venerdì 28 febbraio 2014
La ricerca della verità su Stalin
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sabato 15 febbraio 2014
Introduzione di Khrushchev Lied di Grover Furr
INTRODUZIONE
La scuola di falsificazione di Khrushchev:
“Il discorso più influente del XX secolo”
TRADUZIONE di Guido Fontana Ros della REDAZIONE NOICOMUNISTI da pag 3 a pag 6 dall'edizione americana di Khrushchev Lied del luglio 2011
Il cinquantesimo anniversario del “Discorso Segreto” di Nikita Khrushchev avvenuto il 25 febbraio 1956, suscitò commenti prevedibili. Un articolo del Telegraph di Londra lo definiva “il più influente discorso del XX secolo”. Nello stesso giorno, in un altro articolo, nel New York Times, William Taubman, la cui biografia di Khrushchev, nel 2004 gli valse il premio Pulitzer, lo definiva “una grande impresa”, “degna di essere celebrata” in occasione dell'anniversario. (1)
Qualche tempo fa rilessi la “Relazione Segreta” di Khrushchev, per la prima volta da anni. Mi valsi della versione in HTLM, versione dell'edizione del discorso pubblicata in una speciale edizione del The New Leader del 1962. (2) Nel corso della mia lettura, notavo come il noto studioso menscevico Boris Nikolaevsky, nelle sue annotazioni al discorso di Khrushchev, esprimesse l'opinione che certe affermazioni di Khrushchev fossero false. Ad esempio, all'inizio del suo discorso, Khrushchev fa la seguente affermazione:
In seguito, soprattutto dopo lo smascheramento della banda di Beria,il Comitato Centrale dette uno sguardo a una serie di casi fabbricati da questa banda. Questo rivelò un brutto quadro di brutale caparbietà connessa al comportamento scorretto di Stalin.
La nota 8 di Boris Nikolaesky, afferente a questo passaggio, recita:
Questa affermazione di Krushchev non è affatto vera: l'inchiesta sugli atti terroristici di Stalin nell'ultimo periodo della sua vita fu iniziata da Beria...Khrushchev che ora si dipinge come colui che ha iniziato a provare l'esistenza delle camere di tortura di Stalin, nei primi mesi dalla morte di Stalin cercò di bloccare le indagini.
Mi ricordai che Arch Getty scriveva qualcosa di simile nel suo magistrale lavoro “Origini delle Grandi Purghe”:
Altre affermazioni inconsistenti nella relazione di Khrushchev includono un'apparente confusione fra Ezhov e Beria. Benchè il nome di Ezhov venga menzionato occasionalmente, Beria è incolpato della maggior parte dei misfatti della repressione; del resto, quest'ultimo era solamente un segretario regionale fino al 1938. Inoltre, molte testimonianze indicano che il terrore poliziesco cominciò a scemare quando Beria sostituì Ezhov nel 1938. Khruschev poteva, a bella posta, aver sostituito Beria ad Ezhov nella sua relazione? Cos'altro avrebbe potuto oscurare? Ad ogni modo la repentina esecuzione di Beria da parte di Khrushchev e della dirigenza di allora, fornì un comodo capro espiatorio. L'uso opportunistico di Beria da parte di Khrushchev, getta sospetti circa l'esattezza delle sue altre asserzioni. (pag. 268 n. 28, grassetto aggiunto da GF)
Infatti, io faccio una scoperta molto differente. Nessuna delle asserzioni specifiche delle “rivelazioni” che fece Khrushchev sia su Stalin che su Beria si è rivelata vera. Nemmeno una fra tutte quelle che possono essere verificate si è rivelata vera. Viene fuori che non solo Khrushchev “mente” su Stalin e Beria, ma anche che egli non fece altro che mentire. La “Relazione Segreta” è basata interamente su menzogne precostituite. Questo è “la grande impresa” per cui Taubmann loda Khrushchev! (Si potrebbe scrivere un articolo a parte, parecchio più breve, per denunciare le falsità dell'articolo di Taubman sul New York Times, che celebrava il puttanesco discorso). (3)
Per me, come ricercatore accademico, questo fu una scoperta disturbante e non auspicabile. Le mie scoperte avrebbero sicuramente suscitato sia scetticismo che sorpresa, se, come io anticipai, avessi trovato che, circa il 25% delle “rivelazioni” di Khrushchev erano delle falsificazioni. Ma nel complesso ho potuto anticipare l'accettazione e le lodi: “Buon lavoro di ricerca di Grover Furr” e così via.
Ma io temevo che – e le mie paure erano nate dalla mia esperienza con l'originale in lingua russa di questo libro, pubblicato nel dicembre del 2007 – che se avessi affermato che ognuna delle “rivelazioni” di Khrushchev era falsa, nessuno mi avrebbe creduto. Il fatto di citare scrupolosamente e accuratamente le prove a supporto delle mie argomentazioni, non avrebbe fatto nessuna differenza, nel confutare l'intero impianto del discorso di Khrushchev e per sfidare l'intero paradigma della storia sovietica, un paradigma cui questo discorso è fondamentale.
Che il discorso più influente del XX secolo (se non di tutti i tempi!) sia un frutto del raggiro, dell’inganno? In sé, già soltanto questa idea sembra semplicemente mostruosa.Chi mai vorrebbe essere alle prese con la revisione non solo della storia sovietica, del Comintern ma anche della storia mondiale, come potrebbe richiedere la logica di una tale conclusione? Potrebbe essere più comodo per ognuno credere a che io avessi “fabbricato il libro”, oscurato la verità e che Io falsificassi le cose, mentre accusavo Khrushchev di averlo fatto. Quindi il mio lavoro potrebbe tranquillamente essere ignorato e il problema “non si sarebbe posto”. Soprattutto a partire dal fatto che io sono noto per aver simpatia per il movimento comunista mondiale di cui Stalin fu il leader riconosciuto. Quando un ricercatore arriva alle conclusioni che sono troppo coerenti con i suoi preconcetti orientamenti politici la cosa più prudente da fare sarebbe di sospettare il tale autore di una mancanza di obiettività, se non di peggio.
Ecco perché sarei molto più tranquillo se il mio lavoro di ricerca avesse portato al risultato che soltanto il 25% delle "rivelazioni " di Khrushchev, su Stalin e su Berija, fossero state false. Ma dato che, come si è scoperto che tutte le "rivelazioni" di Khrushchev in realtà non sono veritiere, l'onere di prova teso a dimostrare queste falsità ricade su di me personalmente in qualità di ricercatore. Pertanto ho organizzato l'esposizione delle mie ricerche in una maniera, in una certa misura, anticonvenzionale.
L'intero libro è diviso in due parti distinte, ma in un certo modo collegate.
Nella prima parte, dal capitolo 1 al capitolo 9, io esamino ognuna delle asserzioni o affermazioni fatte da Khrushchev nella sua relazione che costuiscono l'essenza delle cosiddette “rivelazioni” (Con un piccolo salto in avanti, faccio notare che ho identificato 61 di queste asserzioni).
Ognuna di queste "rivelazioni", è preceduta da una citazione della "Relazione Segreta", dopo di che viene rivista alla luce delle prove documentali. La maggior parte delle quali sono presentate come citazioni provenienti da fonti primarie e solamente in rari casi da fonti secondarie. Mi sono prefisso come mio specifico compito quello di presentare le migliori prove che avessi potuto trovare, estratte principalmente dagli archivi sovietici, al fine di dimostrare la falsa natura del Discorso di Khrushchev al XX Congresso del Partito. Per questo, se avessi inframezzato il testo, di lunghe citazioni documentali, ne avrei reso difficoltosa la lettura; per cui, nel testo ho brevemente menzionato la prova attinente, riservandomi la citazione completa dalle fonti primarie (e occasionalmente secondarie) nelle sezioni corrispondenti ad ogni capitolo nell'Appendice...
La seconda sezione del libro, dal capitolo 10 al capitolo 12, è dedicata a questioni di ordine metodologico e alla discussione di alcune conclusioni scaturenti dal presente studio. Ho dato uno speciale rilievo alla tipologia delle falsificazioni o metodi di inganno impiegati da Khrushchev. Vi è anche accluso uno studio circa i materiali della"riabilitazione" di alcuni leader del Partito, menzionati nel Discorso.
Io utilizzo i riferimenti alle fonti primarie in 2 modi. Oltre alla tradizionale documentazione accademica attraverso note a piè di pagina e alla bibliografia, ho cercato, ove possibile, di condurre il lettore a quelle documentazioni primarie che fossero disponibili, interamente o in parte, in Internet. Tutti questi URL erano attivi nel momento in cui questa edizione in lingua inglese era completata.
