venerdì 17 giugno 2016

IL MURO DI BERLINO. BREVE GENESI DI UNA BARRIERA ANTIMPERIALISTA

REDAZIONE NOICOMUNISTI

di Luca Baldelli

In un mondo di finzioni e mistificazioni, ciò che è autentico e vero sfugge alle cognizioni dei più o viene sottaciuto per non turbare gli equilibri dittatoriali, finanche dispotici, dei detentori del potere politico, economico e culturale. La sinistra revisionista da sempre si unisce al coro di prefiche piangenti sulle macerie del Muro di Berlino.


Questo Muro è stato elevato a simbolo di ogni orrore, di ogni nefandezza, senza spiegare come e perché nacque, quali furono le cause che portarono alla sua edificazione. Nessuno mai ricorda che, nel mondo, di Muri (uso volontariamente la lettera maiuscola, per dileggiare un’austera, assurda sacralità, che non pertiene alla storia degli uomini se non per altri aspetti…) ve ne sono ancora in piedi moltissimi, e tutti tirati su dall’imperialismo; tra Usa e Messico, tra Israele e Territori arabi,tra Marocco propriamente detto e territori abitati dalla minoranza sahrawi, tra greci e turchi a Cipro. Altro che Unicità del Muro di Berlino! Questa è, semmai, solo e soltanto l’idolo di cartapesta con il quale il sistema dominante cela le sue malefatte e il suo stupro dell’umanità.

Muro di Gaza


Ma torniamo al Muro di Berlino. Come nacque? Nel 1945, con la liberazione della Germania dall’hitlerismo, la Nazione tedesca si vide trasformare in un territorio di occupazione anglo – americano – francese da un lato, sovietico dall’altro. Mentre l’Urss spinse però sempre per la costituzione di una Germania unita e sovrana in breve tempo, gli Stati occidentali, pur travagliati da contese e contraddizioni interimperialistiche e intercapitalistiche, cercarono di sabotare ogni sforzo in tal senso, mirando a fare della Germania la piazzaforte atlantica in Europa, il trampolino di lancio per una nuova guerra progettata contro l’Urss e i Paesi a democrazia popolare.

Muro al confine USA/Messico


Gli archivi dell’FBI, oggi desecretati, rivelano che il leader britannico Churchill aveva pianificato l’“Operazione Unthinkable“, ovvero un attacco occidentale contro l’Urss e l’Est europeo, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, alfine di piegare Mosca e di portare tutti i Paesi del futuro Patto di Varsavia sotto l’ombrello dell’imperialismo occidentale.

Linee d'attacco generali del piano di aggressione all'URSS in Germania

Filippo Gaja, nella sua documentatissima opera “Il Secolo Corto“ (Maquis editore, 1996), mette bene in luce altri analoghi piani orditi negli Usa e nelle segrete stanze dell’Occidente capitalista. Non è un caso che, a partire dai primi mesi del 1945, vennero reclutati in massa ex nazisti nei servizi segreti e nei circoli militari occidentali.


Immaginiamo cosa sarebbe successo se l’Urss non avesse, a tappe forzate, messo a punto la sua bomba atomica! Le provocazioni degli Stati occidentali, delle loro armate e dei loro servizi nella Germania occupata non conoscevano tregua: nel 1948, gli Stati occidentali ruppero di fatto, in modo evidente, il condominio antinazista in Germania, creando una moneta per le sole zone occidentali, il Marco tedesco ( DM ) e lavorando per la costituzione di uno Stato tedesco occidentale, in palese violazione di ogni accordo sino a quel momento sottoscritto. I sovietici, che volevano una Germania unita e neutrale, fondata sul principio del’autodeterminazione, si videro costretti ad abbandonare il Consiglio alleato e a prendere contatti con i Partiti operai operanti nel territorio da loro occupato, con l’intenzione di fondare quella che poi sarebbe diventata la DDR.

A questo seguirono provocazioni, scontri e quello che è passato alla storia come il BLOCCO DI BERLINO (durato 11 mesi), del quale si incolpano i sovietici ma che fu il frutto dei complotti occidentali e dei sabotaggi alla pace commessi dall’imperialismo. Questi maneggi, questi luridi intrighi proseguirono e, il 29 maggio 1949, in spregio ad ogni patto e ad ogni volontà di pace e di rispetto della sovranità tedesca, venne dichiarata e proclamata unilateralmente la RFT (Repubblica Federale Tedesca), protettorato americano e occidentale in funzione palesemente antisovietica e antiprogressista, sotto le armi statunitensi, inglesi e francesi.


