sabato 22 settembre 2012

Le purghe nel Partito Comunista dell'URSS negli anni '30 Parte I

NOICOMUNISTI

REDAZIONE NOICOMUNISTI

Traduzione di Guido Fontana Ros

LE PURGHE NEL PARTITO COMUNISTA SOVIETICO NEGLI ANNI ‘30 Parte I

Presentazione ed estratto da The class struggle during the thirties in the Soviet Union di Mario Sousa, a cura di Ella Rule della Stalin Society di Londra

FONTE


Le “purghe”,vale a dire le espulsioni dal Partito comunista sovietico nel corso del 1930, sono tra gli argomenti preferiti dai propagandisti borghesi. Questa tematica viene periodicamente fatta risaltare nei mass media borghesi al fine di fornire al pubblico un resoconto completamente menzognero e falso delle “purghe”, dei processi politici e dell'Unione Sovietica di quel periodo. Il loro scopo è quello di diffamare il socialismo e l'Unione Sovietica, al fine di scoraggiare le persone ad ascoltare i comunisti in modo che si accetti come eterno il capitalismo. Questo è il motivo per cui è importante diffondere la verità su questo capitolo della storia dell'Unione Sovietica, sia al fine di contrastare le menzogne ​​borghesi, che di comprendere le difficoltà che i bolscevichi affrontarono durante il periodo di transizione rivoluzionaria.
Joseb Besarionis Dze Jughašvili, Stalin

Dati del 1930/40

Cominciamo, fornendo al lettore un quadro dell'Unione Sovietica nel 1930/40, un decennio decisivo nella sua storia. Tra le altre cose, nel corso del 1930 si realizzarono sia il primo che il secondo piano quinquennale con la collettivizzazione dell'agricoltura. Il reddito nazionale aumentò da 29 milioni di rubli nel 1929 a 105 milioni nel 1938, un incremento del 360 % in dieci anni, un risultato unico nella storia dell'industrializzazione!
Nel corso del 1930/40, la produzione in Unione Sovietica crebbe ad un ritmo senza precedenti. All'inizio del 1930 il valore totale della produzione industriale fu di 21 milioni di rubli. Otto anni più tardi, tuttavia, questo valore era salito sopra 100 milioni di rubli (entrambe queste cifre si basano sui prezzi degli anni 1926-1927). La produzione industriale del paese era aumentata di quasi cinque volte in otto anni! All'inizio del 1930, la superficie messa a colture di vario genere era di 118 milioni di ettari. Nel 1938 salì a 136,9 milioni di ettari. Allo stesso tempo, la collettivizzazione dell'agricoltura fu completata, nel corso della quale i giganteschi problemi connessi con la collettivizzazione e la modernizzazione furono superati. All'inizio del 1930 l'Unione Sovietica aveva 34.900 trattori, ma nel 1938 ne aveva 483.500. Il numero di trattori era aumentato quasi di quattordici volte in otto anni. Nello stesso periodo il numero di mietitrebbie era passato da 1.700 a 153.500 e il numero di macchine per la raccolta da 4.300 a 130.800.

Trattori sovietici degli anni '30
Nel 1930 anche lo sviluppo culturale dell'Unione Sovietica avanzò a passi da gigante. Il numero di studenti in tutte le scuole nel 1929 era di circa 14 milioni. Nel 1938 il numero era salito a circa 34 milioni e in quel periodo gli studenti in tutti i tipi di corsi, considerando anche quelli a part-time, ammontavano a più di 47 milioni. Quasi un terzo di tutti i cittadini erano coinvolti nel sistema scolastico. All'inizio del 1930, l'analfabetismo in Unione Sovietica era ancora al 33% (rispetto al 67% del 1913). Nel 1938 l'analfabetismo era stato di gran lunga completamente debellato. Durante questo periodo il
numero di studenti nei gradi di istruzione più elevati era quasi triplicato, da 207.000 a 601.000. Il numero di biblioteche nel 1938 era di 70.000 rispetto alle 40.000 del 1933. Il numero di libri presenti in queste biblioteche nel 1938 aveva raggiunto l'impressionante cifra di 126 milioni di volumi, rispetto agli 86 milioni del 1933. Durante gli anni '30 un'altra misura, dimostrante la forza ideologica e materiale dell'Unione Sovietica, nonché il suo impegno per l'uguaglianza di tutti i cittadini, venne attuata, vale a dire, l'introduzione del requisito che tutta l'istruzione elementare doveva essere nelle lingua delle diverse nazionalità. Ciò richiese una quantità colossale di lavoro sul fronte culturale, con la produzione di un gran numero di libri nuovi, libri di testo e altro materiale didattico, in alcune lingue che quasi non esistevano in forma scritta. Venne pubblicata per la prima volta nelle loro lingue, letteratura per le diverse nazionalità. E’ in questo contesto che la lotta di classe in Unione Sovietica nel corso del 1930/40 venne effettuata e questo deve essere tenuto presente durante la lettura di questo opuscolo.