In qualche caso, io stesso ho pubblicato importanti documenti da fonti primarie in Internet, per lo più nel formato PDF dell'Adobe. In pochi casi mi è stato possibile far riferimento al numero di pagina, qualchevolta è impossibile o malagevole da farsi usando l'HTML.
Per concludere, vorrei ringraziare i miei colleghi in USA e in Russia che hanno letto quest'opera nelle prime versioni preliminari e che mi hanno beneficiato delle loro critiche. Naturalmente, non hanno nessuna responsabilità per errori e carenze che permangono nel libro nonostante i loro sforzi.
Um mio ringraziamento speciale va al mio meraviglioso collega di Mosca, Vladimir L'vovic Bobrov. Accademico, ricercatore, editore, traduttore, padrone del russo (sua lingua nativa) e dell'inglese. Non avrei mai intrapreso questo lavoro, nè tantomeno completato senza la sua ispirazione, guida e assistenza per ogni cosa.
Sarò grato per ogini commento o critica dell'opera fatta dai lettori.
(1) Il testo completo del discorso di Khrushchev è reperibile online a
http://chss.montclair.edu/english/furr/research/kl/speech.html
(2) Khrushchev; Nikita S. The New Leader The Crimes of the Stalin Era. Introduction by Anatol Shub, notes by Boris Nikolaevsky. New York: The New Leader, 1962
(3) Alcuni esempi. Era stato proprio Berija e non Khrushchev a liberare molti prigionieri, anche se non "milioni", come erroneamente scrive Taubman. Il "Disgelo", per cui viene celebrato, era iniziato negli ultimi anni di vita di Stalin. Khrushchev lo limitò ai "destri" e solo al materiale antistalinista. Stalin cercò di dare le dimissioni nel mese di ottobre 1952, ma il XIX Congresso del Partito rifiutò di soddisfare la sua richiesta. Taubman sostiene che Khrushchev affermava di essere "non coinvolto" nelle repressioni; in realtà, però, Khrushchev non solo non aveva ascoltato le esortazioni di Stalin, ma prese l'iniziativa, chiedendo "quote" più alte circa la repressione di quelle volute dalla dirigenza di Stalin. Taubman afferma: "Khrushchev in un modo o nell’altro ha conservato la sua umanità". Sarebbe più esatto di dire il contrario: Krusciov sembra, molto di più a un sicario e a un assassino.
Qualche tempo fa rilessi la “Relazione Segreta” di Khrushchev, per la prima volta da anni. Mi valsi della versione in HTLM, versione dell'edizione del discorso pubblicata in una speciale edizione del The New Leader del 1962. (2) Nel corso della mia lettura, notavo come il noto studioso menscevico Boris Nikolaevsky, nelle sue annotazioni al discorso di Khrushchev, esprimesse l'opinione che certe affermazioni di Khrushchev fossero false. Ad esempio, all'inizio del suo discorso, Khrushchev fa la seguente affermazione:
In seguito, soprattutto dopo lo smascheramento della banda di Beria,il Comitato Centrale dette uno sguardo a una serie di casi fabbricati da questa banda. Questo rivelò un brutto quadro di brutale caparbietà connessa al comportamento scorretto di Stalin.
La nota 8 di Boris Nikolaesky, afferente a questo passaggio, recita:
Questa affermazione di Krushchev non è affatto vera: l'inchiesta sugli atti terroristici di Stalin nell'ultimo periodo della sua vita fu iniziata da Beria...Khrushchev che ora si dipinge come colui che ha iniziato a provare l'esistenza delle camere di tortura di Stalin, nei primi mesi dalla morte di Stalin cercò di bloccare le indagini.
Mi ricordai che Arch Getty scriveva qualcosa di simile nel suo magistrale lavoro “Origini delle Grandi Purghe”:
Altre affermazioni inconsistenti nella relazione di Khrushchev includono un'apparente confusione fra Ezhov e Beria. Benchè il nome di Ezhov venga menzionato occasionalmente, Beria è incolpato della maggior parte dei misfatti della repressione; del resto, quest'ultimo era solamente un segretario regionale fino al 1938. Inoltre, molte testimonianze indicano che il terrore poliziesco cominciò a scemare quando Beria sostituì Ezhov nel 1938. Khruschev poteva, a bella posta, aver sostituito Beria ad Ezhov nella sua relazione? Cos'altro avrebbe potuto oscurare? Ad ogni modo la repentina esecuzione di Beria da parte di Khrushchev e della dirigenza di allora, fornì un comodo capro espiatorio. L'uso opportunistico di Beria da parte di Khrushchev, getta sospetti circa l'esattezza delle sue altre asserzioni. (pag. 268 n. 28, grassetto aggiunto da GF)
Infatti, io faccio una scoperta molto differente. Nessuna delle asserzioni specifiche delle “rivelazioni” che fece Khrushchev sia su Stalin che su Beria si è rivelata vera. Nemmeno una fra tutte quelle che possono essere verificate si è rivelata vera. Viene fuori che non solo Khrushchev “mente” su Stalin e Beria, ma anche che egli non fece altro che mentire. La “Relazione Segreta” è basata interamente su menzogne precostituite. Questo è “la grande impresa” per cui Taubmann loda Khrushchev! (Si potrebbe scrivere un articolo a parte, parecchio più breve, per denunciare le falsità dell'articolo di Taubman sul New York Times, che celebrava il puttanesco discorso). (3)
Per me, come ricercatore accademico, questo fu una scoperta disturbante e non auspicabile. Le mie scoperte avrebbero sicuramente suscitato sia scetticismo che sorpresa, se, come io anticipai, avessi trovato che, circa il 25% delle “rivelazioni” di Khrushchev erano delle falsificazioni. Ma nel complesso ho potuto anticipare l'accettazione e le lodi: “Buon lavoro di ricerca di Grover Furr” e così via.
Ma io temevo che – e le mie paure erano nate dalla mia esperienza con l'originale in lingua russa di questo libro, pubblicato nel dicembre del 2007 – che se avessi affermato che ognuna delle “rivelazioni” di Khrushchev era falsa, nessuno mi avrebbe creduto. Il fatto di citare scrupolosamente e accuratamente le prove a supporto delle mie argomentazioni, non avrebbe fatto nessuna differenza, nel confutare l'intero impianto del discorso di Khrushchev e per sfidare l'intero paradigma della storia sovietica, un paradigma cui questo discorso è fondamentale.
Che il discorso più influente del XX secolo (se non di tutti i tempi!) sia un frutto del raggiro, dell’inganno? In sé, già soltanto questa idea sembra semplicemente mostruosa.Chi mai vorrebbe essere alle prese con la revisione non solo della storia sovietica, del Comintern ma anche della storia mondiale, come potrebbe richiedere la logica di una tale conclusione? Potrebbe essere più comodo per ognuno credere a che io avessi “fabbricato il libro”, oscurato la verità e che Io falsificassi le cose, mentre accusavo Khrushchev di averlo fatto. Quindi il mio lavoro potrebbe tranquillamente essere ignorato e il problema “non si sarebbe posto”. Soprattutto a partire dal fatto che io sono noto per aver simpatia per il movimento comunista mondiale di cui Stalin fu il leader riconosciuto. Quando un ricercatore arriva alle conclusioni che sono troppo coerenti con i suoi preconcetti orientamenti politici la cosa più prudente da fare sarebbe di sospettare il tale autore di una mancanza di obiettività, se non di peggio.
Ecco perché sarei molto più tranquillo se il mio lavoro di ricerca avesse portato al risultato che soltanto il 25% delle "rivelazioni " di Khrushchev, su Stalin e su Berija, fossero state false. Ma dato che, come si è scoperto che tutte le "rivelazioni" di Khrushchev in realtà non sono veritiere, l'onere di prova teso a dimostrare queste falsità ricade su di me personalmente in qualità di ricercatore. Pertanto ho organizzato l'esposizione delle mie ricerche in una maniera, in una certa misura, anticonvenzionale.
L'intero libro è diviso in due parti distinte, ma in un certo modo collegate.
Nella prima parte, dal capitolo 1 al capitolo 9, io esamino ognuna delle asserzioni o affermazioni fatte da Khrushchev nella sua relazione che costuiscono l'essenza delle cosiddette “rivelazioni” (Con un piccolo salto in avanti, faccio notare che ho identificato 61 di queste asserzioni).
