venerdì 8 luglio 2016

Stalingrado: la casa di Pavlov

REDAZIONE NOICOMUNISTI

di Guido Fontana Ros

Probabilmente pochi in Italia hanno sentito parlare della “casa di Pavlov” di Stalingrado. Si tratta di un edificio composto di appartamenti di civile abitazione che fu conteso dai sovietici e dai nazisti dal 23 settembre al 23 novembre 1942.

La casa di Pavlov oggi
La casa di quattro piani nel centro di Stalingrado, si ergeva in linea con l’argine del Volga sulla grande piazza 9 gennaio (data detta anche “domenica di sangue” o “domenica rossa” quando, il 9 gennaio 1905, a San Pietroburgo, l’esercito zarista schierato di fronte al Palazzo d’Inverno sparò sulla folla inerme).

I soldati si accingono a sparare sulla folla


Poiché l’edificio concedeva evidenti vantaggi tattici a chi se ne fosse impadronito (permetteva una visuale libera di circa un km a nord, sud e ovest), fu mandato all’assalto un plotone della 13a divisione Fucilieri delle Guardie. Il plotone si impadronì dell’edificio dopo un furibondo combattimento: su 30 uomini ne sopravvissero 4 fra cui il sergente Jakov Pavlov.

Mitragliatrice leggera Detgyarev

Dopo qualche giorno arrivarono i primi rincalzi: il numero dei difensori arrivò a 25 soldati equipaggiati di mitragliatrici, fucili anticarro, mortai, mine e filo spinato.

Copia russa della Maxim 1910, la mitragliatrice standard dell’Armata Rossa

L’ordine naturalmente fu in linea con quello di Stalin, il famoso ordine n° 227″non un passo indietro!”.

Pavlov non si perse d’animo, stese una quadruplice cinta di reticolati e campi minati intorno all’edificio. Ogni finestra verso la piazza divenne una postazione di mitragliatrici e sul tetto vennero piazzate postazioni dotate di fucili anticarro PTRS-41.

Fucile anticarro PTR


Questi ultimi si rivelarono micidiali in quanto colpivano dall’alto e da breve distanza (non più di 25 metri) le zone dove la corazzatura dei carri nazisti era più debole, la copertura della torretta. Lo stesso Pavlov ne mise fuori combattimento una dozzina.

Fucile anticarro PTRD

Furono praticati dei passaggi nelle pareti degli appartamenti adiacenti per facilitare gli spostamenti all’interno dell’edificio e fu scavata una trincea di collegamento con le linee sovietiche. Da questa trincea affluivano le munizioni e gli scarsi rifornimenti per i difensori.

L’edificio subito dopo i ferocissimi combattimenti
I tedeschi oltre a sottoporre l’edificio a un fuoco pressoché continuo andavano in continuazione all’assalto della casa quasi ad intervalli regolari. Venivano accolti da un fuoco infernale da parte dei difensori non appena si affacciavano sulla piazza…nelle pause i difensori uscivano a sparpagliare i mucchi di cadaveri in modo che non potessero essere usati come ripari dagli attaccanti…

Foto aerea del 1942, la casa e quella in alto a sx nel riquadro verde più grande
Il 25 novembre l’inferno conobbe una pausa in quanto i sovietici sferrarono un deciso contrattacco respingendo i nazisti dai dintorni dell’imprendibile fortezza.

Il generale Vasily Chuikov comandante della piazza di Stalingrado ebbe a dichiarare che i tedeschi persero più uomini nel tentativo di conquistare una casa di Stalingrado di quanti ne persero per prendere Parigi.

Yakov Fedotovich Pavlov



In uno degli ultimi assalti il sergente Pavlov venne gravemente ferito e dovette essere evacuato. Dopo una lunga degenza, nominato tenente, fece ritorno al suo reparto nel 1944 e l’anno dopo prese parte all’assalto di Berlino. Nel 1945 ricevette l’onorificenza di Eroe dell’URSS. La sua vita in seguito prese una piega inaspettata: entrò in un monastero, diventando l’archimandrita Kirill. Morì nel 1981.

Mappa e lista dei difensori della Casa di Pavlov che hanno partecipato alla difesa dal 26 Settembre 1942 fino al 25 novembre 1942.

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