Per reazione (e lo sottolineiamo, PER REAZIONE) il 7 ottobre 1949 venne proclamata la RDT (REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA), o DDR, nel settore cosiddetto “sovietico“. Questo stato di cose non significò la fine delle trame guerrafondaie imperialiste. Lasciamo parlare gli archivi e varie fonti occidentali, molto più eloquenti e obiettivi dei pennivendoli anticomunisti in servizio permanente effettivo: fino al 1961, la Germania democratica ( DDR o RDT che dir si voglia ) dovette subire inenarrabili sabotaggi, azioni terroristiche, diversioni. La CIA, Radio Free Europe, organizzazioni di ex nazisti protetti nella RFT, si fecero paladini ed esecutori delle seguenti azioni sul territorio della DDR:
– danneggiamento, tramite esplosivi, incendi dolosi ecc.. di centrali energetiche, cantieri navali, dighe, canali, edifici pubblici, distributori di benzina, negozi, stazioni radio, trasporti pubblici;

  • deragliamento di treni merci, con gravi ferimenti di lavoratori; incendio di 12 automobili trasportate su uno di questi treni e distruzione dei meccanismi di pressione dell’aria ecc…;
  • distruzione di strade e ponti ferroviari, piazzamento di esplosivi sulla linea Berlino – Mosca (per fortuna scoperti in tempo, sarebbe stato un massacro indicibile!);
  • utilizzo di acidi speciali per danneggiare macchinari industriali, furto sistematico di progetti e acquisizioni sul punto di essere brevettate, possibili grazie a spie e quinte colonne;
  • incitamento a scioperi senza senso e scopo;
  • uccisione di 7000 mucche di una cooperativa agricola con l’avvelenamento del filo di recinzione utilizzato per imballare il mangime degli animali;
  • attacchi e devastazioni di sedi delle sinistre a Berlino Est (e anche a Ovest);
  • falsificazione su larga scala di tessere annonarie per generare disorganizzazione negli approvvigionamenti di beni alimentari e quindi malcontento nella popolazione;
  • invio di cartelle fiscali false per generare rabbia tra la gente e creare problemi nell’apparato industriale ;
  • reclutamento su vasta scala di professionisti, tecnici, medici, operai , con la promessa di lauti compensi a occidente (a Berlino Ovest i medici che scappavano dalla DDR venivano remunerati a peso d’oro, anche con proventi per assistiti – fantasma).

Ecco cosa si nascondeva dietro le famose “fughe“ all’ovest, al termine delle quali solo un 50% dei profughi trovava quel che era stato promesso e all’altro 50 si rendeva difficile se non impossibile ritornare in Patria!

Rivolta del 1953

Memorabile fu la “rivolta“ del 1953, un episodio di diversione e destabilizzazione partorito in occidente, nelle cucine aduse alla preparazione di pietanze velenose della RFT: bande di delinquenti e deviati, pagate lautamente dalle agenzie spionistiche occidentali, provocarono disordini a Berlino Est, proprio quando alcune sagge riforme stavano migliorando il tenore di vita della popolazione e dopo che la Direzione della SED (il Partito guida della DDR) aveva intrapreso un dialogo con i lavoratori per la rettifica di alcune storture esistenti nel quadro economico.

Uffici del Partito Socialista dati alle fiamme

In 272 Comuni su 10.000 si segnalarono disordini, con vetrine rotte, assalti a forze di polizia, violenze contro militari sovietici, prova dello sforzo messo in campo dalle centrali imperialiste per minare un processo di costruzione del socialismo sempre più vincente, con tutti i suoi problemi. Prova anche, però, della capacità del sistema della DDR di parare i colpi ed impedire estesi disordini: alla repressione di quelle azioni banditesche, prima della Polizia concorsero le Milizie operaie presenti azienda per azienda.

Visto che qualcuno, educato a bere tutta la propaganda spazzatura del capitalismo, ma stranamente sempre pronto ad obiettare e a mettere in campo “senso critico“ quando si parla di socialismo reale, potrebbe diffidare, cito una per una le fonti che raccontano tali fatti. Sono tutte fonti occidentali di prima mano!

Si tratta della rivista “Democratic German Report“, pubblicata clandestinamente a Berlino Est dall’inglese John Peet, ex capo corrispondente dell’agenzia Reuters, della rivista della Camera di Commercio degli Usa (“Nation’s Business“), di articoli del “The New Yorker“ , di “The Nation“, del “Saturday Evening Post“, dei libri di De Gramont e Tully sulla Cia e sulla guerra fredda. Ne parla ampiamente e dettagliatamente anche William Blum, nella sua opera “Killing hope“, tradotta in italiano col titolo “ l libro nero degli Stati Uniti“ (Fazi, 2003).

Una guerra a “bassa intensità“ combattuta con il pervicace fine di destabilizzare la DDR e spianare la strada alla restaurazione dell’ordine borghese nel suo territorio, con il ritorno dei grandi proprietari terrieri e dei magnati che avevano foraggiato a suo tempo il nazismo. Una guerra che culminò con la pseudo – rivolta “operaia“ del 1953, che in realtà vide come protagonista la feccia istigata dai servizi segreti occidentali. Una guerra che rischiò di diventare reali con le minacce di guerra nucleare da parte degli Stati Uniti nel 1959/1961, minacce corroborate da manovre militari in grande stile, provocatorie per antonomasia, da parte degli Stati occidentali lungo la linea di confine tra le Germanie. Il 28 marzo 1958, in barba ad ogni volontà distensiva, il Bundestag tedesco – occidentale decideva di armare l’esercito (la Bundeswehr) della “armi più moderne“, intendendo con questa dizione, evidentemente, anche le armi nucleari. La RFT otteneva dagli alleati il permesso di aumentare il tonnellaggio delle navi da guerra, stringeva accordi con Inghilterra e Stati Uniti per l’acquisto di missili e di aerei a reazione.

