REDAZIONE NOICOMUNISTI
Traduzione di Guido Fontana Ros
Proseguendo nella nostra tradizione di sciupafiabe ci occupiamo dei nazionalsocialisti che cercano di farsi passare per anticapitalisti e antimperialisti.
Bene, ci dispiace, ma al di là delle pie intenzioni e degli altisonanti proclami elettorali del partito nazista, la Germania negli anni '30, unico paese al mondo a farlo in quell'epoca, diede il via a una massiccia politica di privatizzazione dei beni pubblici per ringraziare chi li aveva generosamente sostenuti e per finanziare in parte, al resto ci pensarono gli amichetti anglosassoni, la sua corsa al riarmo.
A sostegno di quanto affermato presentiamo la traduzione di uno studio accademico del professor Germà Bel dell'Università di Barcellona.
Per chi va di fretta, sappiamo che leggere e informarsi è faticoso, un riassunto:
"La Grande Depressione stimolò la proprietà statale nei paesi capitalisti occidentali. La Germania non fece eccezione; gli ultimi governi della Repubblica di Weimar acquisirono imprese private in diversi settori. Più tardi, il regime nazista trasferì la proprietà pubblica ei servizi pubblici al settore privato. Nel fare così, andò contro le principali tendenze nei paesi capitalisti occidentali, nessuno dei quali sistematicamente riprivatizzò le imprese nel corso degli anni ‘30. La privatizzazione in Germania nazista rappresentò anche un caso unico nel trasferire in mani private la fornitura di servizi pubblici in precedenza forniti dal governo. Le imprese ed i servizi trasferiti alla proprietà privata appartenevano a diversi settori. La motivazione centrale della privatizzazione, fu dovuta a forti restrizioni finanziarie come in molte privatizzazioni recenti, in particolare all'interno dell'Unione europea. Inoltre la privatizzazione venne utilizzata come strumento politico per migliorare il supporto al governo e al partito nazista."
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