Ognuna di queste "rivelazioni", è preceduta da una citazione della "Relazione Segreta", dopo di che viene rivista alla luce delle prove documentali. La maggior parte delle quali sono presentate come citazioni provenienti da fonti primarie e solamente in rari casi da fonti secondarie. Mi sono prefisso come mio specifico compito quello di presentare le migliori prove che avessi potuto trovare, estratte principalmente dagli archivi sovietici, al fine di dimostrare la falsa natura del Discorso di Khrushchev al XX Congresso del Partito. Per questo, se avessi inframezzato il testo, di lunghe citazioni documentali, ne avrei reso difficoltosa la lettura; per cui, nel testo ho brevemente menzionato la prova attinente, riservandomi la citazione completa dalle fonti primarie (e occasionalmente secondarie) nelle sezioni corrispondenti ad ogni capitolo nell'Appendice...
La seconda sezione del libro, dal capitolo 10 al capitolo 12, è dedicata a questioni di ordine metodologico e alla discussione di alcune conclusioni scaturenti dal presente studio. Ho dato uno speciale rilievo alla tipologia delle falsificazioni o metodi di inganno impiegati da Khrushchev. Vi è anche accluso uno studio circa i materiali della"riabilitazione" di alcuni leader del Partito, menzionati nel Discorso.
Io utilizzo i riferimenti alle fonti primarie in 2 modi. Oltre alla tradizionale documentazione accademica attraverso note a piè di pagina e alla bibliografia, ho cercato, ove possibile, di condurre il lettore a quelle documentazioni primarie che fossero disponibili, interamente o in parte, in Internet. Tutti questi URL erano attivi nel momento in cui questa edizione in lingua inglese era completata.
In qualche caso, io stesso ho pubblicato importanti documenti da fonti primarie in Internet, per lo più nel formato PDF dell'Adobe. In pochi casi mi è stato possibile far riferimento al numero di pagina, qualchevolta è impossibile o malagevole da farsi usando l'HTML.
Per concludere, vorrei ringraziare i miei colleghi in USA e in Russia che hanno letto quest'opera nelle prime versioni preliminari e che mi hanno beneficiato delle loro critiche. Naturalmente, non hanno nessuna responsabilità per errori e carenze che permangono nel libro nonostante i loro sforzi.
Um mio ringraziamento speciale va al mio meraviglioso collega di Mosca, Vladimir L'vovic Bobrov. Accademico, ricercatore, editore, traduttore, padrone del russo (sua lingua nativa) e dell'inglese. Non avrei mai intrapreso questo lavoro, nè tantomeno completato senza la sua ispirazione, guida e assistenza per ogni cosa.
Sarò grato per ogini commento o critica dell'opera fatta dai lettori.
(1) Il testo completo del discorso di Khrushchev è reperibile online a
http://chss.montclair.edu/english/furr/research/kl/speech.html
(2) Khrushchev; Nikita S. The New Leader The Crimes of the Stalin Era. Introduction by Anatol Shub, notes by Boris Nikolaevsky. New York: The New Leader, 1962
(3) Alcuni esempi. Era stato proprio Berija e non Khrushchev a liberare molti prigionieri, anche se non "milioni", come erroneamente scrive Taubman. Il "Disgelo", per cui viene celebrato, era iniziato negli ultimi anni di vita di Stalin. Khrushchev lo limitò ai "destri" e solo al materiale antistalinista. Stalin cercò di dare le dimissioni nel mese di ottobre 1952, ma il XIX Congresso del Partito rifiutò di soddisfare la sua richiesta. Taubman sostiene che Khrushchev affermava di essere "non coinvolto" nelle repressioni; in realtà, però, Khrushchev non solo non aveva ascoltato le esortazioni di Stalin, ma prese l'iniziativa, chiedendo "quote" più alte circa la repressione di quelle volute dalla dirigenza di Stalin. Taubman afferma: "Khrushchev in un modo o nell’altro ha conservato la sua umanità". Sarebbe più esatto di dire il contrario: Krusciov sembra, molto di più a un sicario e a un assassino.
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domenica 9 febbraio 2014
Grover Furr presenta: "Khrushchev lied"
REDAZIONE NOICOMUNISTI
Grover Furr presenta il suo volume“Khrushchev ha mentito”
2011
Trascrizione e traduzione
a cura di
...come questo...Buon pomeriggio e buonasera. Funziona la telecamera? OK, va bene, funziona.
Leggerò
l'intervento perché ho dei problemi ad andare a braccio. Voglio
ringraziarvi di aver facilitato il mio intervento, per avermi invitato a
parlare con voi questa sera e vorrei ringraziarvi per essere qui.
L'occasione
per cui sono qui in Norvegia a parlare con voi è la pubblicazione in
inglese del mio volume “Khrushchev Lied” (“Khrushchev ha mentito”), il
cui sottotitolo è “ La prova che ogni “Rivelazione” sui crimini di
Stalin (e di Beria), contenuta nel famigerato “Rapporto segreto” di
Nikita Khrushchev al XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione
Sovietica il 25 febbraio 1956, è provatamente falsa”.
Questa
edizione in inglese è una versione corretta ed aggiornata di quella
russa, pubblicata nel dicembre 2007 dalla Algorithm Publishing di Mosca,
con il titolo di “Antistalinskaja Podlost” che tradotto, grosso modo,
significa “La perfidia antistalinista” - il titolo non l'ho scelto
io...- ripubblicato nell'ottobre dello scorso 2010 con un titolo che
tradotto suona come “Il segreto del XX Congresso”, che è di certo un
titolo migliore. Attualmente in Russia sono in stampa 16.500 copie del
volume, la maggior parte delle quali sono già state vendute. In Russia,
come in occidente, Khrushchev è ufficialmente un eroe.
Gli
studenti in Russia studiano il “Rapporto segreto” di Khrushchev perché è
un punto di svolta nella storia sovietica e quindi di quella russa.
Ma
è anche un punto di svolta nella storia mondiale, sebbene al di fuori
della Russia pochissimi leggano questo lungo discorso poiché è pieno di
riferimenti a persone ed eventi di cui non hanno mai sentito parlare.
Per
questa ragione accennerò brevemente ad altri temi della storia
sovietica, ma meglio conosciuti, del Khrushchev di cui parlerò.
Essenzialmente quello che ho da offrivi sono prove e ricerche: sono pochissime le persone che fanno il lavoro che faccio io.
Quasi
tutti quelli che fanno ricerche sull'Unione Sovietica del periodo
staliniano, in grado di leggere fluentemente il russo come lo sono io,
che hanno competenze necessarie per la ricerca, che hanno l'appoggio di
un'istituzione universitaria che fornisca loro accessi alle biblioteche e
ad un costoso servizio di prestito interbibliotecario, che abbiano
interessi e motivazioni per fare questo tipo di ricerche, ecco, quasi
tutti questi sono degli anticomunisti che mancano del tutto di
obiettività (più avanti dirò qualcosa sull'obiettività.
Mi capite tutti compagni? bene, grazie. Se vado troppo veloce fatemi un cenno. Grazie.
I
pochi che hanno accesso a queste risorse, che non sono anticomunisti,
per lo più operano nel campo della ricerca storica russa o sovietica,
cioè in quel campo accademico dove un requisito fondamentale è l'essere
anticomunisti.
In
quelle poche istanze in cui così non è devi semplicemente evitare di
scrivere qualcosa che sconvolga, ancora meno che contraddica gli
anticomunisti, perché sono loro che dominano questo campo. Ho parlato
con due bravi ricercatori di storia sovietica che non sono di sinistra,
ma che cercano di essere obiettivi, direste degli onesti storici
borghesi, e mi hanno confermato che nessun libro non ostile a Stalin può
essere pubblicato da un editore di studi accademici. Questo è
certamente vero in Occidente e credo che sia la stessa cosa in Russia.
Lasciatemelo dire in un altro modo.
Se
lavori nel campo della storia sovietica, diciamo che tieni delle
lezioni di storia, della storia sovietica, e lavori al dipartimento di
storia dell'Università, non puoi fare le ricerche che faccio io. Se le
fai non vieni pubblicato nelle riviste standard o dai principali editori
accademici e non lavorerai mai più nel campo della storia sovietica,
perché devi pubblicare su queste riviste se vuoi conservare il tuo
lavoro. Così non sarai in grado di conservare il tuo lavoro ed è per
questo che la mia posizione è diversa.
Insegno
in un dipartimento d'inglese e il mio sostentamento accademico non
dipende in ogni caso dalle mie ricerche sulla storia sovietica.
Recentemente
sono stato informato che, a causa di problemi economici
dell'Università, non sarò mai più promosso, ma che, dopotutto, il mio
posto di lavoro non è minacciato. Ok?
Non sto dicendo questo per promuovere il mio libro.
Comunque...
Così questo è quello che ho da offrirvi. Un sacco di altre persone in
giro per il mondo pensano che queste ricerche siano importanti; non solo
persone di sinistra come noi, anche gli anticomunisti pensano che siano
importanti sebbene a loro non piacciano.