Tra il 1958 e il 1960 cadevano sistematicamente nel vuoto, per i rifiuti delle autorità tedesco – occidentali e di quelle americane che ne tiravano le fila, molteplici iniziative di pace della DDR e dell’URSS che, se attuate, avrebbero certo potuto cambiare in meglio il corso della storia. Si oppose un secco “no“, in particolare, alla proposta sovietica di un Comitato pantedesco, paritetico RFT – DDR, per la risoluzione dei problemi della coesistenza postbellica, per lo sviluppo dei contatti in ambito politico, culturale, scientifico, base questa per poter giungere ad un più ampio accordo futuro.

Nel novembre del 1958, Urss e Ddr proposero di fare di Berlino Est una unità politica autonoma e smilitarizzata, ma la NATO pose subito un veto, che dimostrava come non si volesse in alcun modo rinunciare a quell’avamposto in funzione antisovietica, avamposto dal quale erano partite tutte le azioni terroristiche contro la DDR. Nel 1960 crebbero le minacce imperialiste, anche con ventilate intenzioni, da parte degli Usa, di ricorrere alle armi nucleari. Non era la prima volta che avveniva: durante la crisi del ’48, il generale americano Huebner, comandante delle forze americane in Germania, disse che se fosse scoppiata la guerra “gli sarebbe piaciuto vedere una bomba atomica sganciata sopra il Reno“ (si vedano i “Diari“ di J.V. Forrestal, Segretario di Stato alla Difesa degli Usa in quel periodo).

Il Segretario alla Difesa USA, Forrestal che finì i suoi giorni “suicidato” in manicomio

Ecco perché, il 13 agosto del 1961, la DDR si vide costretta a edificare il Muro di Berlino, che nella dizione originale era “Antifaschistischer Schutzwall“, ovvero “Barriera Antifascista“. Per come si svilupparono i fatti, esso andrebbe chiamato, più che altro, “Barriera antimperialista“, essendo il fascismo atlantico di servizio, quello reclutato nel dopoguerra dalle agenzie spionistiche e dagli Stati Maggiori occidentali, solo un fantoccio dell’imperialismo americano e occidentale. Nulla mai si spiega da sé e i fatti difficilmente parlano da soli: tutto si spiega e tutto parla, sempre, alla luce di un contesto generale che lo determina.

L’effetto della propaganda: isterismo di massa, presto se ne sarebbero pentiti
Ciò vale anche per la costruzione del “Muro di Berlino“, sul quale continuano a piangere, come gli Ebrei sul Muro del Pianto (con tutte le debite differenze e il rispetto che si deve alla spiritualità dei popoli) proprio gli eredi di coloro che ne causarono la costruzione con le loro minacce, le loro manovre, i loro intrighi contro la pace e l’umanità. Nessuno mai ha parlato dei tedesco – occidentali che si trasferirono nella DDR ( tra 600 / 700.000 ), ovvero in un Paese che da solo si era caricato il peso delle riparazioni postbelliche e che era dovuto partire da zero visti i livelli di distruzione della Seconda Guerra Mondiale nei suoi territori, molto più alti che nella RFT. Nessuno mai menziona il fatto che i vari Muri costruiti in occidente o nei protettorati occidentali sparsi per il mondo, nonché in Israele, hanno visto morire ai loro piedi in pochi anni più gente che in tutti i 28 anni di storia del Muro di Berlino.

I circoli finanziari anglosionisti festeggiano…
Le celebrazioni, l’oleografia dolciastra e stomachevole del Post ’89, oltre che reticenti, in quanto tacciono sull’esistenza di ben altri Muri, sono anche meschine e vigliacche, perché sempre censurano le cause e gli antefatti storici. Oggi, tra la popolazione dell’Est della Germania, tira un forte vento di nostalgia o , per dirla con un’espressione molto calzante e ad effetto, di “Ostalgia“: lo esprimono chiaramente i sondaggi, lo dicono alcuni incontrovertibili risultati elettorali, come quello della Turingia . Chiaro segno, questo, che a quelle latitudini un passato che si vorrebbe ostracizzare e criminalizzare è, invece, ammirato e rimpianto per le conquiste sociali che seppe garantire e che oggi si sono polverizzate sotto il “Panzerkapitalismus“. E nessun “Muro“ propagandistico e ideologico delle oligarchie che reggono le sorti del mondo potrà frenare questo vento di sana nostalgia!







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