domenica 22 giugno 2014

Cinquanta sfumature di rossobruno

REDAZIONE NOICOMUNISTI




Presentiamo quello che, con tutta probabilità, è il miglior saggio sul fenomeno del rossobrunismo in Italia, ad opera di Claudia Cernigoi.

INTRODUZIONE. 

Il fenomeno del cosiddetto “nazimaoismo” non è ancora stato sufficientemente approfondito né dagli storiografi del neofascismo, né dai politici e dai militanti della sinistra. La “simpatia” che certi settori della destra estrema hanno spesso rivolto a contenuti ed associazioni di sinistra è però qualcosa da tenere d’occhio, perché può degenerare in situazioni pericolose per chi milita in certi settori. 

Già negli anni ‘20 in Germania si sviluppò il movimento dei “nazionalbolscevichi”, che abbracciava problematiche di sinistra con indicazioni nazionaliste (praticamente la posizione di Jean-Marie Le Pen, che ha dichiarato di essere “socialmente a sinistra, economicamente a destra e nazionalista francese”); vagheggiavano, tra l’altro, un’alleanza con l’Unione Sovietica. Furono eliminati dal nazismo, né più né meno che gli oppositori del regime. 

Dopo varie peripezie, che narreremo brevemente più avanti, a partire dall’anno 2000 gli eredi di questi nazionalbolscevichi (“comunitaristi” e “comunisti nazionalitari”) hanno iniziato a frequentare ed a cercare contatti con gli ambienti della sinistra antimperialista ed internazionalista, i cui militanti molto spesso, o per non conoscenza, o per pragmatismo, non hanno preso le distanze da loro.

PDF DI CLAUDIA CERNIGOI

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