giovedì 1 settembre 2016

Solzhenitsyn ai raggi X. Anatomia di un mito anticomunista

REDAZIONE NOICOMUNISTI


Presentiamo un breve saggio ad opera del compagno Luca Baldelli; questa volta si occupa della starlette più famosa dell’anticomunismo, Aleksandr Isaevic Solzhenitsyn.


Dalle prime pagine del lavoro del compagno Baldelli:


Chi non ha sentito nominare, almeno una volta nella sua vita, opere come “Arcipelago Gulag“, “Padiglione cancro“, “Una giornata di Ivan Denisovic“, “Agosto 1914“? Pompate a più non posso dai circuiti anticomunisti, ai quali fa capo da sempre tutta una galassia editoriale e mediatica, questi tomi e pamphlet antisovietici hanno fatto il giro del mondo. A dire il vero, alcuni di questi libri sono stati stampati e, in alcuni casi, anche favorevolmente recensiti da pezzi importanti della critica sovietica, specie negli anni ’60, egemone il krusciovismo! 
Ciò, a riprova della liberalità estrema, a volte eccessiva, del sistema sovietico, checché ne dicano i consunti megafoni della propaganda filo capitalista. Tutte queste opere hanno un comune denominatore, oltre alla critica spietata verso la realtà sovietica e l’ideale umanitario contenuto nel marxismo – leninismo: l’autore.  
Si tratta di Aleksandr Isaevic Solzhenitsyn. Su di lui sono stati sprecati fiumi di inchiostro, che da 60 anni hanno alimentato e riempito, in occidente, i bacini lacustri della più sfrenata propaganda contro l’Urss. Solzhenitsyn è assurto a vate indiscutibile ed insindacabile, ad ineffabile autorità in sede storica e storiografica, a mito, a totemica entità la cui analisi e critica equivale ad un tabù inviolabile. Se l’ha detto Solzhenitsyn – questa, in epigrammatica sintesi, la vulgata dominante su fatti e personaggi del socialismo reale – allora deve per forza essere vero!

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