Lo sviluppo del partito comunista


A milioni, a partire dal 1930, nuovi membri entrarono nel PCUS (b) partecipando alla lotta per la produzione e lo sviluppo sociale. Il grande afflusso di persone e l'enorme aumento della produzione che ebbero luogo, tuttavia, presentarono il loro lato negativo. Il partito fu costretto a valutare il lavoro di partito e sociale dei membri vecchi e nuovi e di espellere o eliminare coloro le cui prestazioni non corrispondevano a quanto viene richiesto a dei comunisti.
In questo periodo, la minaccia esterna contro l'Unione Sovietica aumentò. Oltre all'embargo, agli atti di sabotaggio e alla minaccia di aggressione dei paesi capitalisti, un nuovo nemico emerse. L’obiettivo di quest’ultimo era la frantumazione della Unione Sovietica socialista e l'annientamento degli Slavi come popolo. Il nazismo salì al potere in Germania nel gennaio del 1933 dopo aver promesso, tra le altre cose, di schiacciare il comunismo, conquistare nuove colonie in Oriente e di usare i popoli come schiavi nell'economia tedesca.

La crescita dell'Unione Sovietica nel corso del 1930, poi, era vitale. Fu la base stessa per la vittoria dell'Unione Sovietica sulla Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale. La lotta contro le carenze all'interno del Partito Comunista e le purghe erano essenziali al fine di conseguire successi nello sviluppo della produzione e garantire la difesa del paese. Gli storici borghesi raramente menzionano questo.

Secondo la mitologia borghese, le purghe furono una sanguinosa persecuzione di coloro che criticavano il regime; erano il mezzo con cui una burocrazia assetata di potere faceva uso di una vasta struttura amministrativa e dell'apparato della violenza di stato, insieme a una crudeltà eccessiva, per uccidere letteralmente, secondo tali storici, una opposizione non solo progressista, ma anche una vera opposizione di socialisti e comunisti. La mano che guidava questa persecuzione era naturalmente quella di Stalin, che viene descritto come affetto da comportamento paranoico. Secondo la borghesia, Stalin aveva un piano a lungo termine per uccidere tutti gli avversari e tutti i vecchi bolscevichi, al fine di assicurarsi il potere assoluto. Vedremo fino a che punto questo mito è stato smontato da storici borghesi onesti con accesso a materiale d'archivio sovietico.

La città di Smolensk dopo la battaglia del 1941

Gli archivi di Smolensk

Molto prima che Gorbaciov aprisse gli archivi sovietici, un vasto materiale d'archivio dal 1945 era nel già nelle mani dell'Occidente e degli Stati Uniti. Quando la Germania nazista invase l'Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale, raggiunse nel momento di maggiore avanzata le periferie di Mosca e Leningrado. Le truppe tedesche a partire dal 1941, avevano occupato la zona occidentale della Russia che aveva come centro la città di Smolensk. A Smolensk i tedeschi trovarono gli archivi della regione occidentale, che per qualche motivo non erano stati distrutti dalle truppe sovietiche in ritirata. Questi archivi furono trasportati in Germania in quello stesso anno. Alla fine della guerra, nel 1945 gli archivi di Smolensk vennero a trovarsi nella zona di occupazione americana della Germania. Anche se appartenevano alla Unione Sovietica, un alleato degli Stati Uniti di quel momento, i generali americani che ne erano in possesso, naturalmente nell'interesse del capitalismo, li trasferirono negli Stati Uniti. Questi archivi di Smolensk oggi si trovano presso i National Archives degli USA
Gli archivi Smolensk sono molto vasti. Con poche eccezioni, tutte le azioni più importanti del Partito Comunista della regione occidentale sono raccolti lì: dagli elenchi dei membri del partito, dalle direttive politiche a tutti i livelli, agli estratti di discussioni e dibattiti durante le riunioni, comprese quelle della principale istituzione della zona, vale a dire, l'Organizzazione di Presidenza. Tutti gli aspetti della vita politica sono inclusi, dalle politiche agricole e dalle strategie industriali alla pianificazione delle vacanze annuali dei lavoratori. Pure i documenti del Partito relativi alle “purghe” nella regione occidentale sono conservati lì. Gli archivi di Smolensk dovrebbero essere una miniera d'oro per tutti coloro che cercano una panoramica del funzionamento della società sovietica. Eppure, gli archivi di Smolensk sono stati utilizzati molto poco.

