REDAZIONE NOICOMUNISTI
Di GPD
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Traduzione di Guido Fontana Ros
Il presidente delle Filippine dichiara che le truppe USA "devono andarsene" dal sud del suo paese. Egli biasima i soldati americani di infiammare la tensione con la popolazione locale musulmana, dicendo che "non ci sarà mai pace" fintanto che ci sarà la presenza militare USA.
Il presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte dice di opporsi al fatto che soldati USA stazionino nella regione meridionale di Mindanao, richiamandosi a come le truppe americane presero parte alla pacificazione dei musulmani filippini cento anni addietro. Egli afferma che quello causò un lungo periodo di risentimento della minoranza musulmana nei confronti della maggioranza cattolica nel sud.
"Fino a quando noi staremo con l'America, non avremo mai pace in questa terra", ha detto secondo l'AP.
Ha mostrato alcune foto in bianco e nero dei primi anni del 1900 che raffigurano donne e bambini uccisi dalle forze USA.
Ha detto: "Le forze speciali devono andare via. Devono andare a Mindanao, là ci sono molti bianchi, devono andarci", per poi aggiungere che avrebbe riorientato la politica estera del paese. "Non voglio una spaccatura con l'America ma devono proprio andarsene".
Egli ha ammonito che le truppe USA dovranno affrontare delle difficoltà nel caso non decidano di ascoltare il suo consiglio.
Ha detto: "Se vedono americani, li uccideranno senza pietà. Otterranno il riscatto e poi vi uccideranno, non importa se siete un americano nero o bianco, vi uccideranno perché siete un americano".
A dispetto della sua coraggiosa dichiarazione di cacciare i militari USA dal sud delle Filippine, Duterte non dice né quando ne come dovrebbe avvenire.
La Reuters riporta che Washington non ha ancora ricevuto la richiesta formale del governo filippino relativa alla questione, infatti il portavoce del Dipartimento di Stato USA, John Kirby ha parlato di una nuova conferenza quando gli è stato chiesto della dichiarazione di Duterte.
Ha sottolineato il fatto che gli USA sono legati a Manila tramite un'alleanza, ma egli "non è a conoscenza di qualsiasi comunicato del governo filippino... che vada in quella direzione".
Josep Chen, un analista politico dell'università di Hong Kong ha detto a RT di credere che Duterte stia giocando con alcuni segmenti della società filippina che, per il bene del paese, vogliono che le truppe USA se ne vadano.
Egli afferma: "Sembra cercare di guadagnare popolarità e sostegno con una posizione nazionalista e d'altra parte non vuole apparire troppo dipendente dagli USA per la sicurezza del paese a differenza del suo predecessore".
Cheng aggiunge che il provocare una serie di dispute con gli USA, possa essere una mossa calcolata per migliorare le relazioni con la vicina Cina.
Egli riferisce a RT: "Probabilmente vuole iniziare dei negoziati con Pechino riguardo alla disputa territoriale, avendo intenzione di aumentare i legami economici fra i due paesi, cercando anche di ricevere aiuto economico da Pechino".
Le forze USA sono stanziate a Mindanao dal 2002 per addestrare e consigliare le forze locali che combattono contro i militanti di Abu Sayyaf legati ad Al Qaeda. Mentre la maggior parte della presenza militare USA ha lasciato il paese nel 2015, i funzionari USA dicono che qualche militare è rimasto come consigliere.
Fin dalla sua elezione di giugno, Duterte non ha avuto una relazione pacifica con Washington. Il presidente filippino è stato irritato in modo particolare da quello che percepisce come una lezione dagli USA in materia di abusi dei diritti umani, che hanno fatto seguito alla sua lotta brutale contro le droghe e i trafficanti del paese.
La Polizia Nazionale Filippina (PNP) afferma di aver ucciso 1.466 persone per reati connessi alla droga, mentre altri 1.490 sono stati uccisi da gruppi sospetti di vigilantes, morti che la PNP classifica come "morti in corso di indagine".
Il portavoce della PNP, il sovrintendente capo Dionardo Carlos, ha detto domenica, secondo il Philippine Star: "Il numero di operazioni (di polizia), condotte dal debutto del Oplan Double Barrel, ha raggiunto il numero di 17.389 e sono sfociate nella morte di 1466 persone coinvolte nella droga e nell'arresto di 16.025 sospetti".
Il presidente Barack Obama ha rifiutato un possibile incontro con Duterte al recente incontro del G20 in Cina, dopo esser stato chiamato da leader delle Filippine "figlio di puttana".
Comunque Duterte ha ritrattato in seguito.
"Sono pronto ad incontrare Obama. Aspetto che Obama mi risponda. Da avvocato ad avvocato, in fondo siamo entrambi avvocati... io non ho mai detto niente del genere. "Si controlli", dice e aggiunge: "... Ho detto così, ma non mi riferivo a Obama... non sono in guerra con l'America".
Il discorso completo del presidente Duterte
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