Le
ricerche, queste ricerche, sono la ragione per cui sono stato attaccato
da David Horowitz nel 2005 e nel 2006. Sono la ragione per cui il capo
editorialista, un conservatore, del più grande quotidiano dello stato
del New Jersey, lo Star-Ledger di Newark, nel 2005, ha dedicato le sue
colonne per attaccarmi e mettermi in cattiva luce, paragonandomi ad un
professore nazista che era appena stato scoperto in un'altra università
ed era stato licenziato.
Un
sacco di gente a destra non vuole la verità sulla storia del movimento
comunista in Unione Sovietica; non vuole che vengano alla luce gli anni
di Stalin.
Vogliono
continuare a demonizzarlo comparandolo ad Hitler e al fascismo,
mentendo su di lui. E questo è ciò che fanno non solo passivamente,
attraverso cioè il loro punto di vista fazioso, ma anche attivamente:
falsificando deliberatamente le prove, le fonti storiche.
Così quello che ho da offrirvi è una correzione a tutto questo, ed è ciò di cui voglio parlarvi oggi.
Mentre
stavo preparando una conferenza, da tenere in aprile a New York City,
ho chiesto di quali questioni storiche avrei dovuto parlare.
Il
mio ospite rispose: "...in sostanza penso sarebbe una bella cosa se tu
potessi parlare su pochi grandi esempi delle menzogne di Khrushchev,
forse le accuse a Stalin per l'omicidio di Kirov", aggiunse anche che
pensava che le questioni sulla ricerca e sulle prove fossero importanti,
ma secondarie di fronte ai fatti: "particolarmente per il nostro
gruppo, dato che fondamentalmente siamo un gruppo politico e non
un'organizzazione accademica".
Replicai che in parte dovevo dissentire.
I
fatti non possono essere separati dalla ricerca delle prove: è
attraverso la ricerca delle prove che stabiliamo cosa è basato sui fatti
e cosa non lo è. Non vi è alcun altro modo.
È stato attraverso ricerche proibite e prove negate, che
Khrushchev è stato in grado di andare avanti con le sue menzogne per più di 50 anni.
E
Khrushchev è stato in grado di unire tutti gli anticomunisti della
Guerra Fredda tanto in Unione Sovietica, come ad esempio Roy Medvedev,
quanto nel ruvido occidente come Robert Conquest e molti altri.
L'era
della falsificazione di Khrushchev continua a rendere possibile le voci
dominanti nella storiografia sovietica odierna, invece le origini sono
il contrario delle menzogne che si leggono.
Vi devo dire alcune cose su di me e da dove provengo. La mia prima specializzazione è in studi medievali.
Sono
stato educato a fare delle profonde ricerche storiche, come l'uso di
fonti primarie in lingue diverse dall'inglese, a non fidarmi mai delle
conoscenze o delle opinioni generalmente accettate, né delle opinioni di
autorità riconosciute e a controllare ogni dettaglio di poco conto.
Lasciate che vi dica qualcosa sull'obiettività.
L'obiettività come metodo scientifico è stato accuratamente definito come una pratica della diffidenza verso sé stessi.
Uno
può imparare ad essere obiettivo allenando se stesso a diventare
consapevole di articolare il proprio punto di vista, per poi metterlo in
discussione; si deve essere automaticamente sospettosi di prove che
tendono a confermare idee preconcette, pregiudizi e preferenze di
qualcuno.
Si
deve imparare ad avere una lettura particolarmente generosa, cercando
di guardare all'indietro e considerare le prove e gli argomenti che
contraddicono i propri pregiudizi.
Usando
queste cose elementari ognuno impara che l'obiettività è una pratica
come imparare una lingua straniera. Puoi diventare bravo attraverso la
pratica, lo sforzo deliberato.
Devi
fare così se vuoi imparare la verità e noi marxisti abbiamo imparato
che la verità non è quella che viene comunemente accettata come vera.
Marx ed Engels scrissero quella citazione secondo cui "il proletariato
non ha niente da perdere se non le proprie catene", dalla quale deduco
che non abbiamo vacche sacre. Non dobbiamo rifiutare di sottoporre
alcunché ad un esame critico.
Vogliamo
mettere da parte tutte le illusioni e le falsità; solo la verità ci
farà liberi, se siamo contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e se
siamo la classe lavoratrice internazionale.
Lo
slogan preferito da Marx era “De omnibus dubitandum”, “Dubitare di
tutto”. Questo significa dubitare, più di ogni altra cosa, dei propri
preconcetti e pregiudizi; se volete arrivare alla verità questo è ciò
che dovete fare.
Inoltre è quello che ogni detective borghese fa in tutti i romanzi polizieschi.
Come
diceva sempre Sherlock Holmes: “tenete la vostra mente sgombra da
conclusioni affrettate”; questo significa che le conclusioni affrettate
formano un'ipotesi prima ancora dell'acquisizione dei fatti. La cosa più
importante che dovete essere pronti ad abbandonare le ipotesi che non
spiegano i fatti accertati.
Se
non fate così, se non provate a scoprire la verità sin dall'inizio, non
potrete sperare d'imbattervi nella verità per caso. Su questa strada
ciò che troverete non sarà la verità.
Questo
è quello che sto cercando di fare con tutte le mie forze. Nessuno dei
demonizzatori di Stalin e dell'Unione Sovietica (come sapete uso la
parola demonizzatori per i critici di Stalin e dell'Unione Sovietica,
degli anticomunisti esperti di storia del movimento comunista), può dire
questo in tutta onestà.
Questi non compiono alcun tentativo di essere obiettivi.
Non
cercano la verità, non è quello che vogliono: vogliono scrivere
propaganda con delle note a piè di pagina; questo è ciò che io definisco
“propaganda con note a piè di pagina” e questo è ciò che i loro lavori
sono.
Vi
è un piccolo episodio che mi è accaduto dopo che mi sono laureato:
mentre stavo preparando il dottorato di ricerca, tra il 1965 e il 1969,
mi opponevo alla guerra degli Stati Uniti in Vietnam.
Ad
un certo punto qualcuno mi disse che i comunisti vietnamiti non
potevano essere delle brave persone poiché erano guidati da Ho Chi Min,
il quale era stato addestrato da Stalin, “e Stalin”, disse, “Stalin ha
ucciso milioni di persone innocenti”. Ho ricordato questo episodio che
probabilmente è stata la ragione per cui, all'inizio degli anni '70, ho
letto il primo libro di Robert Conquest intitolato "Il Grande Terrore".
Rimasi scioccato da ciò che lessi.
Devo
aggiungere che ero già in grado di leggere il russo, dato che avevo già
studiato letteratura russa da quando frequentavo le medie superiori.
Così ho studiato il libro di Conquest molto attentamente. In seguito,
quando ho avuto un po' di tempo, utilizzando le risorse della sezione in
lingua slava della New York Public Library di New York City e talvolta
usando occasionalmente il prestito interbibliotecario, ho controllato
una ad una le sue oltre 1.000 note a piè di pagina.
A
quanto pareva nessun altro l’aveva mai fatto prima. Così ho scoperto
che Conquest non aveva alcuna fonte critica; ho scoperto anche che le
note a piè di pagina non avallavano le sue conclusioni avverse a Stalin.
Conquest aveva usato ogni fonte cartacea ostile a Stalin,
indipendentemente se fosse affidabile o meno. Alla fine decisi di
scrivere qualcosa sul cosiddetto terrore.
Mi
ci volle un sacco di tempo, ma infine nel 1988 pubblicai un articolo
intitolato "New light on old stories about Marshall Tukhachevskji",
alcuni documenti li trovate nel mio sito internet, più tardi vi lascerò
l'indirizzo.
Durante
questo periodo studiai le ricerche fatte dalla Nuova Scuola
dell'Accademia di Storia dell'Unione Sovietica. La Scuola di cui parlo,
si sviluppò in antitesi a Conquest ed alla concezione totalitaria dei
sovietologi nel periodo della Guerra Fredda.
Studiai
attentamente le prove già disponibili (questo avvenne negli anni '80
quando di prove disponibili non ve ne erano molte), e più importante di
tutto, impegnandomi al massimo per essere obiettivo.
I
ricercatori di questa Nuova Scuola stavano già dimostrando che tutta la
storia narrata dalla Guerra Fredda dai vari trotzkisti, khrushcheviani e
più tardi Gorbachev e Yeltsin era fatalmente compromessa da un
pregiudizio politico.
Questi
lavori sono così compromessi dai loro pregiudizi politici che non
dovrebbero essere considerati come volumi di storia, ma come esempi di
propaganda.