Fatti nuovi sostengono conclusioni nuove

Bisogna attendere il 1985 prima che venga pubblicato un libro basato su un esame vero e proprio degli archivi dì Smolensk. Questo libro si intitola “Origins of the Great Purges - The Soviet Communist Party Reconsidered, 1933 - 1938” del professore di storia americana J. Arch Getty. Ci fornisce statistiche e altri documenti di grande valore per lo studio della storia dell'Unione Sovietica.
Getty stesso è un autore borghese con limitata capacità di capire le condizioni della lotta di classe in Unione Sovietica. In un libro successivo, The Road to Terror, che dovrebbe dimostrare che i bolscevichi si sono sterminati nel corso del 1930 a seguito di una lotta intestina, non vi è per esempio, una parola sui più grandi sviluppi sociali che mai fossero avvenuti nella storia dell'umanità! Quelli che avevano avuto luogo in Unione Sovietica nel corso degli anni ’30. Non una parola su questo!
Eppure, per la maggior parte degli anni Trenta, l'Unione Sovietica stava lottando contro il tempo per preparare le difese del paese di fronte alla minaccia di invasione da parte della Germania nazista. Se non si accorda la dovuta importanza a questo fatto, si sarà, naturalmente e inevitabilmente condotti a trarre conclusioni errate. Se i bolscevichi si fossero sterminati a vicenda, invece di sviluppare il paese, per quanto possibile e di costruire le sue difese, i nazisti avrebbero vinto la guerra e sradicato dalla faccia della terra, l'Unione Sovietica e il popolo slavo.
Arch Getty almeno contraddice uno storico precedente, il suo collega americano Merle Fainsod, che ebbe anche accesso agli archivi di Smolensk, ma che sostenne nel suo libro “Smolensk sotto il regime sovietico” che l'assassinio di Kirov nel dicembre del 1934 causò una nuova spirale di quasi continue purghe che si diffusero in cerchie sempre più ampie e che fecero sorgere un crescendo di annientamento della virtuale distruzione della direzione del Partito dell’Oblast nel 1937.
La ricerca di Arch Getty contraddice totalmente questo risultato.

Una breve storia prima delle “purghe” del 1920

Dopo la vittoria della rivoluzione, quando il Partito comunista era diventato il partito di governo, la leadership del Partito e Lenin furono costretti a riconoscere che alcuni elementi indesiderati erano penetrati nel partito e nell'apparato statale. Si trattava di persone che volevano fare una carriera attraverso l'adesione del Partito. All'ottava Conferenza del Partito, nel mese di dicembre del 1919, Lenin espose questo problema. Secondo Lenin era naturale, da un lato, che tutti i peggiori elementi dovessero aderire al partito di governo solo perché era il partito di governo. Per questo motivo era importante valutare il contributo dei membri del partito. Su proposta di Lenin, il partito effettuò una nuova registrazione di tutti i membri del partito. Ogni membro dovette rispondere delle sue azioni prima di esserne membro; quelli che furono considerati inaffidabili vennero esclusi. Questa fu la prima purificazione dell'apparato del partito. Questo metodo, rafforzare il partito mediante lo spurgo degli elementi opportunisti, fu quello che caratterizzò il Partito Comunista per molti anni a venire.
I comportamenti che giustificarono l'epurazione dei membri del Partito includevano la corruzione, la passività, le violazioni della disciplina di partito, l'alcolismo, la criminalità e l'antisemitismo. Per gli individui borghesi e per i kulak che nascondevano la loro origine di classe, l'espulsione era certa, a differenza di quelli che, quando erano stati accettati nel partito avevano ammesso il loro retroterra di classe. Ex ufficiali zaristi che avevano nascosto il loro passato furono inevitabilmente espulsi. Tutti coloro che erano stati espulsi poterono a loro volta fare ricorso alla Commissione Centrale di controllo ed i loro casi furono poi riesaminati a un livello superiore.
Come vedremo in seguito, un numero relativamente alto venne riammesso. Le decisioni nelle assemblee di centinaia di membri erano, di regola, più rigorose di quelle prese dagli organi centrali del Partito. Il Comitato Centrale del Partito, che aveva dato inizio alle “purghe” e deciso la loro forma, cercò di incoraggiare a parlare i membri al livello di base, al fine di reprimere i funzionari corrotti e i loro complici.
Questo si rivelò un lavoro difficile. I burocrati corrotti conoscevano migliaia di trucchi per sfuggire alle critiche e alle situazioni difficili. Invece, la maggior parte degli espulsi erano membri ordinari, che spesso non potevano difendersi contro le accuse di passività, ignoranza politica o di cattiva abitudine di bere, proposte da parte dei segretari di partito.

