domenica 24 luglio 2016

Il sultano delle giravolte (di emergenza)

REDAZIONE NOICOMUNISTI


Di Pepe Escobar





Traduzione di Guido Fontana Ros

In mezzo a una sorprendente, implacabile, purga di ampio respiro che non mostra segni di cedimento, con 60.000 funzionari pubblici, accademici, giudici, procuratori, agenti di polizia, soldati che sono stati incarcerati, licenziati, sospesi o privati dell'accreditamento professionale, è relativamente assodato che da subito il governo turco era perfettamente a conoscenza dell'imminenza di un colpo di stato militare per il 15 luglio; le informazioni son potute provenire dai servizi segreti russi, anche se né Mosca né Ankara riveleranno mai alcun dettaglio. Così, una volta per tutte, questo non è stato un false flag.



Un analista di intelligence, ai massimi livelli e laico, del Medio Oriente e con un posto in prima fila su Istanbul ha chiarito il contesto politico interno del colpo di stato ben prima della, ampiamente prevista, proclamazione dello stato di emergenza (se la Francia può farlo, perché non la Turchia?):

"Sapevano da cinque a sei ore prima che un colpo di stato era in preparazione e lo hanno lasciato andare avanti, sapendo, come poi è successo, che sarebbe fallito ... Questa vicenda ha proiettato Erdogan allo stato di semi-divinità fra i suoi sostenitori. E' chiaro che questa è la via con cui egli otterrà ciò che vuole: un fortissimo presidenzialismo e la rimozione del principio della laicità dalla costituzione. Questo pone le basi per l'introduzione di aspetti della sharia. Ha provato a fare questo nei primi anni del governo dell'AKP con l'introduzione della Zina, una disposizione strettamente islamica, che avrebbe criminalizzato l'adulterio e potrebbe aver aperto la porta alla criminalizzazione delle altre relazioni sessuali islamicamente illecite perché la Zina riguarda in generale proprio queste e non solo l'adulterio. Ma quando l'UE obiettò fece marcia indietro".
La fonte informativa aggiunge:

"nelle settimane precedenti a questi fatti Erdogan si era mantenuto insolitamente sottotono. In questo stesso periodo, il primo ministro era stato sostituito e quello nuovo aveva annunciato un completo ribaltamento della politica estera, compresa la reinstaurazione di rapporti con la Siria. E' stato Erdogan stesso a raggiungere la conclusione che la politica nei confronti della Siria era insostenibile oppure è stato costretto dai maggiorenti del partito, a causa dello scenario del danno enorme che ha provocato al paese in vari modi, a lasciar perdere la Siria? Se sono state fatte pressioni su di lui, il fallito colpo di stato gli dà l'opportunità di riaffermare la propria autorità sui vertici dell'AKP. Certamente questo golpe è accaduto nel momento più conveniente".
Lo storico turco Cam Erimtan aggiunge altri elementi al contesto, spiegando come:

"all'inizio del mese prossimo, è stabilita la convocazione dell'Alto Consiglio Alto militare Turchia (o YAS, nell'acronimo turco) e si prevede che un gran numero di ufficiali risulterà ridondante. Lo Stato turco è impegnato in una operazione di pulizia, che eliminerà tutti gli avversari del governo a conduzione AKP. Questo colpo di stato-che-non-era-un colpo di stato offre molte cartucce per uno sfoltimento completo dei ranghi ... anche se il presidente ha puntato il dito attraverso l'Atlantico alla figura indistinta di Fethullah Gülen e alla sua presunta organizzazione terroristica FETO (Fettullahçı Teror Örgütü, o Fethullahist Terror Organization), insinuando che i golpisti sono parte integrante di questa organizzazione ombra, parecchio sfuggente e addirittura inesistente".
Il risultato finale non sarà gradevole:

"Ora ci si riferisce ad Erdogan come al comandante in capo della Turchia, il che indicherebbe, tra le altre cose, che egli considera il tentato colpo di stato come un attacco personale alla sua figura. Qualunque avrebbero potuto essere le motivazioni dei golpisti, il risultato finale delle loro azioni sarà un'accettazione ancora più sincera ed entusiasta della politica di Erdogan di "Sunnificazione" ed eventualmente uno smantellamento piuttosto rapido dello stato nazionale che è la Turchia, per essere sostituito da una "Federazione asiatica di etnie musulmane", forse legate revivale del Califfato rivivere, insieme a un possibile ritorno della Sharia in Turchia".

E'come se Erdogan fosse stato benedetto da un effetto "Padrino al contrario". Nel capolavoro di Coppola, Michael Corleone dice: "Proprio quando pensi che sei fuori, ti tirano di nuovo dentro". Nel caso del Padrino di Erdogan, proprio quando pensava di essere irrimediabilmente intrappolato, "Dio", come ha ammesso , lo ha tirato fuori. Parliamo del sultano delle giravolte.

Leoni contro falchi

Mentre Erdogan consolida la sua ferrea presa interna, una connessione precedentemente blindata , quella NATO/Turchia, si dissolve lentamente nel nulla. E'come se il destino della base aerea di Incirlik fosse appeso, letteralmente, ad alcuni, selezionati, fili di tracciati radar.

C'è un grave sospetto comune a tutto lo spettro politico della Turchia che il Pentagono sapesse quello che i "ribelli" stessero per fare. E' un fatto che neppure uno spillo possa cadere a Incirlik, senza che gli americani lo vengano a sapere. I membri dell'Akp sottolineano l'uso della rete di comunicazione della NATO per coordinare i golpisti e la fuga delle informazioni riservate. Come minimo i golpisti possono aver creduto di avere la NATO alle spalle. Nessun "alleato NATO" si è degnato di mettere in guardia Erdogan circa il colpo di stato.