Nel
mondo della ricerca storico-scientifica, nel 1986, venne pubblicato un
libro che produsse un genuino scalpore: "Le origini delle Grandi Purghe"
di J. Arch Getty, uno dei fondatori della Nuova Scuola.
In
questo libro, Getty, confutava con successo un gran numero di falsità
che erano state accettate come vere. E queste falsità prese per buone
includevano, tra le altre cose, l'idea che le repressioni degli anni
'30, erano state azioni pianificate in anticipo.
È
stata una sfortuna per Getty che il suo lavoro venisse pubblicato negli
Stati Uniti durante il periodo della Perestroika. In quel periodo
infatti, sotto la falsa copertura della glasnost, la trasparenza,
venivano pubblicati solo i lavori di quanti parteciparono alla Guerra
Fredda e quelli che vennero pubblicati in Russia lo furono con tirature
enormi.
Come
potevano i lettori russi scoprire i lavori pionieristici di Getty, o
Robert Thurston, se nessuno dei loro volumi sulla storia russa è mai
stato pubblicato in Russia?
La
stessa situazione si presenta nel caso della maggior parte degli
storici i cui nomi ho citato più sopra, ma fortunatamente, ci sono stati
anche esempi più incoraggianti: due anni fa una rivista in rete
pubblicò un eccellente lavoro del Professor Mark Touger, dell'Università
del West Virginia.
Il
lavoro di Touger smentisce in maniera assoluta il mito ispirato dai
nazisti, che la carestia del 1932-33 fosse Holomodor, ovvero una
carestia artificiale, provocata dai leader sovietici.
Comunque...torniamo indietro al Rapporto Khrushchev.
Il
discorso di chiusura del Congresso, o come è chiamato in occidente il
“rapporto segreto di Khrushchev”, è senza esagerazione uno dei più
influenti discorsi del XX Secolo. Esso ha modificato radicalmente il
corso della storia sovietica e, di fatto, di quella mondiale.
È
significativo che proprio questo discorso sia divenuto uno dei pilastri
della concezione politica dell'antistalinismo, la sua principale fonte
per cui può essere definito il paradigma del XX Congresso.
In breve, nessuno che s'interessi di storia dell'Unione Sovietica può ignorare un documento così importante.
Quando
in me stava prendendo forma l'idea su questo lavoro, il mio obiettivo
era molto più modesto: volevo accostare le “rivelazioni” del rapporto
alle fonti storiche che sono state rese pubbliche grazie alla
declassificazione di alcuni documenti provenienti dagli archivi ex
sovietici in Russia. Questo tipo di ricerca potrebbe, in linea di
principio, essere fatta da uno storico russo o, vista la materia, da uno
storico cinese.
Durante
gli ultimi 20 anni un gran numero di nuove fonti sono state messe a
disposizione degli studiosi e questo rende possibile una valutazione
obiettiva delle dichiarazioni e ancor più di quel discorso. A questo
punto è iniziata ad emergere un'immagine curiosa presente in tutte le
cosiddette “rivelazioni”, confermata, come ho potuto verificare, nel
Rapporto Khrushchev: nessuna “rivelazione” è vera, nemmeno una. Alcune
falsità di Khrushchev erano ovviamente già note, come l'assurda
dichiarazione che fosse stato Stalin a pianificare le operazioni
militari a livello globale.
Ma è l'intero discorso, composto dalle cosiddette “rivelazioni” come questa, che è sorprendente, che mi ha sorpreso.
Vorrei dire qualcosa sulla questione della difesa di Stalin. Spesso vengo definito uno stalinista.
Respingo
questo termine: non sto difendendo Stalin o chiunque altro, in quanto
ricercatore studioso mi occupo di fatti e di prove.
Concordo con il ricercatore russo Yuri Zhukov quando scrive, cito:
Concordo con il ricercatore russo Yuri Zhukov quando scrive, cito:
“Onestamente
posso dire che mi oppongo alla riabilitazione di Stalin, perché mi
oppongo alle riabilitazioni in generale. Niente e nessuno dovrebbe
essere riabilitato nella storia, ma dobbiamo scoprire la verità e
dirla”.
Non
voglio suggerire che solamente se Stalin avesse avuto la meglio i
molteplici problemi della costruzione del socialismo e del comunismo in
Unione Sovietica sarebbero stati risolti. Ho scelto di fare la ricercare
sul “rapporto segreto” che, presumibilmente, ha svelato i crimini di
Stalin e Beria.
Ho isolato 61 cosiddette rivelazioni o capi di imputazione.
Ho
studiato ognuna di queste alla luce delle fonti storiche attualmente
disponibili, provenienti dagli archivi dell'ex Unione Sovietica e il
risultato finale è che nel rapporto segreto di Khrushchev nemmeno una
delle cosiddette rivelazioni si è rivelata essere vera.
Qui non si tratta di difendere Stalin.
Nemmeno una dichiarazione “rivelatrice” del discorso segreto è in grado di sostenere il confronto che le prove.
Piaccia
o meno, alla luce delle prove storiche che presento nel mio libro “
Khrushchev lied!”, è impossibile visualizzare la storia dell'Unione
Sovietica nello specchio distorto del discorso segreto.
Qualche parola sulle implicazioni:
Yuri
Zhukov descrive la situazione degli archivi in questi termini (questa è
“l'avventura” degli archivi... degli archivi sovietici in Russia dopo
la caduta dell'Unione Sovietica), cito: “Con l'inizio della Perestroika,
uno degli slogan era glasnost, o trasparenza. Gli archivi del Kremlino,
formalmente chiusi ai ricercatori, vennero liquidati. Iniziarono ad
essere ricollocati in vari archivi pubblici. Questo processo iniziato
non venne mai completato”.
Senza
alcuna pubblicità o spiegazione di qualsiasi tipo, nel 1996, il più
importante e cruciale materiale venne di nuovo riclassificato in russo e
sepolto nell'archivio del Presidente della federazione russa.
Ben
presto le ragioni di questa operazione segreta divennero molto chiare:
permetteva la resurrezione di uno dei due miti oramai logorati. Con
questi miti Zhukov intende, naturalmente, il mito di “Stalin genio”, ma
quello che il governo in Russia punta a riproporre è il mito di “Stalin
il cattivo”. Solamente il secondo di questi miti è familiare al lettore
occidentale, grazie agli storiografi anticomunisti.
Arch
Getty, lo storico che insegna alla UCLA, di cui ho parlato prima, ha
definito la ricerca storica fatta durante il periodo della Guerra
Fredda, cito: “Un prodotto della propaganda. Ricerche che non ha senso
criticare per correggerne singole parti, ma che devono essere rifatte
completamente daccapo”. Concordo con Getty e vorrei aggiungere che
queste ricerche, politicamente tendenziose e disoneste, vengono prodotte
ancora oggi.
La riscoperta della storia sovietica va ben oltre la contiguità al discorso segreto di Khrushchev.
Tutto
ciò che non passa per la conoscenza comune, ma per la conoscenza degli
esperti del periodo di Stalin, è fondamentalmente falso, questo è ciò
che dico agli altri storici professionisti dell'Unione Sovietica e a
quelli che mi dicono di essere stati ingannati e in gran lunga presi in
giro con queste ricerche.
Parafrasando
“Weird Al” Yankovich , tutti quanti sapete chi è “Weird Al” Yankovich?
OK, lui ha scritto una canzone intitolata “Tutto quello che sai è
sbagliato”, così per parafrasare “Weird Al” Yankovich, dico “Tutto
quello che sai sul periodo di Stalin in Unione Sovietica è sbagliato”.
Tutta la storia sovietica ha bisogno di essere riscritta. Alcuni esempi.
La collettivizzazione.
La collettivizzazione risolse l'eterno problema della perdita dei raccolti e del ritorno delle carestie.
Fino al 1932-1933 in Russia e Ucraina c'era stata una carestia ogni due o tre anni.
Le
cose andavano avanti così da un millennio e questo è ben documentato
dagli studiosi borghesi. Grazie alla collettivizzazione la carestia del
1932-1933 è stata l'ultima, se si esclude quella del 1946-1947, causata
tanto dalle enormi distruzioni della guerra, quanto dalle cattive
condizioni climatiche.
Anche in Europa occidentale le condizioni climatiche furono avverse, ma lì arrivò l'aiuto del Piano Marshall.
La
collettivizzazione ha anche salvato l'Europa dai nazisti: senza una
rapida industrializzazione e una moderna Armata Rossa, sarebbe stato
impossibile impedire ai nazisti di conquistare l'URSS, le sue immense
risorse naturali ed umane, per poi utilizzarle contro gli alleati.
I
giapponesi avrebbero avuto accesso ai pozzi petroliferi di Sakhalin e
decine di milioni di persone in più sarebbero probabilmente state uccise
nella guerra del Pacifico.