Le "purghe" del 1920

Dopo la riregistrazione del 1919, Lenin e la direzione del partito rilevarono che vi erano ancora notevoli carenze nel Partito. La nuova iscrizione non aveva raggiunto il suo scopo. Un gran numero di nuovi membri continuò a essere inserito nel Partito, senza riguardo per alla direttiva secondo cui solo i lavoratori e gli elementi affidabili di altre classi dovevano essere ammessi. Nuove “purghe” ebbero luogo nel 1921, 1928 e 1929.

Nella Tabella 1 si può vedere la percentuale di membri che furono espulsi in queste occasioni. Negli anni, il tasso di espulsione di membri del partito variò dal 3 al 5% degli iscritti.

Tabella 1
Grandi purghe nel partito negli anni ‘20
anno
Motivo della purga
Percentuale di espulsi
1919
Riregistrazione
10-15
1921
Purga
25
1928
Monitoraggio (solo 7 regioni)
13
1929
Purghe
11

Per quanto riguarda le purghe del 1929, la tabella 2 fornisce una descrizione dettagliata delle cause. Essa ci fornisce, in realtà una buona informazione ed elimina almeno il mito che le purghe erano un modo di eliminare l'opposizione all'interno del Partito. Nel 1929, 1.530.000 membri del partito subirono il processo di eliminazione. Di questi, circa 170.000, o l’11%, vennero espulsi. Quando presentarono appello alla Commissione Centrale di Controllo, 37.000 furono riammessi (22 per cento degli espulsi). A Smolensk, ben il 43 per cento degli espulsi furono riammessi. In un ulteriore esame, si scopre che la stragrande maggioranza erano comuni membri della classe lavoratrice, che erano stati espulsi da funzionari locali del partito per passività. Nessun riguardo fu adottato per le condizioni di vita che resero più difficile a questi membri la partecipazione alle attività del partito.

Tabella 2

La purga del partito del 1929

Motivi di espulsione
Percentuale
Difetti nel comportamento personale
22
Elementi stranieri o connessioni con essi
17
Passività
17
Reati
12
Violazioni della disciplina di Partito
10
Altri motivi
22
Totale
100

Secondo Getty, quelli espulsi per motivi politici come creazione di fazioni o attività di opposizione furono inclusi nel 10% di espulsi per violazione della disciplina di Partito. I primi costituiscono il 10% di questo 10%. Così, le espulsioni per motivi politici non erano più dell’1% di tutte le espulsioni effettuate durante le purghe del 1929. Si compari questo dato con il mito prevalente che gli “stalinisti eliminarono tutti gli oppositori”. Inoltre, la borghesia sostiene sempre che gli espulsi incontrassero successivamente la morte certa nei campi di lavoro del Gulag o scomparissero. La realtà è diversa. Tra gli espulsi, solo coloro che avevano commesso reati - furto, appropriazione indebita, ricatto, sabotaggio o simili - e che furono processati in tribunale ricevettero qualche punizione. Per gli altri che furono espulsi, la vita continuò come al solito - senza gli obblighi che accompagnavano l'adesione, ma anche senza il sostegno che l'associazione al Partito forniva.




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