea a metà del 2018. Il Messico vanta anche la seconda popolazione cattolica romana al mondo dopo il Brasile.

La contesa è iniziata con l'arrivo di Hernán Cortés nel 1519, e con la sconfitta del potente impero azteco, aprendo la strada a 300 anni di dominio spagnolo. Il Messico ottenne l'indipendenza dopo 11 anni di guerra che si concluse nel 1821, per poi diventare una repubblica federale nel 1824.

Obrador, 65 anni, è salito al potere a dicembre e ha mantenuto relazioni amichevoli con il governo spagnolo di centro-sinistra dalla sua elezione.


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