Ho
trascorso un bel po' di tempo e ho speso un bel po' di fatica a
studiare la questione dell'opposizione e delle cospirazioni degli anni
Trenta.
Grazie
al mio collega moscovita, Vladimir Dobrov, ho pubblicato una serie di
articoli su questo tema e molti altri ancora ne pubblicherò.
Dai processi di Mosca emerge che realmente esistevano cospirazioni dell'opposizione.
Gli
imputati dei processi di Mosca erano colpevoli, ma non confessarono
tutto. In alcuni casi, come quello di Bucharin, ora sappiamo che erano
colpevoli di molto di più di quello che confessarono.
Un altro esempio.
Sulla
base delle prove emerse dai suoi archivi, Leon Trotsky ha
effettivamente collaborato con i tedeschi ed i giapponesi. Una parte
degli archivi di Trotsky sono negli Stati Uniti e se io sono qui è anche
per poter parzialmente studiare gli archivi di Trotsky depositati in
due grandi archivi qui a Oslo, il Vicks Archive e il Derby Vegas
Archive, che sono nel centro di Oslo...Ok...ci andrò domani.
I
documenti provenienti dai vari archivi Trotsky, sparsi per il mondo,
dimostrano che Trotsky e suo figlio Lev discussero su quale menzogna
raccontare alla Commissione Dewey; nei loro scritti c'è anche una
discussione epistolare sul cosiddetto “Grande Terrore”, da cui emerge
che fu deliberatamente causato da Nikolai Ezhov, a capo della NKVD, che
nel 1937-1938 fece uccidere centinaia di migliaia di cittadini sovietici
nel tentativo di creare del malcontento nei confronti del governo
sovietico, contribuendo così ad aprire la porta ad un'invasione tedesca o
giapponese.
E
dalla storia sovietica sappiamo che ci furono due tentativi d'invasione
da parte dei giapponesi: uno nel 1938 e uno nel 1939. Ricordate che
questi tentativi sono stati una cosa molto seria. Le cospirazioni
militari furono concrete.
Ancora
un minuto per dire che l'Unione Sovietica non ha invaso la Polonia nel
1939. Il Patto Molotov-Ribbentrop non ha smembrato la Polonia, ed ebbe
un effetto meno devastante di quanto non lo ebbe il patto che l'Europa
firmò con Hitler sulla Cecoslovacchia. Ma il Patto Molotov-Ribbentrop ha
consentito anche la vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra
Mondiale.
Su
questo argomento, nella mia pagina web, ho postato un lungo articolo
con 17 pagine di prove documentali in cui la versione della propaganda
nazista, che attribuisce ai sovietici il massacro di 14.000 o 22.000
prigionieri di guerra polacchi a Katyn dell'ottobre del 1940, viene
seriamente messo in discussione. Ci sono prove che la cosiddetta
“pistola fumante”, documentata dalle prove presentate da Yeltsin al
Primo Ministro polacco nel 1991 e da allora pubblicate in tutto il
mondo, è una falsità.
L'unica
fonte in inglese per informazioni su questa affascinante questione
storica del massacro di Katyn, quella in cui le prove non sono ancora
censurate, è la mia pagina web. Dopo vi do l'indirizzo della mia home
page e se mi dimentico, qualcuno vi darà il link della mia pagina web
sul mistero del massacro di Katyn.
Sulla
stessa pagina web ho anche altri articoli, alcuni più brevi e altri più
a lunghi, con una documentazione più completa, su tutte le questioni di
cui vi ho appena accennato. Dal momento che l'ospite del mio recente
discorso a New York City ha esplicitamente menzionato l'affermazione di
Khrushchev sull'assassinio di Sergei Kirov, avvenuto il I Dicembre 1934,
lasciatemi dire una parola. Poche parole su questa questione,
sull'assassinio di Kirov. Un gioco che coloro che hanno una certa
familiarità con la storia sovietica sanno di cosa sto parlando: di
qualche cosa che ha dato il via ai processi di Mosca.
Il
desiderio di Khrushchev di dimostrare che Stalin aveva ucciso Kirov
faceva parte del suo piano per dichiarare innocenti tutti gli imputati
ai processi di Mosca; la questione però è che tutto questo, lui, lo
dichiara per la prima volta, solo nel suo rapporto segreto del 1956, ma
la menzogna viene perpetrata di fatto molto a lungo. Più tardi, alla
fine, la commissione di alto livello nominata da Khrushchev, ha
riscontrato con sua grande delusione che Stalin non aveva ucciso Kirov.
Di questo non c'era proprio nessuna prova. Ma la Commissione non poteva o
non voleva contraddire il paradigma storico fondamentale di Khrushchev,
concludendo quindi che Nikolaev Leonid, la persona che ha sparato a
Kirov, catturato subito dopo l'omicidio, era, cito: «Un killer solitario
di Stalin, quindi deve essere stato incastrato da tutti gli altri».
Tutti
i membri della Commissione hanno poi continuato dichiarando che tutti i
processi di Mosca erano una messa in scena per incastrare gli imputati
erano innocenti. Questa è poi diventata la storia di base per gli
anticomunisti occidentali, così come per Roy Medvedyev ed i
khrushcheviani sovietici anticomunisti. Poi Robert Conquest l'ha fatta
propria e negli anni settanta Conquest e altri, infine, ci hanno
restituito la storia che Stalin deve aver ucciso Kirov. Qui richiamiamo i
lavori di Conquest e Amy Night, un'altra ricercatrice anti-comunista
occidentale, la quale ha scritto dei libri che secondo lei
dimostrerebbero la colpevolezza di Stalin. Una lettura interessante, ma
che non porta nessuna prova e non dimostra niente. Anche gli uomini di
Gorbachev hanno cercato di dimostrare che fu Stalin ad uccidere Kirov.
Il braccio destro di Gorbachev nel Politburo, Alexander Yakovlev, ha
cercato d'incoraggiare la “commissione per la riabilitazione delle
vittime delle repressioni”, istituite da Gorbachev (in realtà istituite
da Yeltsin nel 1992 N.d.r.), e i ricercatori del Politburo di dimostrare
la colpevolezza di Stalin.
Abbiamo i documenti che sono stati pubblicati, ma che non sono stati in grado di dimostrarlo.
Alla fine anche loro hanno ripiegato sulla conclusione dell'era khrushcheviana, cioè che Nikolaev era un cosiddetto pistolero solitario e Stalin lo aveva fatto apparire a tutti come il ragazzo del male, proprio come voleva che apparisse.
Alla fine anche loro hanno ripiegato sulla conclusione dell'era khrushcheviana, cioè che Nikolaev era un cosiddetto pistolero solitario e Stalin lo aveva fatto apparire a tutti come il ragazzo del male, proprio come voleva che apparisse.
Questa è la posizione assunta, non provata e nemmeno sostenuta, ma assunta da Alla Kirilina.
Alla
Kirilina è la più importante autorità russa su Kirov e sull'assassinio
di Kirov. È stata per molti anni la curatrice del museo Kirov di
Leningrado, ora San Pietroburgo.
Ha pubblicato il suo libro negli anni novanta e nel 2001.
Lo
scorso settembre 2010, Matthew Lenoe, un professore di storia russa
presso l'Università di Rochester, ha pubblicato un libro di 800 pagine
presso la Yale University Press, per la serie degli «Annali del
comunismo».
Il libro si intitola «The Kirov Murder and Soviet History - L'omicidio di Kirov e la storia sovietica».
Lenoe
ha trascorso gli ultimi dieci anni a scrivere questo libro. Ha avuto un
ampio, se non totale, accesso agli archivi sovietici su cose che nessun
altro, a quanto pare, ha pubblicato.
È
stato pensato per essere considerato lo studio definitivo
sull'argomento. Lenoe sostiene che con il suo lavoro ha dimostrato
giusta l'ipotesi della Kirilina, fatta propria dalla Commissione
Gorbachev, cioè che Nikolaev fosse un pistolero solitario e che Stalin
li avesse incastrati tutti.
Su questo - quando tornerò a casa - sono nella fase finale del progetto di un libro corposo che inizia con la dissezione dettagliata del libro di Lenoe e analizza tutte le prove che non considera mai, che respinge o ignora del tutto senza nemmeno dire ai suoi lettori che esistono.
Su questo - quando tornerò a casa - sono nella fase finale del progetto di un libro corposo che inizia con la dissezione dettagliata del libro di Lenoe e analizza tutte le prove che non considera mai, che respinge o ignora del tutto senza nemmeno dire ai suoi lettori che esistono.
