domenica 19 aprile 2015

Chi fa i migliori servizi agli imperialisti anglosionisti?

REDAZIONE NOICOMUNISTI

di Guido Fontana Ros


Nonostante le sempre più disastrose condizioni economiche europee causate dalle politiche liberiste imposte dalla cupola finanziaria mondiale di cui l'imperialismo anglosionista è il braccio armato, nella stragrande maggioranza degli uomini politici europei, soprattutto in quelli appartenenti alla sedicente sinistra, pare essere in corso una gara a chi fa i "servizi" migliori a Washington e Tel Aviv.






La Bulgaria ha rinunciato a incassare oltre un milione di euro al giorno uscendo dal progetto South Stream. Della Polonia è meglio tacere infatti la sua situazione non solo è stata icasticamente descritta dal suo ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski ma viene anche lumeggiata dai lampi di genio alcolico di Lech Walesa. Gli stati baltici sono nelle mani di cagnolini paranazisti che scodinzolano felici agli ordini degli USA (qui un esempio dell'ideologia nazista in Lituania) e la situazione in Ucraina è sotto gli occhi di tutti... La Romania è nelle mani di saccheggiatori che hanno ceduto completamente il paese alle multinazionali. In questo desolante panorama dell'Europa spiccano per le loro posizioni contrastanti i dettami degli USA e degli eurocretini unicamente l'Islanda e l'Ungheria del parafascista Orban. 

Le uniche voci istituzionali contro la politica anglosionista di scontro frontale con la Russia che ha riportato il nostro continente al "periodo d'oro" della Guerra Fredda, sono state quelle di esponenti della destra.





Recentemente 2 ex presidenti francesi (evidentemente aleggia ancora il fantasma di De Gaulle) hanno espresso il loro dissenso circa la posizione degli eurocretini sulla riunione della Crimea alla madrepatria russa. Si tratta di Nicolas Sarkozy e Valery Giscard D'Estaing.
Il marito diversamente alto della Carlà, nel corso di una conferenza dell'UMP tenutasi l'8 aprile a Parigi, ha affermato che tra la Russia e l'Europa vi è una cultura comune, che gli interessi degli USA non sono quelli dell'Europa, che la Crimea ha scelto legittimamente la madrepatria...
L'amico del cannibale Bokassa, invece, è entrato in un'analisi molto più approfondita delle radici storiche russe della Crimea che risalgono al 1600 quando fu strappata giustamente al Khanato dei tartari e all'influenza ottomana.
Fa molta specie sentire queste dichiarazioni da 2 esponenti della destra europea mentre a sinistra (?), il presidente Francois Hollande salutato con entusiasmo il giorno della sua elezione dai nostrani sinistrati, ogni tanto timidamente recalcitrante, alla fine si inchina ai voleri degli anglosionisti sacrificando gli interessi nazionali (la Francia è stata rimessa in riga dall'affaire Charlie Hebdo). E' emblematico il caso delle 2 portaeleicotteri della classe Mistral dove la Francia rischia di pagare salatissime penali alla Russia in caso di inadempimento contrattuale e di mettere in ginocchio i cantieri navali bretoni di Saint Nazaire dove le 2 navi sono in allestimento.
Si dice che la vendetta sia un piatto da servire freddo, infatti Putin pare aver abbozzato di fronte ai tentennamenti francesi dichiarando che per ora non chiederà il pagamento delle penali ma...spostiamoci in India. Il governo Modi, infatti ha appena annullato il contratto firmato dal precedente governo per l'acquisto di 126 caccia di ultima generazione Rafale per un valore di 20 MILIARDI di euro adducendo come motivazione per il recesso, la mancanza del danaro per il pagamento. La cosa simpatica è che poco tempo dopo ha firmato un accordo con la Russia per l'acquisto di 127 caccia Sukhoi di V generazione per un valore di 25 MILIARDI di euro (qui l'articolo). Due conti: il "servizio" agli USA costerà alla Francia 20 miliardi di euro di mancato guadagno, più 8 miliardi per le 2 Mistral, più le penali. A tutto questo aggiungete la crisi dei cantieri navali di Saint Nazaire e il mancato effetto moltiplicatore sull'economia francese delle commesse perdute. Davvero un bel "servizietto" che sorpassa quello dei bulgari.

Dulcis in fundo o più correttamente venenum in cauda, veniamo al Bel Paese destinato ormai a produrre solo più camerieri, cantanti, stilisti, meretrici e lenoni. Cosa possiamo dire? Se Atene piange, Sparta non ride: se gli altri paesi europei sono in ginocchio di fronte allo Zio Sam noi siamo messi ad angolo retto. Dobbiamo parlare dettagliatamente del nostro settantennio di servaggio nei confronti degli USA? Indichiamo alcuni recenti elementi eclatanti della nostra sottomissione: adesione al TTIP, truffa F-35, vicenda MUOS in Sicilia, basi nucleari in Italia con armi in pessimo stato di conservazione.
Pensate che l'ilare idiota fischiettante di Rignano attualmente a capo del governo con la sua corte dei miracoli che rende quella berlusconiana un piacevole ricordo, voglia smarcarsi da Washington sulle sanzioni contro la Russia?





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