Poi c'è la saga dell'aereo cisterna per l'F-16 "ribelle". Gli aerei cisterna a Incirlik sono tutti dello stesso modello, KC-135R Stratotanker, sia per gli americani che per i turchi. Operano fianco a fianco e sono tutti sotto lo stesso comando;la 10th Main Tanker Base, è guidata dal Gen. Bekir Ercan Van, che è stato opportunamente arrestato la scorsa domenica, quando sette giudici hanno anche confiscato tutte le comunicazioni della torre di controllo. Non per caso il generale Bekir Ercan Van è molto vicino al capo del Pentagono Ash Carter.

E' stato ampiamente mappato cosa sia successo nello spazio aereo turco dopo che il Gulfstream IV di Erdoga aveva lasciato la costa del Mediterraneo ed era atterrato all'aeroporto Ataturk di Istanbul, ma ci sono ancora alcune lacune cruciali nella narrazione aperte alla speculazione. Poiché Erdogan ha tenuto la bocca chiusa su questo in tutte le sue interviste, ci si ritrova con uno scenario in stile Mission Impossible con i "ribelli" F-16s "Lion One" e "Lion Two" in una "missione speciale" con i loro transponder spenti; il loro faccia a faccia con i lealisti "Falcon One" e "Falcon Two"; uno dei "Lions" pilotato nientemeno che dall'uomo che ha abbattuto il Su-24 russo nel novembre scorso; l'ormai famoso aereo cisterna che è decollato da Incirlik per rifornire di carburante i "ribelli"; e tre coppie di F-16 che si sono alzati da Dalaman, Erzurum e Balikesir per intercettare i "ribelli", tra cui la coppia che proteggeva il Gulfsteam di Erdogan (che stava usando il nominativo THY 8456 per mascherarsi come un volo delle Turkish Airlines).

Ma chi c'era dietro a tutto?

Erdogan in una missione per conto di Dio

Il noto informatore dall'Arabia "Mujtahid" ha causato sensazione rivelando che non solo gli EAU "hanno svolto un ruolo" nel colpo di stato, ma che anche la Casa di Saud era della partita. Come se questo non fosse abbastanza imbarazzante, l'emiro auto-deposto del Qatar, lo sceicco Hamad al-Thani, molto vicino a Erdogan, ha affermato che gli Stati Uniti e un'altra nazione occidentale (c'è la forte possibilità che si tratti della Francia) avevano messo in scena il tutto, con la complicità dell'Arabia Saudita. Ankara, prevedibilmente, ha negato tutto.

L'Iran, d'altra parte, che ha visto chiaramente il gioco a lungo termine è stato un convinto sostenitore di Erdogan fin dall'inizio. E ancora una volta nessuno ne parla, naturalmente, ma l'intelligence russa era ben consapevole di tutte queste mosse; versione un po' accreditata dalla telefonata tempestiva del Presidente Putin a Erdogan post-golpe.

Ancora una volta prendiamo in considerazioni i fatti di base; ogni agente operativo del sud-ovest asiatico sa che senza la luce verde del Pentagono, le fazioni militari turche avrebbero trovato estremamente difficile, se non impossibile, organizzare un colpo di stato soprattutto perché avrebbero avuto difficoltà nello scegliere il momento giusto. Inoltre, durante quella fatidica notte, fino a quando non fu chiaro che il golpe fosse un fallimento, i golpisti, da Washington a Bruxelles, non erano esattamente descritti come "il male".

Una fonte americana di alto livello dell'intelligence, che non è da ascrivere al solito del consenso della Beltway [ndt: nello slang americano indica l'opinione prevalente del mondo governativo/politico USA, è fermamente convinta che:

"l'esercito turco non si sarebbe mosso senza la luce verde da Washington. La stessa cosa era stata progettata per l'Arabia Saudita nel mese di aprile 2014, ma fu bloccato ai massimi livelli a Washington da un amico dell'Arabia Saudita".

La fonte che pensa fuori dagli schemi, sottoscrive ciò che dovrebbe essere considerato come la chiave, l'attuale ipotesi di lavoro; il colpo di stato ha avuto luogo o è stato velocemente attuato, in sostanza, "a causa del riavvicinamento improvviso di Erdogan alla Russia. Tutto lo spettro politico turco continua a gettare benzina sul fuoco, insistendo sul fatto che, più che probabilmente, l'attentato all'aeroporto di Istanbul sia stato un'operazione Gladio. Voci da est a ovest stanno già dicendo che Erdogan dovrebbe lasciare la NATO prima o poi e partecipare alla Shanghai Cooperation Organization (SCO).

Per quanto Erdogan sia un giocatore assolutamente inaffidabile e un cannone geopolitico "sciolto", potrebbe essere imminente un invito da Mosca-Pechino in un futuro non troppo lontano. Putin e Erdogan avranno un incontro assolutamente cruciale ai primi di agosto. Erdogan è stato al telefono con il presidente iraniano Hassan Rouhani. Ciò che ha detto ha procurato brividi per tutta la spina dorsale alla NATO:

"Oggi, siamo determinati più che mai a contribuire alla soluzione dei problemi regionali mano nella mano con l'Iran e la Russia e in collaborazione con loro".
Così ancora una volta, la scelta che definisce gli inizi del 21° secolo è in gioco; NATO contro l'integrazione dell'Eurasia, con il sultano delle giravolte della Turchia che giustamente oscilla proprio nel mezzo. "Dio" certamente ha giocato con questo scenario stimolante quando ha parlato a Erdogan sulla Face Time.


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