Perché
lo fa? domanda lecita, no? Lo fa perché è sufficiente per lui non
prendere in considerazione una prova contraddittoria: se uno non è molto
informato in questo campo non può conoscere quello che è rimasto al di
fuori, le omissioni.
L'omissione
è un mezzo molto potente per discutere. Posso dirvi che non vi è alcun
dubbio che quanto sostiene Lenoe è completamente sbagliato. Attualmente
abbiamo una quantità enorme di prove.
Il
gruppo di uomini condannati e giustiziati insieme a Nikolaev nel
dicembre 1934, in realtà erano colpevoli di aver cospirato per
assassinare Kirov. Oltre a questo abbiamo un'enorme quantità di prove
provenienti dai processi di Mosca che ebbero luogo nel mese di agosto
1936, gennaio 1937 e marzo 1938.
Tutti e tre gli imputati erano colpevoli.
Colpevoli
non solamente di quello che hanno confessato, ma anche dei crimini che
non hanno confessato e che, semplicemente, vengono alla luce solo ora e
grazie a queste tardive rivelazioni parziali degli archivi sovietici.
Lo
stesso vale per i militari condannati nel 1937 nel cosiddetto affare
Tuchachevskij. Ora disponiamo di una grande quantità di prove.
Sono colpevoli.
La
loro innocenza è stata ed è proclamata da ogni autorità: russa,
americana, europea, tutti insomma, nel campo della storia sovietica, ma
le testimonianze raccontano la vera storia.
Io
ed il mio collega Vladimir abbiamo fatto molte ricerche su questo tema,
ma è veramente molto difficile pubblicare questo genere di cose in
quanto si parla degli antenati dei capi militari della Russia attuale e
il governo russo non vuole davvero avere molto a che fare con quel
processo.
Ma torniamo all'assassinio di Kirov.
Ma torniamo all'assassinio di Kirov.
Matthew
Lenoe, il signore di cui vi ho parlato, professore della Rochester che
ha appena scritto questo libro di 800 pagine, non menziona neppure
queste prove perché senza dubbio contraddicono la sua idea preconcetta
che Nikolaev è stato un pistolero solitario.
Il
mio punto è che questa, per Lenoe, deve essere la conclusione. Deve
esserlo perché è l'unica conclusione accettabile per opinione corrente
della storiografia anticomunista. Esattamente come la conclusione che i
sovietici abbiano ucciso a sangue freddo i prigionieri di guerra
polacchi, è l'unica versione del massacro di Katyn accettabile per
l'opinione corrente della storiografia anticomunista.
Ho un minuto per raccontare un'ultima storia? Ok. Bene.
Lo
scorso ottobre (2010), un politico russo ha pubblicato su Internet una
serie di documenti, che sembrano essere le bozze utilizzate dal falsario
che ha scritto i documenti intesi come “pistola fumante”, con cui si è
tentato di dimostrare che il massacro di Katyn è stato commesso dai
sovietici.
Ha
pubblicato le bozze.... ha detto che ha provato vergogna... quando il
“falsario” gli ha passato questo materiale; ha provato vergogna per la
propria patria, per se stesso...per le cose che doveva rendere pubbliche
su internet.
Sapete,
esiste una mailing list accademica per gli specialisti di storia
sovietica ed è gestita dall'University del Michigan, è chiamata H-Russia
ed è una metamailinglist in cui hanno un sacco di mailing list
accademiche. H-Russia viene usata dagli storici specialisti del periodo
sovietico di tutto il mondo.
Quindi ho messo insieme un piccolo post citando il materiale di questo politico russo. Pensavo che la moderatrice non l'avrebbe nemmeno menzionato, ma per un motivo o per l'altro, la moderatrice ha postato quanto le ho inviato. L'indignazione tra gli anticomunisti è stata così feroce che la moderatrice si è dovuta dimettere e non hanno ancora nominato un suo sostituto; tutta la mailinglist era in una specie di rivolta...perché, in uno spazio web così ben educato, non si può dire che i russi...i sovietici non hanno ucciso i prigionieri polacchi a Katyn. Questo è fondamentale per la moderna Polonia post 1989, governata dai nazionalisti anticomunisti, visto che è su questo avvenimento che poggiano le fondamenta del loro nazionalismo polacco. In Polonia però non è illegale dirlo, come invece fino a poco tempo fa, in Ucraina, era illegale dire che la carestia del 1932-1933 non era Holomodor, che non si è trattato cioè di un deliberato tentativo di far morire di fame il popolo ucraino. Questo divieto, con possibile azione penale, tale è rimasto fino all'elezione del nuovo “Re”-Primo ministro, circa un anno fa.
Quindi ho messo insieme un piccolo post citando il materiale di questo politico russo. Pensavo che la moderatrice non l'avrebbe nemmeno menzionato, ma per un motivo o per l'altro, la moderatrice ha postato quanto le ho inviato. L'indignazione tra gli anticomunisti è stata così feroce che la moderatrice si è dovuta dimettere e non hanno ancora nominato un suo sostituto; tutta la mailinglist era in una specie di rivolta...perché, in uno spazio web così ben educato, non si può dire che i russi...i sovietici non hanno ucciso i prigionieri polacchi a Katyn. Questo è fondamentale per la moderna Polonia post 1989, governata dai nazionalisti anticomunisti, visto che è su questo avvenimento che poggiano le fondamenta del loro nazionalismo polacco. In Polonia però non è illegale dirlo, come invece fino a poco tempo fa, in Ucraina, era illegale dire che la carestia del 1932-1933 non era Holomodor, che non si è trattato cioè di un deliberato tentativo di far morire di fame il popolo ucraino. Questo divieto, con possibile azione penale, tale è rimasto fino all'elezione del nuovo “Re”-Primo ministro, circa un anno fa.
Poi
il nuovo Primo ministro si è insediato...ed è un po' più filo russo.
Non è un bravo ragazzo, ma è filo-russo e ha detto che non possiamo più
sostenere che la carestia del 1932-33 fosse Holomodor.
Ma
la cosa assolutamente inaccettabile nella Polonia di oggi, e tra gli
anticomunisti in generale, è dire "Ehi lo sai? Forse i sovietici non
hanno ucciso il capitano polacco, abbiamo tutte queste prove ora".
Beh,
come ho detto, una cosa del genere ha causato una tale confusione, che
hanno dovuto chiudere per un po' la mailinglist e la moderatrice si è
dovuta dimettere. Questo è uno dei tentativi di censurare la verità, una
cosa che continua ancora esattamente così nel campo degli studi
sovietici; in questo senso quello che ho citato è un buon esempio!
Lenoe
e la Kirilina nascondono la verità ai loro lettori sull'assassinio di
Kirov. Nascondono le prove che contraddicono le loro conclusioni. Si
possono conoscere queste prove solo se si spende un sacco di fatica,
tempo e denaro per identificarle, localizzarle, ottenerle e studiarle; è
ciò che io sto facendo.
Vi
ho illustrato questi esempi per dimostrare come la storia "canonica" o
l' "opinione corrente" storica sull'Unione Sovietica, come è stata e
come resta a tutt'oggi, sia completamente falsa.
E
questa è la storia "canonica" e l' "opinione corrente" non solo per i
filo capitalisti e gli anticomunisti, ma anche per quasi tutta la
sinistra.
Se
fate un corso sulla storia sovietica, anche qui in Norvegia, otterrete
la versione tradizionale anticomunista, posso garantirvelo.
Perché
questa è l'unica storia che insegnano. Forse da qualche parte ci sono
uno o due professori che sono delle eccezioni, ma fondamentalmente è
quello otterrete. Ed è falsa!
Le
forze politiche, che in primo luogo hanno promosso il ruolo più
importante per il mercato nella società sovietica e il ritorno al
capitalismo supersfruttatore, sono le stesse che hanno demonizzato
Stalin e il periodo di Stalin e le stesse che sponsorizzano anche la
ricerca e la propaganda che diffonde questa versione della storia,
versione che è quella tradizionale in Russia come altrove.
Mi
prendo solo sessanta secondi per citare una bravo ricercatore russo, un
giovane...è relativamente giovane: è nato nel 1967...per me è giovane,
ok? capisco che alcuni di voi mi vedano come un bisnonno, ma per me uno
nato nel 1967 è ancora giovane... Quest'uomo si chiama Igor' Pykhalov.
Si
è iscritto al Partito comunista sovietico alla fine degli anni ottanta,
poi ha visto ciò che stava accadendo ... Gorbachev...i suoi uomini...
Lasciò il Partito e adesso credo militi in qualcuno dei partiti comunisti russi.
Ma,
cosa più importante, è veramente un buon ricercatore. Ha pubblicato
alcuni libri molto buoni sulla storia sovietica del periodo di Stalin,
purtroppo sono tutti in russo. A questo punto ci si può chiedere perché
quei lavori non vengano tradotti. Perché vengono tradotti solo i libri
di destra: i buoni lavori non verranno mai tradotti. M'identifico con
lui, al punto che ho familiarità, perché l'hanno sempre chiamato «lo
stalinista» per i libri dove confuta le menzogne sul periodo di Stalin e
su Stalin stesso; libri e articoli.
Già
nel 2004 mi disse: “io non sono uno stalinista” ... Penso che in
qualche modo abbia mollato perché si sente senza speranza, ma non è
così.
Nel
2004 scrisse un articolo sull'omicidio di Kirov, dopo la pubblicazione
del libro di Alla Kirilina; un articolo che non è molto lungo e che
chiaramente non è entrato in profondità nella questione come invece sto
facendo io.
Pykhalov
analizza la cosa sul piano militare e giunge a questa conclusione: "la
fine " scrive " mostra con chiarezza come Stalin abbia incastrato queste
persone ".
Il
mio collega in Russia, a Mosca, Vladimir Bobrov, è in contatto con lui,
così gli ho inviato una mail. Ho detto: “ Sai, la prima cosa che voglio
che tu sappia è perché sto facendo questa ricerca e che Pykhalov ha
sbagliato. Questo non era un complotto: tutte queste persone erano
colpevoli. Ci sono un sacco di prove. In secondo luogo voglio elogiarlo,
perché questo dimostra che non è uno stalinista. Queste prove
dimostrano che lui ha torto perché in questo caso è così, ma per molti
aspetti, pur non essendo un sostenitore di Stalin, ha smentito molte di
quelle menzogne; quando, a suo avviso, le prove dicevano che Stalin
aveva incastrato gli imputati, lo ha scritto in un articolo che è stato
pubblicato e anche se la sua conclusione era sbagliata, questo dimostra
una certa obiettività ed integrità”. Questa è una cosa che non troverete
mai tra i trotzkisti, mai. Ma non lo troverete mai neanche tra gli
anticomunisti, mai.
Tocca a noi comunisti guardare la verità, nessuno lo sta facendo per noi e dobbiamo farlo da soli.
Probabilmente
non leggerete i suoi lavori perché non è mai stato tradotto in inglese.
Ma ci sono persone là fuori, come noi, che sono interessate e
certamente non solo al mio lavoro.
La
storia sovietica è ancora prevalentemente propaganda. La storiografia
dell'Unione Sovietica è stata dominata dalla propaganda sin dall'inizio,
dal giorno dopo la rivoluzione.
Ma la propaganda è divenuta predominante durante il secondo dopoguerra e il periodo della Guerra Fredda.
Negli
ultimi dieci anni ho speso un sacco di tempo e di denaro, acquisendo
documenti dagli ex archivi sovietici che mi sono stati rilasciati dopo
la fine dell'Unione Sovietica nel 1991.
Non
sono riuscito a trovare nello studio di quei documenti, il modo di
affrontare il periodo di Stalin, soprattutto gli anni '30. Questo perché
se non ti concentri non potrai mai andare in profondità.
Così
mi sono messo a studiare anche molte fonti secondarie da noti esperti,
russi e occidentali, di questo periodo; tutte le più famose voci
influenti sulla storia sovietica, sono degli ideologi anticomunisti, che
misurano la scienza storica con il solo fine di demonizzare Stalin, il
periodo di Stalin e il progetto del comunismo. Questa non è solo una
questione di pregiudizio politico, anche se ce n'è un sacco, ma anche di
un'enorme quantità di deliberate falsificazioni, pienamente
dimostrabili nelle opere di famosi storici dell'Unione Sovietica.
Professori ordinari in tutte le università più famose come Yale,
Cambridge, Oxford ecc....
Menzogne dimostrabili come tali.
Nel
mio libro ho dimostrato che Khrushchev ha usato una serie di metodi
diversi: a cominciare da quello che ho chiamato “prevaricazione”, che è
una fantastica parola latina che indica chi esce dai limiti dell'onesto e
del giusto. Prevaricazione è una buona parola, mi piace.
La
forma più comune significa una provocazione e depistaggio: 40 delle 61
cosiddette “rivelazioni” di Khrushchev sono dimostrabili essere
deliberate bugie. La stessa cosa vale per le opere di molti dei
contemporanei più famosi, storici accademici dell'URSS, tanto
occidentali quanto russi.
Questo
discorso è stato registrato e non voglio citare tutti i nomi, non
voglio mettervi nei guai: essere nei guai perché si è comunisti
rivoluzionari è giusto, ma non per altre cose.
Prove documentali.
Ad
un certo punto...sapete che insegno letteratura, ma anche la
letteratura ha a che fare con la ricerca...ad un certo punto, in ogni
classe in cui insegno, chiedo agli studenti: "Qual è la parola più
radicale in qualsiasi lingua?"
E così ottengo un certo numero di risposte comuni; le risposte più frequenti sono socialismo, comunismo...
A
quel punto dico qualcosa del tipo: "Socialismo e comunismo sono buone
parole radicali, molto buone, ma la mia preferenza è per una parola
diversa: il mio voto è per la parola “prove”! Domandate le prove sempre e
ovunque e molto rapidamente la gente, sempre, vi chiamerà comunista".
Questo in nessun luogo è più vero che nello studio della storia del movimento comunista.
Le
menzogne predominano e quando si cercano le prove che presumibilmente
sostengono queste menzogne le cose iniziano a farsi interessanti.
Karl Marx ha scoperto le prove che il capitalismo si basa sullo sfruttamento e che la sua caduta è inevitabile.
Questo è il primo esempio.
I
comunisti insistono per scoprire la verità, perché la verità è dalla
nostra parte, la parte della classe operaia sfruttata nel mondo.
Spesso mi è stato detto, Grover - è il mio nome - non trovo le tue argomentazioni persuasive, non mi convincono.
La
mia risposta di solito è questa: "La persuasione è una forma di
propaganda o di pubbliche relazioni, la persuasione dipende dalla
mentalità della persona che si sta cercando di convincere".
Upton
Sinclair , è un grande scrittore americano che per gran parte della sua
vita è stato un radicale... Upton Sinclair scrisse una volta, cito:
"È
difficile far capire qualcosa ad un uomo il cui salario dipende dal
fatto che non la capisca." [Cioè: è difficile insegnare argomenti
complessi a persone che hanno un basso livello di istruzione e che,
proprio per questo, per la conseguente mancanza di strumenti culturali
che le renderebbero capaci di comprendere che sono sfruttate, hanno
accettato un lavoro a condizioni svantaggiose. Tratto da http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20120702023202AApbNvQ NdT]
Che
grande aforisma. Una persona con idee preconcette sclerotizzate non può
essere persuasa da alcuna prova, non importa quanto buona, allo stesso
modo è difficile, se non impossibile, avere una persona che guarda le
prove in maniera obiettiva quando il farlo la costringerà ad affrontare
la possibilità che i pregiudizi a lei più cari e le proprie idee
preconcette siano sbagliate.
“Questa
pace della mente, la borsa di studio, gli amici, forse anche il suo
lavoro dipendono dalla sua adorazione”. La citazione di Colin ci fa
conoscere quello che Francis Bacon, scrittore inglese del XVII secolo,
chiamava “Gli idoli della Tribù”, cioè che sempre e ovunque le idee
significano esplosioni.
Quelle
sono le idee che puoi promuovere e con le quali è possibile ottenere la
promozione da parte dei promotori di quelle idee. Bastano pochi
attacchi a quelle altre idee e non sarà possibile ottenere la
promozione.
Ma
posso dirvi questo: faccio molte delle mie scoperte più interessanti,
non perché posseggo un naso da segugio per il mistero, ma seguendo le
note nelle opere accademiche, controllando le fonti secondarie per
vedere se le fonti primarie, i documenti, si schierano dalla parte di
tutte quelle note, fornendo realmente elementi di prova per
dichiarazioni sui fatti, così come vengono espresse.
Molto
spesso ho scoperto che non lo fanno: le prove citate non dimostrano il
fatto come è stato spiegato. Quindi il mio metodo fondamentalmente è
solo quello di seguire le prove.
Basta continuare a seguire le prove e non accontentarsi di niente di meno.
Il paradigma della Guerra Fredda è stato il punto di vista prevalente della storia degli anni di Stalin.
La
ricerca riportata qui può contribuire, spero, verso un terreno dove si
possa ricominciare daccapo, dall'inizio. La verità che infine emergerà,
avrà anche un grande significato per il grande progetto marxista, il
nostro progetto, di comprendere il mondo per poterlo cambiare.
Un edificio di società senza classi, di giustizia sociale ed economica. Grazie.
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